Gianluca "Musehead" Santilio, youtuber raffinato che trasmette dalla campagna senese, esperto di retrogame, avventure grafiche e birre. Voce nota anche per le varie partecipazioni a podcast come Archeologia Videoludica e Calavera Cafè, per chi desidera seguirlo ricordiamo, oltre al suo canale YouTube dell'Archivio del Sig. Santilio, anche il suo blog, dove approfondisce i propri video e la pagina Patreon, dove chi vuole può sostenerlo con una donazione mensile.
Con l’Autunno quasi alle porte, torna puntuale il consueto aggiornamento quindicinale del museo di OGI.
Ecco un dettaglio delle novità che potete trovare girovagando tra i nostri corridoi e le nostre teche virtuali:
NUOVE SCHEDE:
Oil Imperium di reLINE Software per AMIGA e per PC
The Manager di U.S. Gold per AMIGA
AGGIORNAMENTO SCHEDE ESISTENTI:
Aggiunta la prima edizione scatolata di Return to Zork
Aggiunta l’uscita n.17 (Skyfox) alla Collana Commodore Software by C.T.O.
Come sempre un doveroso ringraziamento va a tutti i collaboratori che continuano con passione ed entusiasmo ad inviarci nuovo materiale.
Se anche Voi volete contribuire a rendere ancora più prestigioso il museo con i Vs. contributi, potete proporre qui la Vostra candidatura.
Ricordiamo infine che l'area del forum dedicata al museo rimane sempre aperta per accogliere commenti e discussioni su quanto esposto.
Stanchi di emulatori e alla ricerca di vecchie sensazioni videoludiche? Come avrete intuito dal titolo a soddisfare gli aficionados della mitica console della Commodore ci hanno pensato gli organizzatori dell'Armiga Project. Di cosa si tratta esattamente? Di una mini retroconsole compatta realizzata con un Raspberry PI e un drive per floppy per Amiga 500.
Il Raspberry PI è una scheda single-board delle dimensioni di una carta di credito sviluppata nel Regno Unito per scopi didattici e per promuovere l'insegnamento dell'informatica che ha riscosso molto successo per la propria versatilità. Gli estimatori di questo prodotto non mancano neanche in Italia e anzi in molti la ritengono un prodotto rivoluzionario. La community di utilizzatori di questa scheda per gli scopi più diversi è infatti molto folta. Il Raspberry PI usa un processore ARM1176JZF-S , da qui il nome di ARMIGA.
Il progetto è ancora in fase di sviluppo e sebbene alcuni prototipi siano già stati realizzati, il futuro di questa iniziativa passerà quasi necessariamente da una campagna di crowdfunding. L'obiettivo sarà quello di ricreare abilmente l'esperienza di gioco dell'Amiga 500 nella sua totalità , rispettando persino i tempi di caricamento e altri dettagli molto importanti per un vero retrogamer. Come mostrano le immagini di sicuro si tratterà di un prodotto di piccole dimensioni e facilmente personalizzabile. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi!
L'8 aprile 2012 è scomparso Jack Tramiel, il papà della grande Commodore. Si parlerà per sempre di questo eccezionale personaggio che ha cambiato il mondo e noi redattori di C=FanGazette n.1 ci siamo sentiti in dovere di dedicargli questo affettuoso ricordo.
Nato in Polonia nel 1928, Jack Tramiel è considerato il padre fondatore della “cybercultura”. Sopravvissuto a qualcosa come 6 anni di campi di lavoro nazisti (dove perse entrambi i genitori), fu liberato dagli americani nel 1945. Di lì a poco entrò a far parte dell’esercito USA dove imparò ad accomodare le macchine da scrivere.
Una volta congedatosi dall’esercito lavorò qualche anno come taxista e mise da parte un po’ di denaro con cui comprò una bottega nel Bronx dove vendeva e riparava macchine da scrivere. Il negozio si chiamava: “Commodore Portable Typewriter” ed ebbe un tale successo che il vecchio Jack, spostatosi in Canada l’anno successivo, espanse la sua impresa, rinominata “Commodore Business Machines”, alla vendita di
materiale da ufficio e calcolatrici meccaniche.
Le cose però alla lunga non andarono molto bene per via della concorrenza giapponese e della Texas Instruments (che producevano calcolatrici elettroniche a basso costo) e la CBM fallì nel ‘76. Per tutta risposta lo Zio Jack riuscì ad ottenere 3 milioni di dollari dal ricco socio/investitore Irving Gould, con cui si comprò l’americana “Mos Technologies” cambiandone la ragione sociale in “Commodore International”.
La grande idea che poi divenne rivoluzione fu sua, dello Zio Jack: “Computers for the masses, not for the social classes”. Durante la sua gestione, la C= produsse il Commodore Pet, il Vic-20 ed il Commodore 64. Autentico squalo del mercato nei primi anni ‘80, in meno di 2 anni Zio Jack fece scendere il già basso prezzo del C=64 da quello di lancio di 595 a 199 USD annientando così ogni concorrente e facendo allontanare quasi qualsivoglia investitore dal mercato degli Home Computer.
Nel 1984, Tramiel vendette le sue quote della società ed abbandonò così la sua Commodore. In seguito lo comprò l’Atari e l’ultimo suo contributo degno di nota fu il mitico Atari ST. Zio Jack precedentemente aveva
anche provato ad acquistare Amiga Inc. e la sua tecnologia d’avanguardia ma senza successo perché la Commodore offrì oltre 4 volte la cifra da lui proposta.
Una piccola curiosità sullo Zio Jack riguarda i magnifici gioielli, unici al mondo, che l’Atari aveva fatto costruire come premio per i concorsi sui videogiochi della serie “Sword Quest” per Atari 2600 (cose come spade e corone d’oro tempestate di pietre preziose), 3 dei quali (su 5) non furono mai assegnati per via del fallimento dell’Atari dell’83. Pare che fossero esposti nel suo salotto di casa.
Nella sua accezione più antica, la parola “eroe“ veniva utilizzata per definire grandi condottieri, re o guerrieri di cui si narravano le grandi gesta nei peomi epici. Ora, C=FangGazette non è certo l’Iliade e qua tra le nostre redazioni
non abbiamo nessuno che si chiami Omero... Di fatto però se oggi tutti noi abbiamo un computer in casa lo dobbiamo in gran parte alla Commodore, alla visioni e all’operato di Jack Tramiel, un vero eroe dei tempi moderni.
L'articolo è apparso originariamente su Commodore Fan Gazette n°1e viene qui riproposto per gentile concessione degli autori.
Reduci malinconici del periodo d'oro di Amiga e Commodore, credo possiate accogliere con piacere la notizia dell'arrivo di Commodore Fan Gazette, una rivista amatoriale dedicata a tutto quello che c'è stato, c'è e ci sarà al mondo della grande C.
Il primo numero è già liberamente scaricabile e non possiamo che plaudere ad un'iniziativa che risponde in pieno allo spirito degli oldgamer, con una rivista ricca di approfondimenti e articoli interessanti. Buona lettura!
Il sito di Commodore Fan Gazette
Sfogliamo la rivista sull'Ogi Forum
Questi giorni di Pasqua sono stati sicuramente felici per diversi motivi, ma purtroppo per tutti gli oldgamer hanno rappresentato anche un momento di tristezza: l'8 aprile si è spento infatti Jack Tramiel, papà di Commodore e di gran parte della nostra storia videoludica.
Sebbene da diverso tempo non fosse più parte integrante della scena, Tramiel ha rappresentato il fondamento di gran parte del moderno mercato videoludico e come tale lo vogliamo ricordare con una della sue frasi più celebri: "We need to build computers for the masses, not the classe".
Grazie Jack!
La biografia di Tramiel su Wikipedia
Se volete partecipare alla commemorazione, venite sul nostro Ogi Forum
Domenica, 20 novembre 2011.
Una domenica come tante altre, di quelle che ti dici: "ecco adesso mi sveglio a mezzogiorno, che non ho una cippa da fare, che non ho fatto tardi ieri sera e forse 12 ore di sonno sono eccessive". Ma non importa, tanto è domenica.
Ma il buon Pizzi, sì Simone Pizzi, quello che assecondiamo nelle sue manie di conquista podcastiana in Archeologia videoludica e in un'altra miriade di trasmissioni via internet. Proprio lui, la sera prima mi dice: "domani c'è una fiera sul retrocomputing, in particolare il Commodore! Ci andiamo!?". Potrei dire di no, ma poi mi sguinzaglierebbe dietro la sua gatta mannara e Diosasolocosa potrebbe succedermi.
La banda di Archeologia Videoludica è un fiume in piena: abbandonato per un momento il microfono, ecco prendere in mano la tastiera per regalarci una presa diretta dalla fiera Retro Commodore tenutasi in quel di Roma il 20 novembre 2011; grazie quindi alle parole di Marco "Il distruggitore" Gualdi preparatevi ad un tuffo nel passato che andrà a lambire addiruttura il mitologico Commodore 65.
Buona lettura!
Link all'articolo
Link all'Ogi Forum
Link al sotto forum di Archeologia Videoludica
Vi avevamo già parlato del ritorno del Commodore 64 e di come questa notizia avesse colpito il nostro cuore di oldgamer, messo a dura prova dalle notizie circolanti su questa leggenda tutta bit e fantasia.
Diduz ci regala ora una disamina fra amore e ragione sulle motivazioni che potrebbero spingere al suo acquisto e un'analisi ragionata su quello che questa rinascita può significare in senso ampio. Buona lettura!
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Link alla discussione sul forum
Link al sito di Commodore
Concludiamo come promesso con la seconda parte questo viaggio nella memoria che ci ha portato a scoprire le origini (geografiche) della mitica Amiga; è stato un viaggio doloroso, ma necessario per scoprire come e dove quel sogno nacque.
Questa volta passeremo anche dall'Italia, sicuramente una delle patrie più amate per la macchina della mitica C, in luoghi avvolti da quell'aurea di amarcord che solamente le leggende sono in grado di donare.
Ringraziamo quindi Vaccaro per averci fatto da guida, nell'attesa che ci porti presto sulla macchina del tempo, alla scoperta di nuovi passaggi di quella che, in fondo, è la nostra storia...
Link alla discussione sul Forum
Link all'articolo - parte seconda
Link all'articolo - parte prima
Ora vi racconto un aneddoto. I chip designer e gli ingegneri Commodore erano un gruppo di autentici svitati. Chiunque abbia mai sentito parlare Randell Jesup, coder di Amiga DOS, non se ne meraviglierà. Ebbene, loro amavano farsi gioco della dirigenza e l'argomento principe cui si appigliavano erano i dossi rallentatori (speedbumps) vicino alle aree i parcheggio di West Chester.
Nei primi anni novanta misero in giro la voce secondo la quale questi dossi, facendo sobbalzare i camion che portavano via i computer completi, fossero la causa di distacchi dei chip dai socket e in genere di lesioni all'hardware. Ovviamente una sciocchezza, ma che fu ripresa di diverse riviste del settore e si diffuse un po' ovunque.
Ma torniamo alla geografia di Commodore. Se il cuore pulsante per il nord America era West Chester, quello per l'Europa era suddiviso quasi equamente tra Gran Bretagna e Germania.
Inauguriamo oggi una nuova rubrica con cui di volta in volta apriremo le porte del passato per andare a visitare e conoscere quella che è stata la storia del mondo dei videogiochi.
Il primo novello Virgilio in questo viaggio ad alto contenuto di amarcord è il nostro Vaccaro di Mezzanotte che ci porterà alle soglie della mai troppo rimpianta Amiga, facendoci visitare luoghi ed edifici dove il sogno nacque e poi si infranse.
Pubblichiamo quindi la prima delle due parti che compongono questo articolo, nella speranza che leggendole possiate portare la vostra mente ai tempi che furono, con quella sana dose di oldgamer che contraddistingue ognuno di noi.
Oggi vi porto a fare un giro, sebbene virtuale, in un passato non troppo remoto. In quel passato non esisteva solo Windows, che allora nemmeno era un sistema operativo. Linux era un kernel con soli due o tre anni di vita e le distribuzioni GNU/Linux si contavano forse sulla punta delle dita, di una mano.
Era il 1994. Io avevo diciotto anni, ero in quarta liceo scientifico e passavo le serate davanti al mio fido 80286 di AMD, a giocare a titoli quali Winter Challenge, Falcon 3.0 e Sindycate, convinto che il futuro dei computer fossero solo i PC.
Questo per invidia: invidiavo i miei amici con Amiga. Amiga era davvero una macchina spettacolare e lo è ancora oggi. Una macchina che si vede esser fatta da gente che ama il proprio lavoro. Quando usavi Intuition, l'interfaccia grafica del sistema operativo di Amiga, ti rendevi conto di esser di fronte al lavoro di menti geniali. Allora Internet non era ancora accessibile a tutti come oggi (digital divide odierno, escluso), quindi non sapevi chi ci fosse dietro.
Oggi lo sappiamo: Jay Miner, Dave Needle, R.J. Mical, Dale Luck, Dave Haynie, Carl Sassenrath (di questo tratteremo diffusamente in altro articolo) e tanti altri.
Il sito di OldGamesItalia è attualmente "in letargo". Nuovi contenuti saranno aggiunti con minore regolarità e con possibili lunghe pause tra un articolo e l'altro.
Il forum rimane attivo, ma meno legato al sito, e gli aggiornamenti riguarderanno principalmente le sezioni di IF Italia e della versione italiana del Digital Antiquarian e del CRPG Addict.
Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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