Lime Ergot è una breve AT scritta da Caleb Wilson, autore abbastanza prolifico attivo da inizio 2000.
È probabilmente il suo titolo più conosciuto, scritto in poche ore per ECTOCOMP 2014 (dove si è classificato sesto), e poi successivamente espanso e rifinito, fino alla versione definitiva che è apparsa anche su sub-Q.
Lime Ergot racconta una breve esperienza, probabilmente di tipo allucinatorio o onirico.
Ci troviamo abbandonati sotto un pontile davanti all'oceano, nei pressi di una città che in un passato non ben definito è stata conquistata con la forza.
Intorno a noi un macchinario per miscelare cocktail e un vecchio generale su sedia a rotelle di vimini.
Il nostro unico compito sarà creare un cocktail "Teschio Verde" per il generale.
Il titolo al momento dell'uscita ha suscitato un certo interesse nella comunità, perché è stato uno fra i primi ad utilizzare le "descrizioni telescopiche": una sorta di "esplorazione a cascata", dove osservando un oggetto si scoprono nuovi sotto-oggetti da osservare... e così via, superando i limiti fisici e temporali della singola location di gioco.
Il primo gioco ad utilizzare in modo intensivo questo affascinante meccanismo narrativo è stato probabilmente Castle of the Red Prince (C.E.J. Pacian), ma molti altri ne sono seguiti, costruendovi intorno gameplay via via più convincenti e profondi. Fra questi vale la pena ricordare: Sisters of Claro Largo (David T. Marchand), Enigma (Simon Deimel), e Toby's Nose (Chandler Groover) -il mio preferito in questo sottogenere-.
Lime Ergot è sostanzialmente un breve (circa 20 minuti) one-room game, praticamente privo di enigmi.
Tutto il piacere dell'esperienza è legato al fascino delle descrizioni telescopiche, unite alle deliranti immagini a cui ci sottopone.
Il setting in realtà è abbastanza intrigante, tratteggiato con poche parole efficaci.
Peccato che tutto sia molto fine a sé stesso. Non c'è una vera e propria narrazione, il gameplay è ridotto all'osso, e anche il finale arriva e non lascia il segno.
Nel 2014 era forse molto innovativo, oggi dobbiamo riconoscere che il concept è stato esplorato ed utilizzato meglio di così.
Tuttavia è un'esperienza brevissima, che per gli appassionati può valere la pena di essere provata.
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