Detective Gallo

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito al proliferare e consolidarsi di una produzione di videogiochi indie internazionale di grande valore, come ben saprà chi segue da tempo la nostra rubrica INDIEtro Tutta. Hanno visto la luce titoli molto belli, gradevoli e interessanti, basti pensare alle due stagioni di The Last Door, o alle avventure di Tilo in Ghost of a Tale, o alla produzione di Gilbert, per citarne solo alcuni. Spesso questi sviluppatori indie, per realizzare al meglio il loro progetto, non possono contare sulle cifre, sui milioni, che normalmente una casa produttrice affermata, come per esempio Ubisoft, investe nei propri team di sviluppo, perciò ricorrono al sistema di finanziamento online, il crowdfunding, introdotto anni fa da Kickstarter; cioè cercano tra il pubblico degli investitori disposti a credere nel progetto e a sostenerlo economicamente. Mercato indie e crowdfunding viaggiano quindi spesso a braccetto.

Anche noi italiani, seppur con qualche ritardo, abbiamo iniziato ad affacciarci sul mercato di questo tipo di produzioni, e ovviamente anche nel campo delle avventure grafiche. Perciò, oggi sono qui per parlarvi, con colpevole ritardo, di un titolo completamente nostrano uscito nel corso del 2018, che si inserisce perfettamente in questa categoria di produzioni indie: Detective Gallo.

“Detective Gallo è un’avventura punta e clicca interamente illustrata e animata a mano, di genere umoristico”, così riporta la pagina Steam dedicata al gioco, creata da Footprints Games, cioè dai due fratelli Maurizio e Francesco De Angelis, e prodotta da Adventure Productions. Se seguite il nostro sito, o partecipate alla vita del forum di OGI, saprete che Detective Gallo è stato finanziato al termine di una campagna crowdfunding su Eppela, riuscendo a raccogliere 15.000 euro. Una briciola se pensiamo che produzioni indie straniere spesso accedono a cifre ben più sostanziose, come per esempio i 150.000$ di Mage’s Initiation degli Himalaya Studios. Quindi sono rimasto particolarmente colpito dalle immagini e dai video del gioco in circolazione, che ci presentavano un titolo dallo splendido stile visivo e dalle animazioni fluide e ben pulite. Il mio animo ligure, e la mia titubanza nei confronti del mercato italiano dei videogiochi, spesso invaso di vere e proprie ciofeche, mi hanno fatto subito esclamare: “dove sta la fregatura?” e, molto dubbioso, ho acquistato il gioco. E, ve lo anticipo, è stata... un’incredibile sorpresa! Ma parliamone più nel dettaglio.

Il protagonista del gioco, Detective Gallo per l’appunto, è un pennuto e scontroso investigatore privato alle prese con un bizzarro caso d’omicidio: qualcuno ha assassinato le amate piante del miliardario Phil Cloro, introducendosi nella di lui magione durante una sua assenza. Un punto di partenza davvero originale, da cui prenderà vita l’indagine del nostro pennuto brontolone. Viene da sé, già dalle premesse, che ci troviamo di fronte a un’avventura grafica di stampo umoristico.

La prima cosa a balzare all’occhio è la bellissima e variopinta grafica, realizzata da Maurizio De Angelis e colorata dal talentuoso Mauro Sorghienti. Quasi tutti i personaggi del gioco sono uccelli “antropomorfi” e questo mi ha da subito ricordato Disney e le avventure dei paperi, poi però ho avuto il piacere di intervistare lo stesso Maurizio (ne approfitto per ringraziarlo della sua pazienza) che mi ha fornito maggiori dettagli su questo aspetto. Infatti, ho scoperto che per lo stile grafico si sono ispirati, a livello di disegno, ai giochi dallo stile “deformed toon” dei classici LucasArts (Peter Chan su tutti) e ai grandi fumetti della scuola disneyana (come Cavazzano e Mastrantuono). Invece, lo stile dei personaggi strizza l’occhio alla serie originale anni ’80 Duck Tales, in versione noir. In realtà, in origine Detective Gallo, avrebbe dovuto essere realizzato in bianco e nero, per ricreare il classico stile delle “detective stories”, ma poi il team di sviluppo ha optato per il colore, per non perdere (parole di De Angelis) l’interessante resa cromatica che avrebbero potuto ottenere scegliendo la giusta palette per le singole location. A mio parere, il risultato è ottimo: il comparto grafico è davvero ben curato e piacevole all’occhio, e le animazioni dei personaggi sono fluide e ben realizzate.

Mi ha poi colpito molto constatare come il motore di gioco utilizzato per realizzare Detective Gallo sia AGS. Ho spesso notato come i videogiochi realizzati con questo engine portassero con sé alcune problematiche tecniche, come la gestione delle risoluzioni e dei filtri grafici, difetti che invece non ho riscontrato in questo titolo. AGS nasce infatti per lo sviluppo di giochi in pixel art, ma negli anni le potenzialità di questo engine sono aumentate e alcuni suoi limiti sono divenuti “superabili”, sebbene sia richiesto un certo sforzo per raggiungere il grado di personalizzazione desiderata (sia in termini di interfaccia che di asset implementati). Francesco De Angelis, il programmatore di Detective Gallo, non aveva esperienza diretta né con AGS né con la programmazione di videogiochi; tuttavia le sue competenze informatiche da ingegnere elettronico gli hanno fornito l’input necessario per spingere l’engine nella giusta direzione, a favore di quello che il team aveva in mente per Detective Gallo. Io, giocando con l’ultima versione disponibile del gioco, non ho incontrato mai alcun problema o baco che potesse inficiare la mia esperienza, il titolo è caratterizzato da una grande pulizia tecnica.

Detective Gallo è un’avventura incredibilmente ben costruita a livello di storia e di gameplay. La narrazione si svolge in un totale di circa quindici location, accessibili via via che il gioco progredisce, e l’esperienza di gioco, se si esplora a fondo ogni possibilità, si assesta su circa 6 ore di durata. Ho letto alcune recensioni che criticavano il titolo sostenendo che fosse troppo breve, ma queste sono le solite idiozie di recensori abituati a giocare a titoli tripla A dove la narrazione viene estesa all’infinito (annacquandola). Detective Gallo racconta la sua storia, mai banale e sempre sul pezzo, nell’arco delle 6 ore, senza mai annoiare il giocatore, evitando i tempi morti, avvalendosi di un razionale backtracking, che ci porterà a visitare spesso vecchie location.

Ma questo intenso girovagare tra le “stanze” non annoia, proprio perché è controbilanciato da un ottimo equilibrio tra elementi narrativi, durata e gameplay, inteso come difficoltà degli enigmi. La storia, poi, non manca di colpi di scena e di “twist” improvvisi di trama. Io stesso sono rimasto “fregato” da uno di questi “twist”, che mi ha portato persino ad arrabbiarmi nei confronti degli sviluppatori per la presunta banalità di una data scelta, poi, quando ho scoperto di essere stato buggerato, non ho potuto fare a meno di mettermi a ridere come uno scemo davanti al monitor del PC. Senza contare, infine, il piccolo climax che conduce a un ispirato finale: una vera genialata.

I miei pensieri trovano conferma nelle parole di De Angelis, che spiega come alle spalle del progetto ci sia un accurato e lungo lavoro di progettazione. L’intera storia è stata scritta prima di iniziare la programmazione del gioco: doveva funzionare tutta la trama nelle sue linee generali e nei suoi snodi principali. Tutti i dialoghi sono stati scritti all’inizio, ma poi sono stati modificati man mano che procedevano con lo sviluppo del gioco. Per esempio, sono state tagliate ampie parti di dialoghi ed enigmi per dare un certo ritmo al gioco, evitando di annacquare la storia. I personaggi, poi, sono molto ben caratterizzati, per me Gallo è quello curato meglio, ma ho adorato particolarmente il personaggio del Baby Teppista, il ribelle. Davvero divertenti e degne di nota le conversazioni telefoniche con l’informatore, a volte mi sono ritrovato a telefonargli solo per sentire se aveva nuove freddure o storielle da rifilarmi.

Gli enigmi sono ben studiati e congegnati, di stampo classico, prevedono manipolazione di oggetti dell’inventario e interazione con gli hotspot delle stanze. Non sono mai eccessivamente impegnativi, anzi sono un elemento utile a creare quella formula ben equilibrata (e non annacquata) di cui parlavo poco più su. A prescindere da questo fattore, non avrebbe avuto alcun senso inserire al giorno d’oggi enigmi troppo complessi, di quelli che magari ti impegnano per ore e ore, quando gran parte del pubblico corre a guardare un video di soluzioni se si blocca per più di una quindicina di minuti, rendendo l’enigma un fallimento di progettazione. Una feature piuttosto importante è quella che permette di visualizzare, premendo la barra spaziatrice, tutti gli hotspot presenti nella schermata: io non ne farei mai uso, ma capisco che ci siano moltissime persone che la trovano una funzione imprescindibile. Apprezzo il fatto che ne abbiano lasciato l’utilizzo a discrezione del giocatore, senza imporlo come invece è successo con la director’s cut di Broken Sword.

E l’umorismo? Le battute? I due fratelli De Angelis non solo hanno ideato il concept del gioco, ma anche scritto tutta la storia e i dialoghi. Il loro lavoro di scrittura è stato supportato da Cristiano Caliendo, che si è occupato di scrivere diversi dialoghi e di aggiungere gag molto divertenti. Ma un lavoro di scrittura sarebbe vano se il doppiaggio non fosse di livello: è per questo che non si può non citare Carlo De Rensis, executive producer e supervisore del doppiaggio, che ha svolto un ottimo lavoro di direzione dei doppiatori sia inglesi che italiani. Personalmente ho trovato le gag e l’umorismo di ottimo livello, anche se ogni tanto mi è capitata una battuta “stonata” o un po’ “forzata”, soprattutto nella prima metà del gioco, ma questo va anche in base ai gusti. Tutto sommato, ritengo l’umorismo di Gallo “più divertente” rispetto a quello di Deponia. A una mia precisa domanda, Maurizio De Angelis risponde che in generale si può dire che Detective Gallo rispecchi l’umorismo suo e di suo fratello e che non ci sono battute che cambierebbero a livelli di contenuto, ma di sicuro, oggi, a distanza di tempo dalla release date, renderebbero tutti i dialoghi molto più veloci e dinamici, per far funzionare meglio i tempi comici, per spiazzare e per coinvolgere continuamente il giocatore.

La musica di Detective Gallo presenza numerose tracce jazz che si sposano davvero bene con la storia noir del gioco, ed è stata composta ed eseguita da Gennaro Nocerino, bravissimo nel saper cogliere il mood giusto, caratterizzando ogni singola location del gioco e i passaggi cruciali della trama. Gennaro è un musicista freelance che, oltre a lavorare come compositore in ambito videoludico, vanta produzioni musicali per cinema e televisione in Italia e all’estero.

Non dimentichiamo che la redazione di Adventure Gamers ha omaggiato Detective Gallo del premio Best Writing Comedy agli Aggie Awards 2018, dove uno dei candidati in lizza era Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry. Alla mia domanda: “Cosa avreste fatto con 100.000 euro a disposizione?”, Maurizio risponde che sicuramente avrebbero reso le location più piene di personaggi e più animate in generale. Avrebbero anche migliorato le animazioni di tutti i personaggi e aggiunto dei video animati per sottolineare i passaggi cruciali della storia, per darle maggiore dinamismo e ritmo. Capite quindi quanto è importante partecipare alle campagne crowdfunding di questi videogiochi? Con soli 15.000 euro sono riusciti a sfornare un ottimo gioco che ha convinto anche a livello internazionale, figuriamoci con un budget superiore!

In conclusione, la mia esperienza con Detective Gallo è stata positiva, l’ho trovato un gioco piacevole, divertente, ben strutturato e molto equilibrato in tutti i suoi aspetti; un gioco che vi saprà svagare e strappare più di una risata. Come punti negativi non ho grandi critiche da fare… come ho già spiegato, forse qua e là c’è qualche battuta un po’ forzata, e per completezza aggiungo che, in un determinato punto del gioco, sono incappato anche in un evidente errore di scrittura: ci sono un paio di frasi in uno scambio con il taxista che andrebbero riviste. Ma questo non inficia la godibilità del titolo. Mi aspetto grandi cose in futuro da Footprints Games. De Angelis mi fa sapere che hanno già in cantiere un nuovo progetto videoludico che non sarà il seguito di Detective Gallo, bensì una nuova avventura grafica, che probabilmente si avvarrà di una campagna crowdfunding su Kickstarter. Però, nel frattempo, non hanno dimenticato il loro “primo amore”: in questo periodo, si stanno concentrando sull’origin story “Detective Gallo Story”, una serie a fumetti divisa in 7 capitoli, che possono essere letti online sul sito Astromica.com. Il primo capitolo è già stato pubblicato il 30 Maggio e a breve uscirà il secondo (hanno cadenza bimestrale).

Detective Gallo è disponibile anche su console PlayStation 4 e Nintendo Switch. In particolare, trovo quest’ultima incarnazione molto interessante: quale miglior modo di sbrogliare l’indagine del nostro detective, se non al mare, sotto un ombrellone, sorseggiando un cocktail ghiacciato?

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