L'Interactive Fiction Ai Tempi Del Tablet
Interactive Fiction At Your Fingertips!

Se certi giochi non muoiono mai, può però cambiare il modo di giocarci. Dopo averlo scoperto quasi per caso, sostengo ormai da tempo che certi generi possono trovare una nuova vita sui nostri tablet. Fra questi generi due in particolare si prestano davvero alla perfezione a una esperienza mobile: avventure grafiche e avventure testuali.

Questo breve articolo si propone di spiegare il perché e di condividere con voi i piccoli accorgimenti che ho adottato nel tempo e che hanno fatto rifiorire in me la mia passione per questo genere intramontabile.
Il software di cui parlo è tutto per iOS, ma le alternative su Android non mancano sicuramente.

PER QUALE MOTIVO GIOCARE SUL TABLET?
Innanzitutto perché con il tablet si può giocare ovunque.
Se certi giochi si basano su riflessi vigili e adrenalina alle stelle, le AT sono un'esperienza più intima e rilassante. Si sa: un buon libro lo si legge meglio sul letto (o sul divano, o in giardino, o in spiaggia, o in qualunque altro luogo di vostro gradimento). Poter giocare alle AT ovunque lo si desideri, aggiunge veramente tanto all'esperienza di gioco, perché la riconduce in quella sfera personale che è propria della lettura e delle esperienze culturali in genere.
Il tablet non sarà come un buon vecchio libro, ma ne restituisce almeno in parte il feeling. C'è poco da aggiungere: una AT su un tablet è più godibile che su un monitor 27 pollici di ultima generazione.

Poi perché con il tablet si può giocare in ogni momento e anche per pochi minuti.
Forse non si direbbe, ma le AT si prestano anche a una fruizione mordi e fuggi, quasi impossibile sul PC.
L'attesa fra un appuntamento e l'altro, un breve viaggio in treno, una pausa caffè, sono tutte occasioni buone per portare avanti la nostra storia, magari per mappare quelle 3 o 4 location che avevi lasciato in sospeso, riservandosi la parte enigmistica/narrativa a quando si ha più tempo.

Per finire perché con il tablet abbiamo tutti gli strumenti tecnologici di ultima generazione a portata "di dito".

QUALI APP UTILIZZARE (PER iOS):

L'app principe è ovviamente Frotz per iOS.
Attualmente Frotz è da preferire, grazie alle sue tantissime funzioni, anche alle altre piattaforme commerciali. Al riguardo vi rimando alla mia recensione di The Lost Treasures of Infocom, dove spiego perché anche per i giochi Infocom è consigliabile Frotz rispetto al parser appositamente sviluppato.

Riepilogo però brevemente i vantaggi di questa stupenda app:
- Testo scalabile dinamicamente con due dita
- Salvataggi illimitati
- Sistema di copia-incolla automatico delle parole nel parser con un semplice doppio tocco
- Auto-completamento di tutte le parole interattive (bastano 3/4 caratteri e il parser ti suggerisce il termine che vuoi usare).
- Abbreviazione automatica e personalizzabile di tutti i verbi
- Appunti sempre disponibili in-app e richiamabili con lo strisciamento del dito da destra a sinistra.
- Cloud tramite DropBox per la condivisione dei salvataggi anche multi-piattaforma (ideale se giocate un po' da PC e un po' da Tablet).

A Frotz poi io accompagno altre due app, che tengo una alla sua sinistra e l'altra alla sua destra: Safari e Pureflow.
Per passare fra le tre app si può infatti usare lo scorrimento a destra o a sinistra con le quattro dita, oppure fare doppio click sul tasto HOME dell'iPad. Niente di più comodo.

Safari lo utilizzo per tenere sottomano i vari siti che di volta in volta potrebbero essermi utili.
Ad es.:
- Dizionario inglese-italiano
- Wikipedia per ricercare le cose insolite in cui ci si può imbattere nel corso delle nostre avventure (Felix Klein? Heliopause?)
- Soluzione / mappa del gioco su internet

PureFlow invece è una app dedicata ai diagrammi di flusso, che io utilizzo ormai da tempo per mappare i giochi e con cui sono riuscito anche a venire a capo di alcuni labirinti discretamente difficili.
Il vantaggio di questa app (oltre a restituire delle mappe molto chiare ed eleganti) è la semplicità/intuitività d'uso. Non permette di fare cose mirabolanti, ma con pochi click del dito si realizzano efficacemente le nostre mappe.
Senza contare che funzionando in maniera digitale, è infinitamente più semplice mappare un AT così che su carta, dove si è costretti costantemente a cancellare e ridisegnare.
Semplice, intuitivo, e ad un gesto "delle quattro dita" di distanza da Frotz!

Il risultato è che, armati di tablet (anche obsoleto), avrete sempre con voi non solo tutte le vostre avventure testuali preferite, ma anche tutti gli strumenti necessari per giocarle.
E finalmente (fidatevi!) troverete il tempo e la voglia per risolvere quell'avventura testuale che avevate lasciato a metà. E in più lo potrete fare comodamente sdraiati in giardino sotto le stelle.

Scarica Frotz iOS

Scarica PureFlow per iOS

Discutiamone insieme sul forum di IfItalia

Plundered Hearts

Plundered Hearts è un'avventura testuale della Infocom, pubblicata nel 1987. L'unica della Infocom scritta da una donna, Amy Briggs (originariamente arrivata alla Infocom come betatester), nonché l'unica con una protagonista femminile.
Il tocco femminile dell'autrice è gradevole e immediatamente riconoscibile nella delicatezza della scrittura e nella leggerezza delle tante immagini che vengo regalate al giocatore. Al riguardo vale citare quella -vividissima- della barca ormeggiata sotto la luna piena della baia dell'isola di St. Sinistra.
La nostra protagonista invece è un personaggio a tutto tondo, che non abusa degli stereotipi femminili ma che sa brillare per la propria femminilità. La sua figura prende vita coerentemente, riuscendo a essere in modo credibile una donna in un mondo di pirati. La nostra eroina salverà il padre, sconfiggerà il cattivo Governatore e troverà l'amore.
Come lei, anche i comprimari sono ben caratterizzati; primo fra tutti il nostro amore, il pirata e gentiluomo Falcon.  

Come tante avventure della Infocom, anche questa ha un setting ben riconoscibile e prende ispirazione da un genere letterario ben definito. Stavolta si tratta di un romanzo rosa, ad ambientazione storica, che si svolge nei Caraibi dei pirati. Personalmente ero molto scoraggiato da questa combinazione, ma devo dire che alla prova dei fatti tutto funziona alla meraviglia.
L'ambientazione piratesca è resa in modo *magistrale* ed è palese che dietro ci sia stato un grosso lavoro di studio e di ricerca, a partire dalla terminologia sempre appropriata al contesto, per arrivare alla ricostruzione della location e dei comportamenti della società del tempo. Pollice su!
Anche il genere "romanzo rosa" è affrontato da Amy Briggs con grandissima intelligenza e non meno ironia. Ne sono ripresi i cliché e i luoghi comuni, per metterli efficaciemente al servizio della storia e dell'avventura testuale. Diventano una cornice che permette al giocatore di muoversi in un "territorio noto", consentendogli però di godere al meglio del gioco e della narrazione. In questo modo Plundered Hearts riesce a essere molto di più di un semplice romanzo rosa con i pirati.

Dal punto di vista della difficoltà (pur non essendo ufficialmente etichettato dalla Infocom) Pludered Hearts è archiviato nella raccolta The Lost Treasures of Infocom come "Intro". Ed effettivamente è una delle avventure testuali della Infocom più facili (insieme a Wishbringer, Seastalker e Moonmist), anni luce più accessibile dei titoli "standard" tipo Zork 1 e Trinity. Resta ovviamente un titolo da non prendere sottogamba, specie se confrontato ai giochi odierni, ma è indubbiamente una delle poche IF della Infocom che realisticamente può essere terminata anche da avventurieri alle prime armi.

Ma in cosa si concretizza questa minore difficoltà?
- Per prima cosa il gioco è diviso in tre aree (l'introduzione, la barca e l'isola), di ampiezza crescente, ma che possono essere navigate senza dover ricorrere a una mappa.
- Non ci sono maze.
- Le location sono connesse fra di loro in maniera logica e fisicamente corretta, quindi anche la creazione di una mappa non è difficile.
- Il numero di oggetti trasportabili è ridotto e non ci sono limiti di ingombro (può sembrare una sciocchezza, ma questa rappresenta una grossa difficoltà nella maggior parte delle avventure Infocom).
- Ogni sezione ha dei limiti di mosse, ma questi limiti sono molto ampi e si sa sempre cosa fare. Personalmente sono "morto" una sola volta per ogni sezione a causa del numerso limitato di azioni a disposizione.
- Gli enigmi sono sempre abbastanza logici e chiari. E tutti sono risolvibili con i "comandi base".
- È veramente ridotta al minimo la possibilità di infilarsi in vicoli ciechi (cosa che invece è già assai comune nei giochi di difficoltà standard).

Da lodare anche la possibilità di risolvere un paio di enigmi (probabilmente i due più difficili, fra cui quello del coccodrillo) in modi diversi; niente di trascendentale, ma aggiunge realismo e varietà al gioco.
Si segnala anche la possibilità, nella bella scena finale, di determinare con le nostre azioni finali diversi. Anche se la scelta dipende in sostanza soltanto dalla nostra ultima azione, anche questo è un altro piccolo tocco di classe.

Promuovo quindi con piacere il gioco, che mi ha appassionato e divertito.

Resta un gioco breve e facile, ma proprio per questo potenzialmente più appetibile per tutti. Se sono ben pochi oggi quelli che posso trovare la determinazione di giocare e completare giochi "impossibili" come Zork e Trinity, Plundered Hearts è invece un titolo alla portata di tutti. Non vi durerà settimane intere, anzi forse solo qualche ora, ma sarà stata una bella esperienza.