Mi ritrovo a dover recensire un gioco complesso, complesso perché King Arthur 2 è un gioco di ruolo strategico a carattere testuale, quindi di per se più difficile da fruire di quello che potrebbe essere un Battlefield 45 o un Fifa 2040. Complesso perché, diciamocelo, io non sono un fan sfegatato di questo genere, anzi di "questi generi" che i programmatori della Neocore Games hanno, con un pizzico di sadismo, fuso insieme per questa seconda avventura leggendaria.
E dire che mi ritengo un hardcore gamer, uno di quelli che quando sono arrivati i medikit e gli stimpack hanno gridato "al dimonio!"... ma sono anche un hardcore gamer rammollito che sputa sulla salute che si rigenera da sola, che irride la difficoltà "normale" e commisera chi utilizza la "facile", che i checkpoint ogni 30 metri diventano un'onta indelebile... salvo alla fine dire che oggi "i giochi sono tutti così e che ci vuoi fare...".
Provo allora a ricordare di quando con un cannoncino ci si facevano partitoni e penso che forse non sarà così dura e che, alla fine, sono solo icone da imparare e comandi da impartire.
Re Artù: il gioco di ruolo "guerraiolo". Un mix tra avventura testuale, combattimenti strategici di massa in tempo reale e gioco di strategia a turni: se ci mettevano qualcos'altro dentro creavano una singolarità quantistica.
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