The Procession to Calvary

La guerra è finita! Giovanni l'Immortale ha vinto e il paese è in fiamme. La Morte va in giro a raccogliere le teste dei cadaveri. Tutto è in ordine.
Questo significa anche, però, che la nostra protagonista non può più uccidere nessuno! Per fortuna, l'avversario di Giovanni l'Immortale, il Paradisiaco Peter, è stato sconfitto ma è ancora vivo: è fuggito nella sua cattedrale oltreoceano. Quindi, c'è ancora una persona che la nostra può uccidere...

The Procession to Calvary è un'avventura grafica dell'autore indie Joe Richardson, finanziata tramite Kickstarter. Come potete vedere dalle immagini, la grafica del gioco è realizzata facendo un collage di diversi dipinti rinascimentali. La nostra protagonista, per esempio, viene dal quadro Bellona di Rembrandt.
Il risultato è bellissimo e straniante, specialmente grazie alle animazioni, volutamente piatte e scattose, che rendono i movimenti dei personaggi alieni e a volte ridicoli. Procession to Calvary gioca molto sul contrasto fra il suo aspetto, serio e “acculturato”, e... tutti gli altri elementi del gioco, dalla narrazione, surreale e piena di umorismo nero, agli enigmi, logici nella loro assurdità, fino appunto alle animazioni. Nessuno di questi elementi, da solo, è chissà quale meraviglia, ma assieme funzionano benissimo.



La storia, per esempio, di per sé non è niente di speciale: dobbiamo andare a uccidere Heavenly Peter. Fine. Non ci sono intrecci particolari, non ci sono “personaggi” nel vero senso del termine (se non, forse, il mago di strada). Ma funziona lo stesso, grazie ai dialoghi brillanti e all'umorismo che permea il gioco. Le situazioni che il gioco costruisce sono tutte surreali e fantastiche: la mia preferita è la scena delle crocifissioni, con la tizia in mezzo che vende magliette con le stampe dei condannati come ricordo per i loro cari.
L'umorismo, molto crudo in alcuni casi, e assolutamente non politically correct, è stato definito simile a quello di South Park. In realtà, nonostante ci somigli per temi scelti, quello di The Procession to Calvary è meno crasso, più secco – molto british, e d'altronde Richardson è inglese.

Gli enigmi si adeguano all'assurdità dell'ambientazione, ma sono sempre molto logici. Ho avuto difficoltà solo con uno, che mi ha bloccata per qualche giorno (e a posteriori potevo arrivare prima alla soluzione); in media, gli enigmi non sono tanto difficili e la loro risoluzione dà solo modesta soddisfazione. Il bello è scoprire le cose assurde che dobbiamo fare e vedere le conseguenze altrettanto assurde delle nostre azioni: lo scopo di uno dei primi enigmi sarà dover sottrarre delle stampelle a un invalido – con il suo consenso, per di più!

Un'opzione che avremo sempre disponibile sarà quella di infilzare cose e persone con la spada. Farlo o non farlo potrà modificare il finale che otterremo: ce ne sono tre in tutto, due “buoni” e uno non poi così tanto, ma altrettanto spassoso.



Va anche notata la grande cura dei dettagli che è stata riposta nel gioco. Per esempio, molti sono i riferimenti alle opere utilizzate e alla storia dietro le opere (che non è necessario conoscere, per godersi il gioco, ma che, se la si conosce, ovviamente regala momenti esilaranti). È anche presente un'area del gioco dedicata a ogni singolo quadro utilizzato, ognuno con un titolo diverso e stupidissimo. Un'altra area è dedicata ai ritratti di alcuni dei backers del gioco e devo applaudire l'autore per il siparietto che precede l'entrata in questa area.
Ancora, quando cerchiamo di combinare due oggetti che non devono essere combinati, o quando proviamo a usare un oggetto con l'ambiente in maniera errata, spesso la protagonista dice frasi specifiche invece delle due-tre frasi di default di molte avventure grafiche. L'autore ha davvero pensato a tantissimi dettagli!

Ultimo aspetto da considerare, le musiche: sono usati prevalentemente pezzi di musica classica e barocca, con una punta di Stars and Stripes di Sousa. I musicisti fanno parte delle varie aree e possiamo applaudirli tutti! Un altro tocco che ho apprezzato.
The Procession to Calvary è in inglese e non è un inglese semplicissimo: sconsiglio il gioco a chi mastica poco la lingua, mentre è affrontabile, secondo me, per chi ha una buona comprensione dell'inglese di base e se la sente di fare quello sforzo in più per decifrare parole un po' arcaiche, magari con un dizionario.

Mi sono divertita molto con Procession to Calvary! E' divertente e ben fatto, pieno di trovate assurde. Non innova il genere, non propone nulla di indimenticabile, forse, ma a suo modo è originale e vi regalerà tante risate.

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