E' tempo di risalire sulla nostra macchina del tempo videoludica in compagnia della guida di Ogi per eccellenza, il Vaccaro di Mezzanotte.
Mentre preparate i fazzoletti per cercare di non versare troppe lacrime, vi proponiamo un viaggio nella storia dell'Amiga, facendoci aiutare da quanto Yuotube ci offre per andare a ricordare epoche e persone oramai dimenticate dai più.
Allacciatevi la cintura e inserite il dischetto..si parte!
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Sono qui, di nuovo, a tediarvi, di nuovo, con qualcosa di commodoroso. Poi prometto di parlare anche d'altro (ma non per molto, siamo sempre su 950 Rittenhouse).
Concludiamo come promesso con la seconda parte questo viaggio nella memoria che ci ha portato a scoprire le origini (geografiche) della mitica Amiga; è stato un viaggio doloroso, ma necessario per scoprire come e dove quel sogno nacque.
Questa volta passeremo anche dall'Italia, sicuramente una delle patrie più amate per la macchina della mitica C, in luoghi avvolti da quell'aurea di amarcord che solamente le leggende sono in grado di donare.
Ringraziamo quindi Vaccaro per averci fatto da guida, nell'attesa che ci porti presto sulla macchina del tempo, alla scoperta di nuovi passaggi di quella che, in fondo, è la nostra storia...
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Ora vi racconto un aneddoto. I chip designer e gli ingegneri Commodore erano un gruppo di autentici svitati. Chiunque abbia mai sentito parlare Randell Jesup, coder di Amiga DOS, non se ne meraviglierà. Ebbene, loro amavano farsi gioco della dirigenza e l'argomento principe cui si appigliavano erano i dossi rallentatori (speedbumps) vicino alle aree i parcheggio di West Chester.
Nei primi anni novanta misero in giro la voce secondo la quale questi dossi, facendo sobbalzare i camion che portavano via i computer completi, fossero la causa di distacchi dei chip dai socket e in genere di lesioni all'hardware. Ovviamente una sciocchezza, ma che fu ripresa di diverse riviste del settore e si diffuse un po' ovunque.
Ma torniamo alla geografia di Commodore. Se il cuore pulsante per il nord America era West Chester, quello per l'Europa era suddiviso quasi equamente tra Gran Bretagna e Germania.
Inauguriamo oggi una nuova rubrica con cui di volta in volta apriremo le porte del passato per andare a visitare e conoscere quella che è stata la storia del mondo dei videogiochi.
Il primo novello Virgilio in questo viaggio ad alto contenuto di amarcord è il nostro Vaccaro di Mezzanotte che ci porterà alle soglie della mai troppo rimpianta Amiga, facendoci visitare luoghi ed edifici dove il sogno nacque e poi si infranse.
Pubblichiamo quindi la prima delle due parti che compongono questo articolo, nella speranza che leggendole possiate portare la vostra mente ai tempi che furono, con quella sana dose di oldgamer che contraddistingue ognuno di noi.
Oggi vi porto a fare un giro, sebbene virtuale, in un passato non troppo remoto. In quel passato non esisteva solo Windows, che allora nemmeno era un sistema operativo. Linux era un kernel con soli due o tre anni di vita e le distribuzioni GNU/Linux si contavano forse sulla punta delle dita, di una mano.
Era il 1994. Io avevo diciotto anni, ero in quarta liceo scientifico e passavo le serate davanti al mio fido 80286 di AMD, a giocare a titoli quali Winter Challenge, Falcon 3.0 e Sindycate, convinto che il futuro dei computer fossero solo i PC.
Questo per invidia: invidiavo i miei amici con Amiga. Amiga era davvero una macchina spettacolare e lo è ancora oggi. Una macchina che si vede esser fatta da gente che ama il proprio lavoro. Quando usavi Intuition, l'interfaccia grafica del sistema operativo di Amiga, ti rendevi conto di esser di fronte al lavoro di menti geniali. Allora Internet non era ancora accessibile a tutti come oggi (digital divide odierno, escluso), quindi non sapevi chi ci fosse dietro.
Oggi lo sappiamo: Jay Miner, Dave Needle, R.J. Mical, Dale Luck, Dave Haynie, Carl Sassenrath (di questo tratteremo diffusamente in altro articolo) e tanti altri.
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Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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