I remake di vecchie glorie del passato, nascosti nei meandri del mio Hard Disk e di Internet sono ancora vivi e vegeti, continuamente aggiornati e soprattutto ancora TUTTI GRATIS.
Ecco una lista di giochi che tengo costantemente aggiornati (alcuni purtroppo non più sviluppati) con cui mi diletto di tanto in tanto:
OpenTTD v1.11.0 beta2 (Transport Tycoon Deluxe)
Simutrans v122.0 (Transport Tycoon)
FreeCiv v2.6.3 (Civilization)
Bronze Age v3.1.4.2 (Civilization)
C-Evo v1.2.0 (Civilization - discontinued)
FreeCol v0.11.6 (Colonization - discontinued)
Free MARS v0.8.7.5 (Alpha Centauri)
FreeOrion v0.4.10.1 (Master of Orion)
Widelands v21 (Settlers II)
Unknown Horizons v2019.1.214 (ANNO series)
Triple-A v2.5.22294 (Axis And Allies il boardgame)
Battle for Wesnoth v1.14.15 (Warlords series)
Elona v1.22 (Rogue - discontinued)
Flare v1.11 (Diablo)
Re Artù si sta recando a Camlann per affrontare un’ultima volta Mordred, colui che con il suo tradimento ha messo fine al sogno di Camelot. Nei panni di uno dei personaggi resi immortali dai racconti del ciclo arturiano dovremo dunque incamminarci verso il luogo della battaglia finale, superando imboscate, boschi spettrali e ogni tipo di pericolo. Lungo la strada troveremo vecchi amici, nuovi compagni e nemici dietro ogni angolo. E ci sarà anche l’occasione per sedersi attorno al fuoco a raccontarsi qualche storia tra mito e leggenda.
Inkle è ormai una affermata realtà nell’ambito dei videogiochi narrativi e Pendragon, continua su questo filone, anche se introduce dinamiche da strategico a turni che rappresentano una novità per gli sviluppatori guidati da Jon Ingold. Purtroppo il risultato è un po’ al di sotto delle aspettative, soprattutto perché non sembra rappresentare quel concentrato di novità che si era visto nelle produzioni precedenti della software house. Con Pendragon, che si può descrivere come ibrido tra strategia e narrativa, ritroviamo dinamiche a metà tra Sorcery e 80 Days, ma in formato ridotto. Avventure sempre diverse, come nei viaggi insieme a Fogg e Passepartout, ma partite più brevi che faticano a rimanere impresse nel cuore dei giocatori. Intendiamoci, in pieno stile inkle non mancano decine di trame e sottotrame che creano un fitto reticolo di possibilità, ma le ricche descrizioni e la complessa cosmogonia di altre produzioni di questa software house lasciano spazio alle poche parole che i protagonisti si scambiano tra un passo e l’altro o a quelle che accompagnano le location presentate con grafica sì dignitosa, ma non memorabile. Qualche dialogo ha ancora il potere di stimolare la curiosità del giocatore, ma tutto scorre via rapidamente e manca quel costante senso di meraviglia che nei titoli inkle di solito accompagna ogni mossa.
A proposito di mosse, le meccaniche della parte “giocata” sono quelle di uno strategico di posizione. Si pensi agli scacchi, o a Stratego. Ogni luogo visitato dal nostro eroe è rappresentato da una piccola scacchiera, dove le pedine possono muoversi e combattere. Le dinamiche di base sono piuttosto semplici, soprattutto se si pensa che basta un solo colpo per eliminare una pedina dalla scacchiera. Non mancano alcuni elementi in grado di sparigliare le carte come le mosse speciali e il morale, ma la ripetitività di certi passaggi fanno sì che le battaglie, alla lunga, appesantiscano un po’ troppo il ritmo del gioco, tanto da assomigliare quasi a un pedaggio da pagare per veder proseguire la storia piuttosto che rappresentare un punto di forza del gioco. Più un impedimento che un divertimento, quindi.
Dal punto di vista del comparto narrativo, l’ambientazione arturiana è sicuramente affascinante e Pendragon la sfrutta bene per creare un background coerente per le varie iterazioni delle nostre avventure, ma manca sempre quel tocco di magia che ci faccia davvero vivere le vicende nei panni dei protagonisti. Inoltre, l’accento sulla generazione procedurale di mini-storie e la particolare meccanica delle fasi strategiche fanno sì che il culmine della vicenda risulti molto sacrificato sul piano narrativo. Anche Mordred, colui che con il suo tradimento ha sconvolto Camelot, appare più come un semplice pedone da rovesciare distrattamente sulla scacchiera che come il nemico ultimo e l’odiata nemesi di Artù.
Come nota curiosa, sappiate che i circa trenta racconti intorno al fuoco sono stati in larga parte creati da fan che hanno risposto all’appello di inkle diffuso tramite social media. Il numero tutto sommato limitato di storie incluse fa pensare che la nicchia cui si rivolge Pendragon sia piuttosto ristretta.
Da parte nostra, troviamo che il gioco sia sì dignitoso, ma troppo limitato e forse poco coraggioso, al netto, naturalmente, del fatto che gli sviluppatori si siano cimentati nel genere strategico per la prima volta.
In conclusione, un titolo "minore" di una software house che finora aveva sempre stupito migliorandosi a ogni uscita e che forse adesso si è fermata per riposarsi un poco. La speranza è che presto possa riprendere il suo luminoso cammino.
L'Impero dei Neshalan è in decadenza. Vostro padre, capo dell'Impero, è stato ucciso, e voi siete in fuga con vostro fratello, mentre la ribellione vi strappa via territorio dopo territorio. Sarete in grado di sgominare i ribelli e riprendervi il trono che vi spetta di diritto? E cosa farete degli umani che hanno osato ribellarsi alla vostra razza?
Forged of Blood è un RPG tattico della indonesiana Critical Forge, che ci mette appunto nei panni di un principe di questa “razza superiore”, i Neshalan. Il nostro compito sarà quello di riconquistare il nostro impero, un territorio alla volta.
L'enfasi di questo titolo è sulla complessità – o, in alcuni casi, sulla complicazione – dei diversi sistemi del gioco. Il lavoro che è stato fatto è impressionante, se consideriamo che la Critical Forge è una software house indie, sempre certosino, ma spesso, come vedremo, si è andati un pochino troppo oltre.
Nel corso del gioco guideremo fino a tre “eserciti”, di 5 membri ciascuno, alla riconquista del territorio. Da una parte, dovremo decidere quali territori affrontare di volta in volta, in quale ordine, e quali missioni completare. Dall'altro, dovremo affrontare i singoli combattimenti con le nostre truppe.
Partiamo dal secondo “livello”, quello delle truppe da guidare in combattimento, che è anche il più “semplice”. Si tratta di un classico combattimento a turni. Ognuno dei nostri personaggi può essere equipaggiato con qualsiasi arma: il sistema di avanzamento è senza classi, basato sulle abilità, alcune legate alle armi, altre generali (abilità che aumentano il movimento, l'accuratezza, l'iniziativa e così via). I nostri personaggi, dopo ogni combattimento, guadagneranno dei punti abilità da spendere nelle armi che hanno equipaggiato e un paio di punti da spendere in quelle generali.
L'idea è quella di poter creare il personaggio che si desidera, senza essere legati a determinati ruoli. Questo, in teoria, è ottimo, e devo dire che nonostante le abilità siano veramente una marea, ci si raccapezza abbastanza bene. Però alla fine si finisce instradati su questo o quel “ruolo” per il personaggio, semplicemente perché... serve, per sopravvivere alle battaglie. Così come ci sono delle abilità bene o male imprescindibili (per esempio, quelle che migliorano l'accuratezza) e delle altre pressocché inutili. Manca un po' di varietà, specialmente nelle abilità legate alle armi.
La libertà che viene data quindi, da un lato è un po' inutile, perché bisogna per forza fare certe scelte per vincere, dall'altro lato non è sufficiente, perché manca varietà.
Molto più incasinato è il sistema magico. Sulla carta, è una figata pazzesca: per lanciare incantesimi bisogna equipaggiare una pietra particolare, che “regge” due incantesimi, di due “polarità” opposte. Bisogna quasi sempre alternarli durante il combattimento, cosa che rende necessaria molta pianificazione.
Gli incantesimi, qua starebbe il bello, possono essere costruiti da zero, agendo su determinate variabili (è molto più facile vedere la cosa "in game" che non spiegarla a parole): le variabili sono *tantissime* e il sistema è davvero, davvero, troppo complicato. Sì, ci sono decine di combinazioni di effetti diversi che possiamo creare, ma è difficile capire come funziona il sistema, specialmente perché non è davvero mai spiegato. Ridurre la complessità, qui, sarebbe stata una scelta migliore.
Altre piccole cose sono invece state curate in modo adeguato. Per esempio, il movimento durante il combattimento. È diviso in tre “tipi” di movimento, e le varie abilità “usano” uno, due o tutti e tre questi tipi. Quindi, bisogna sempre scegliere di quanto effettivamente avanzare, per lasciare al personaggio la capacità, nello stesso turno, di usare le abilità legate agli altri due tipi di movimento.
In generale, il combattimento è molto tattico, e può essere vinto anche fuggendo, in alcuni casi. Ho anche trovato carino il fatto che ci sia una particolare battaglia pensata per non essere vinta... ma che i programmatori hanno lasciato “aperta”, inserendo anche la possibilità di una vittoria del giocatore (e in effetti qualcuno l'ha vinta).
Questo tipo di atteggiamento, poco impositivo e che cerca di restare aperto alle azioni dei giocatori che non erano state previste, si intravede spesso nel gioco, per esempio quando una missione cambia nel momento in cui un personaggio che non doveva morire, per caso, muore.
Ma veniamo al livello “superiore”, quello strategico. Anche questa volta, in teoria, era una figata, e per certi versi lo resta. L'idea è che ogni territorio che andiamo a conquistare abbia il suo “allineamento” o la sua personalità, e tanto più questa si avvicina al comportamento del nostro Principe, meno resistenza farà il territorio. Se si allontana troppo, potrebbero scoppiare rivolte, i nostri soldati potrebbero lasciarci e, in generale, l'appoggio del territorio non sarà tanto saldo.
Questo sistema, che gli sviluppatori chiamano Tri-Axis Philosophical Index, e di cui potete leggere nel dettaglio qui, è molto complesso. L'allineamento del nostro personaggio è sempre in mutamento, perché dipende dalle azioni che decideremo di compiere, e i suoi effetti a volte sono imprevedibili, perché non è facile calcolare quando si è scesi sotto la soglia minima di sopportazione delle truppe. E capite che non è bello trovare i soldati che disertano proprio quando avete una battaglia importante il giorno dopo!
Ho invece apprezzato il sistema di quest. Ci sono molte quest in ogni territorio, e non avrete mai il tempo di farle tutte. Decidere dove andare, cosa lasciare indietro e in che ordine fare le quest è importante, e anche questo può essere un fattore di caos: è possibile che alcune quest importanti appaiano in luoghi poco raggiungibili dalla vostra location e che abbiate solo pochi giorni per portarle a termine. Si doveva bilanciare un po' meglio la cosa, ma ho apprezzato che si sia creato un mondo troppo vasto per essere esplorato appieno, com'è il mondo reale.
Infine, parliamo brevemente della storia. Le premesse in sé sono semplici, e nessun personaggio risalta particolarmente, ma la storia è resa più significativa dalle scelte morali continue che dovremo compiere, e che sposteranno il nostro “allineamento”. L'ambientazione, di stampo dark-fantasy, riprende molto l'estetica dell'Antica Roma e benché manchi di luoghi e personaggi davvero caratteristici, mi è piaciuto com'è stato reso questo mix.
La grafica del gioco è molto spartana e la palette cromatica lo è altrettanto, con pochissimi colori a risaltare qua e là. Ci sta, visto il tono cupo del gioco, ma si sente la mancanza di qualche location suggestiva. I nemici e i nostri stessi soldati sono davvero così uguali che a volte non li si distinguerebbe se non fosse per il colore dell'armatura (e non sempre c'è quello ad aiutarci). Anche dal punto di vista sonoro non c'è nulla che lasci il segno.
Forged of Blood è disponibile solo in inglese: secondo me è un inglese alla portata di tutti, sia perché non è così complicato di per sé, sia perché i dialoghi non vanno avanti da soli. Inoltre, gran parte del gioco si svolge sul campo di battaglia, dove bisogna capire solo a cosa servono le varie abilità.
Forged of Blood è un gioco che partiva da belle idee, ma che non le ha sviluppate tutte benissimo. Il risultato è un gioco troppo complesso e un po' ripetitivo, che però mantiene il suo fascino e la sua sfida tattica e strategica.
L'ammiraglio OjO ci porta nel mondo di Crying Suns, una "space opera" creata da Alt Shift e ispirata da Faster Than Light e dalla fantascienza "sporca" di Dune e del Ciclo della Fondazione di Asimov. Riuscirà OjO nell'impossibile missione di mostrarvi un po' di gameplay in mezzo a oceani di dialoghi? (indizio: NO)
Il gioco sta affrontando in questi giorni una campagna kickstarter che ha già raccolto il doppio di quanto richiesto inizialmente. Se volete comunque dare il vostro contributo, impostate l'astroguida su queste coordinate.
Quello che vedete qui sopra è il trailer di lancio di Six Ages, successore spirituale di King of Dragon Pass.
Ambientato nello stesso mondo di King of Dragon Pass, come il suo predecessore unisce uno spirito manageriale a turni con la narrativa interattiva. Questa volta, guideremo un piccolo clan al successo o alla sconfitta, attraverso una storia altamente rigiocabile, piena di decisioni dall'impatto a lungo o a breve termine - e, ovviamente, non mancheranno i "saggi" consiglieri.
Six Ages è finalmente uscito, anche se solo per dispositivi iOS: per le versioni pc e Android si dovrà aspettare il 2019!
Sapete come si dice, no? La morte arriva per tutti, prima o poi. In Death Coming, la morte arriva più prima che poi.
Death Coming è un puzzle game della NEXT Studio in cui impersoniamo l'assistente del Tristo Mietitore. Il nostro compito è, ovviamente, quello di ammazzare più persone possibile, scatenando dei piccoli (o, a volte, non tanto piccoli) incidenti.
Ogni mappa va esaminata a fondo, in modo da imparare i pattern dei vari personaggini e la posizione delle varie Trappole Mortali, degli oggetti, dall'aspetto anche innocuo, che possono essere usati per uccidere qualcuno. Per esempio, un semplice vaso di fiori, se cade nel momento giusto, può essere infausto...
Bisogna avere inventiva e tempismo, in modo da non sprecare le Trappole e da far fuori più gente possibile. In alcuni casi, dovremo eliminare alcuni NPC specifici in modo da attirarne altri, che altrimenti sarebbero inaccessibili.
Le aree sono molto varie e tutte simpaticissime. Si va da una fabbrica di missili alla prigione di King Kong a un'isola misteriosa. C'è sempre una storiella che fa da sfondo alle mappe. Per esempio, nella mappa di King Kong, c'è la biondina che vuole liberare Kong e fuggire con lui. Nella mappa dell'isola, abbiamo una specie di Indiana Jones che vuole scoprire i segreti dell'isola.
Uccidendo i giusti NPC, faremo progredire queste storie, ma non è necessario farlo per vincere lo scenario. Dobbiamo uccidere un numero minimo di personaggi, e ci sono 3 NPC speciali per ogni mappa (i personaggi chiave per la “storiella” dello scenario, diciamo). Se riusciamo a uccidere tutti, ma proprio tutti gli NPC, avremo un bel bonus al punteggio, oltre che la soddisfazione di vedere lo scenario completo. Altri bonus si ottengono facendo delle combo kill, ossia uccidendo più gente in una sola mossa.
Le mappe aumentano man a mano di complessità. Ben presto viene inserito il tempo atmosferico, che modifica le Trappole: alcune funzionano solo con la pioggia, per esempio, altre con la neve, altre con il sole, e così via. Quando avremo la possibilità di modificare il tempo a piacimento (circa), ci troveremo spesso a dover intrecciare le trappole fra loro per massimizzare la nostra efficacia.
Un altro ostacolo è dato dagli Angeli, la “polizia” dei cieli che viene a romperci le balle dopo un tot di uccisioni. Gli Angeli hanno un cono visivo celeste e se ci beccano a cliccare su qualcosa entro il loro cono, ci “multano” - ossia, ci tolgono una vita. Come nel più classico dei casi, abbiamo 3 vite, poi dobbiamo ricominciare il livello.
Death Coming è simpaticissimo e molto carino; il problema è che, specialmente all'inizio, risulta ripetitivo. Un'altra cosa che non ho molto apprezzato, è che siamo quasi obbligati a dover rifare lo scenario almeno due volte, se vogliamo puntare a uccidere tutti quanti: la prima volta, è difficile riuscire a capire bene tutti gli intrecci di NPC/trappole/agenti atmosferici/ecc ecc... Quindi tocca “sprecare” una ventina di minuti per scoprire i segreti dello scenario, poi tornare indietro e rifarlo “per bene”. È frustrante anche quando si crepa proprio alla fine, quando mancava giusto UN dannato NPC per terminare con il massimo punteggio: anche in quel caso, bisogna ripartire da zero. Questo, comunque, succede raramente, basta stare davvero attentissimi ai maledetti angeli.
Ulteriore occasione di varietà è data dagli scenari bonus, in cui bisogna ammazzare quanti più angeli possibile, per esempio, o far fuori un sacco di NPC in maniera più “diretta” e cose così.
Graficamente, il gioco è adorabile, pucciosissimo. Tutti i personaggini sono kawaii e blocchettosi, la palette è molto colorata, gli effetti sonori sono comici. La musichetta di fondo è carina e, se non dico sciocchezze, si tratta di una versione dello Schiaccianoci.
Death Coming è anche in italiano. La traduzione presenta qualche errore, ma è più che sufficiente per giocare senza problemi.
Che dire? Ogni tanto serve anche un gioco come Death Coming, da giocare in mezzo a roba più impegnativa, magari. Giocarlo tutto di un fiato potrebbe annoiare, perché, nonostante la varietà che si sforza di introdurre, la meccanica è bene o male sempre quella. Ma è carinissimo, simpatico, dona una sfida non indifferente (specie negli scenari avanzati) ma è scalabile anche per chi non vuole impegnarsi tantissimo. Molto ben riuscito!
Un gioco non basta mai al buon OjO! Mentre sta ancora attraversando le gelide lande di Frostpunk, eccolo lanciarsi in missione con Battletech, il nuovo gioco degli Harebrained Schemes, gli stessi autori di Shadowrun Returns.
Anche in questo caso, una mezz'ora non era sufficiente, e OjO si è lanciato in una serie di video-tutorial del gioco, a partire dalla creazione del personaggio, che potete vedere qui sopra. Seguiamolo assieme!
Link per acquistare Battletech su Humble Bundle, supportando OGI
L'instancabile OjO oggi ci porta non uno, ma ben 4 video dedicati a Frostpunk, il nuovo survival/strategico degli 11 Bit Studios.
Una nuova era glaciale ha sconvolto il mondo e l'umanità sul finire dell'800 ma ovviamente noi non ci lasciamo abbattere e tentiamo di sopravvivere. Sarà riuscito, OjO, a durare più di 10 minuti? Scopriamolo assieme!
E' in sviluppo il successore spirituale di King of Dragon Pass, il misto di strategico/manageriale/rpg ambientato nel mitico mondo di Glorantha.
Si chiamerà Six Ages e riproporrà lo stesso mix di gameplay e, come potete vedere dal trailer qui sopra, anche la stessa magica atmosfera. Speriamo di vedere a breve qualcosa di più.
Ojo ci porta alla scoperta di Surviving Mars, manageriale / simulatore / strategico della Haemimont Games per Paradox Interactive.
Sarà riuscito a portare l'uomo sul pianeta rosso... e soprattutto a farlo sopravvivere tra guasti, tempeste di sabbia e piogge di meteoriti? Nel video qui sopra, vedremo i primi passi dalla costruzione degli edifici di base fino alla prima cupola residenziale.
Anche il buon Ruler è inarrestabile, ormai: dopo averci mostrato Praetorians, si è lanciato su Mordheim, adattamento videoludico del gioco da tavolo di Games Workshop.
Alla guida di una banda di topini (e quale altra fazione si poteva scegliere ;)?), The Ruler ci mostra, in una missione, le caratteristiche del gioco!
E' da poco uscito Fear Effect Sedna, titolo sviluppato da Sushee per Square Enix.
Sedna è il sequel di Fear Effect, gioco horror/sci-fi del 2000, e combina stealth, azione e pausa tattica, il tutto in visuale isometrica.
I vecchi fan della serie re-incontreranno personaggi già noti e pare che John Zuur Platten, l'autore del primo titolo, abbia dato una mano per la storia di questo sequel.
Fear Effect Sedna è disponibile su Humble Store, Steam e GOG.
Into the Breach ha fatto proprio breccia nel cuore del nostro Ojo! Nuova mezz'ora dedicata al nuovo titolo dei Subset Games, già autori di FTL.
Come sarà andata, questa volta? Dal titolo del video sembrerebbe meglio, ma lo scopriremo con certezza solo seguendo le avventure di Ojo contro gli insettoidi!
Dopo aver visto le nuove unità e in genere le novità introdotte da Back to Hell, l'espansione del gioco base, il coraggiosissimo Ojo ci mostra una delle missioni storiche della serie.
Si tratta di "Caumont's Gap" che vede contrapposte la prima divisione di fanteria americana (il Grande Uno Rosso) e la seconda divisione panzer tedesca.
Come se la sarà cavata il nostro Ojo? Scopriamolo assieme!
Il sito di OldGamesItalia è attualmente "in letargo". Nuovi contenuti saranno aggiunti con minore regolarità e con possibili lunghe pause tra un articolo e l'altro.
Il forum rimane attivo, ma meno legato al sito, e gli aggiornamenti riguarderanno principalmente le sezioni di IF Italia e della versione italiana del Digital Antiquarian e del CRPG Addict.
Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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