Hector - Badge of Carnage episodio 1

Nato come avventura a episodi esclusiva per le piattaforme basate su iOS, Hector: Badge of Carnage arriva su PC e Mac e diventa subito un piccolo caso: è il primo titolo che Telltale Games pubblica in veste di editore e non di produttore. Il gioco è stato infatti creato da Straandlooper, una società di animazione nordirlandese convertitasi, proprio con Hector, allo sviluppo di software ludici.
Nel primo episodio di questa trilogia, intitolato We Negotiate with Terrorists, la piccola e degradata cittadina di Clappers Wreake è minacciata da un insolito terrorista, pronto a tutto pur di cercare di riportare un po' di dignità nella zona. La situazione di certo non può migliorare, se al caso inizia a lavorare il peggiore ispettore del peggiore corpo di polizia della nazione, che altri non è se non il protagonista, Hector. Sporco, pigro e con una innegabile passione per il turpiloquio, il nostro ispettore è un personaggio originale ed è sicuramente l'elemento di maggior interesse in un'avventura che aderisce strettamente ai canoni del genere. L'originalità di Hector è sostenuta dall'attenzione riposta dagli autori nella creazione dei dialoghi, numerosi e con una buona quantità di diramazioni nonostante l'estrema brevità del gioco. Inutile dire che da bravi sudditi di Sua Maestà la Regina, gli Straandlooper hanno infarcito gli scambi dialettici con una massiccia dose di humor politicamente scorretto, il che forse rende We Negotiate with Terrorists la prima avventura "veramente inglese" mai creata. Nonostante l'innegabile freschezza, la comicità risulta tuttavia poco fine (per non dire "sboccata") e potrebbe far storcere il naso a più di un giocatore. Per cercare un paragone con show famosi made in UK, siamo più vicini alle gag di Little Britain che non a quelle del Flying Circus dei Monty Python.

 

Dal punto di vista tecnico, l'episodio si presenta piuttosto bene e si nota l'esperienza degli sviluppatori nel campo della grafica 2D. Gli sfondi sono disegnati con cura, seppur poveri di dettagli, e i personaggi sono ben caratterizzati. Quel che non convince sono le animazioni, davvero limitate e insufficienti a dare un senso di fluidità ai movimenti dei personaggi; non aiuta il fatto che alcune di esse siano ottenute con effetti che ricordano le deformazioni tipiche della grafica in Flash. Un limite tecnico che, unito alla totale bidimensionalità, tradisce le origini da gioco per dispositivi portatili di questa avventura.
Il sonoro è piuttosto deludente: le tracce musicali sono poche e brevi, mentre tra le voci l'unica davvero azzeccata è quella del protagonista. Riguardo al doppiaggio bisogna far comunque notare che è stato realizzato da un'unica persona, il che rende ancora più strana questa differenza qualitativa tra Hector e il resto del cast. Nel voice-over è presente inoltre un fastidioso fruscio di fondo che indica una scarsa pulizia dell'audio in fase di registrazione e post-produzione. L'assenza di una traduzione italiana, in parte compensata dalla presenza di sottotitoli (solo in inglese e stranamente mancanti nei filmati d'intermezzo), rischia infine di tenere lontani diversi giocatori che non masticano la lingua d'Albione.
Dal punto di vista del gameplay ci troviamo davanti a un punta e clicca estremamente classico, con enigmi basati sull'interazione tra oggetti e sui dialoghi. Si tratta di puzzle piuttosto semplici, che spesso si susseguono a cascata (ovvero il superamento di un primo ostacolo mostra piuttosto chiaramente il modo per superare quello successivo) e non dovrebbero mettere in difficoltà i giocatori più esperti; per questi ultimi, la durata di Hector si attesta intorno alle due ore, mentre per i novizi del genere sarà necessaria almeno un'ora in più. Anche le poche location non aiutano a dare un'illusione di maggiore ampiezza. Al contrario, alcune di esse sono decisamente poco sfruttate e sembrano inserite nel tentativo di "allungare il brodo".
L'avventura è quindi molto corta e facile, ma è comunque presente un sistema di suggerimenti per aiutare chi dovesse trovarsi in difficoltà di fronte ad alcuni dei passaggi più "insoliti" che in un'adventure demenziale come questo non possono mancare (pur mantenendo una propria logica interna).

 

A peggiorare un quadro piuttosto lontano da vette di eccellenza, arriva una conversione non pienamente convincente, con diversi bug che, seppure non siano tanto gravi da causare crash o da impedire di terminare l'avventura, sono fastidiosi in quanto riguardano la gestione dei dialoghi e degli oggetti. Anche il limite di un solo savegame a partita non è stato eliminato. A TellTale diamo quindi un'ideale tirata d'orecchi, pur lodando la decisione di prendere sotto la propria ala un interessante (ma acerbo) sviluppatore indipendente.
Nonostante We Negotiate with Terrorists lasci un po' di amaro in bocca date le premesse, l'augurio è che la collaborazione con un publisher affermato possa permettere agli Straandlooper di smussare gli spigoli di questo adventure nei prossimi episodi, attesi per la fine dell'anno.

 

TheAncientOne scrive:20/07/2013 - 09:55

Incuriosito dalla recensione, l'ho iniziato (e quasi finito...) ieri notte.
Concordo in pieno con la recensione.

A dire il vero mi aspettavo un gioco leggermente migliore: un po' più originale negli enigmi e un po' più ironico.
Abbonda il turpiloquio e le situazioni imbarazzanti, ma sa più di umorismo adolescenziale...

Non so quindi se prenderò gli altri due capitoli.

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