Belladonna

Come dev'essersi sentito, il mostro di Frankenstein, una volta svegliatosi sul tavolo da laboratorio?
E' una domanda che purtroppo non trova soddisfacente risposta nel gioco che INDIEtro Tutta vi presenta questa settimana, ossia: Belladonna, “avventura” grafica della Neckbolt ispirata palesemente al romanzo di Mary Shelley.

In Belladonna, noi interpretiamo una fanciulla che si sveglia, come il “mostro” del romanzo, su un tavolo da laboratorio, calva e con una chiavetta a farfalla dietro il cranio. La poveretta non ricorda nulla di se stessa o del luogo in cui si trova – un sinistro castello che non vede una domestica da svariati mesi – e si avventura quindi lungo sale e corridoi nella speranza di capire chi è e cosa è successo.

Per incredibile fortuna, sparse per le sale del castello si trovano diverse pagine di diario, che messe assieme spiegheranno tutto.

Belladonna vuole essere un titolo gotico e in effetti l'atmosfera, sinistra e inquietante, ma non spaventosa, è molto buona. Purtroppo, tutti gli altri elementi lasciano a desiderare. La storia, narrata esclusivamente tramite le pagine di diario, non è granché: gli eventi sono abbastanza prevedibili. Sopratutto, manca qualsiasi coinvolgimento emotivo: noi leggiamo gli avvenimenti di gente che non ci riguarda (fino a che non scopriamo chi siamo, ma a quel punto è troppo tardi) e nel frattempo non c'è molto che ci faccia simpatizzare con la protagonista, o che le dia una personalità, o che metta a repentaglio la sua sicurezza. Speravo in una svolta quando incontriamo, finalmente, un altro personaggio, ma neanche il quel caso c'è molta carne al fuoco. I personaggi hanno poca personalità e non presentano alcuno sviluppo caratteriale.

Sarebbe stato meglio se il gioco avesse mostrato e ci avesse fatto giocare agli eventi narrati nelle pagine di diario (che, aggiungo, non ha senso trovare sparpagliate in giro per casa, ma tant'è... sono sparpagliate). Meglio ancora, avremmo potuto giocare la vicenda da più punti di vista, o avremmo potuto scegliere uno dei personaggi. "L'orrore" avrebbe avuto più impatto. Per com'è fatto adesso il gioco, noi arriviamo quando ormai tutto è compiuto - un po' come giocare un'avventura investigativa dal punto in cui l'assassino è stato catturato e a noi tocca leggere il rapporto del detective.

La parte avventurosa è ridotta ai minimi termini e si traduce in un paio di enigmi molto classici, risolvibili anche da un bambino di quattro anni che non conosce la lingua.
Giacché ne parliamo, l'inglese usato non è complicato, ma può risultare ostico per alcuni durante le pagine di diario, che presentano vocaboli e una costruzione un po' più complessa dei dialoghi.

Musica, sonoro e graifca sono invece molto ben fatti. Come dicevo, Belladonna è 99% atmosfera, e questa ricade tutta sugli elementi tecnici del gioco. E' stato fatto davvero un ottimo lavoro. Il doppiaggio lo definirei nella media: non spettacolare ma neanche da cavarsi i timpani con una matita.

Ho infine due lamentele da fare: 1) non è possibile saltare i dialoghi. I sub vanno avanti, ma l'audio no, col risultato che bisogna comunque stare a sentire tutto quello che il pg ha da dire. 2) Non c'è fast travel, neanche doppio-cliccando, scocciante quando bisogna rifarsi il castello da un capo all'altro.

Ho invece gradito i numerosi oggetti con cui è possibile interagire, e alcuni dei commenti che la fanciulla fa osservandoli.

Belladonna dura un'oretta, se siete lenti nella lettura. E' un gioco dall'atmosfera carina, ma che non ha nient'altro da offrire e che probabilmente lascerà insoddisfatti una volta portato a termine. Chi cerca una bella storia, non la troverà; chi cerca un gioco non ne troverà traccia. Chi vuole passare una mezz'oretta immerso nel gotico, invece, sarà contento.

Festuceto scrive:22/04/2016 - 13:30

Be' per 0,69€ si può anche provare...

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