Minori, agente della Polizia Metropolitana di Tokyo, ha un brutto incubo ricorrente che riguarda un robot senziente. Ormai ogni robot che vede le ricorda quello del sogno e riesce a innervosirla – e come se non bastasse, deve andare a indagare un nuovo caso di omicidio. Come andrà a finire?
Murder è un'avventura cyberpunk punta e clicca creata da Peter Moorhead, autore di Stranded. Dura circa 15 minuti e la storia è esattamente quella che vi ho riassunto sopra. Come dite? Manca il finale? No, il finale non c'è. In verità, manca proprio una storia di qualche tipo: al massimo possiamo dire che qui c'è l'inizio di una storia. Ho vagamente capito che l'idea sarebbe quella, originalissima, dei robot che prendono coscienza e si ribellano agli umani. Almeno, credo di aver capito questo. Ma è un'idea messa lì, non c'è uno sviluppo, non c'è un obiettivo, non c'è *niente*. Anche le poche azioni che facciamo nel gioco hanno poco o zero senso. Minori va alla scena del crimine, le comunicano che la sua presenza è inutile (che ci siamo andati a fare allora???), lei torna a casa e “scopre” il killer (cioè, presumibilmente. Lei ci dice che è così, ma non c'è alcun nesso logico che la faccia arrivare a questa conclusione. Potrebbe essere paranoia? Non lo sapremo mai).
L'ambientazione è altrettanto anonima: questa Tokyo cyberpunk non ha né il tempo né lo spazio di mostrarsi ai nostri occhi in qualsivoglia dettaglio. È tutto tecnologico, e ci sono i robot. Fine del dettaglio.
Enigmi non ce ne sono e l'interazione, di qualsiasi tipo, è scarsissima. Si tratta di cliccare per esaminare oggetti o per passare da una location all'altra. Minori compie le pochissime azioni bene o male da sola.
Si salvano l'aspetto grafico e quello sonoro. Le locations e i personaggi sono carinissimi, da fan della pixel art non ho potuto non apprezzare. E la ost è molto bella, crea la giusta atmosfera, senza la quale anche quel minimo di senso che si può raccogliere dalle scenette sparse verrebbe a mancare.
Il doppiaggio è bruttino, invece, e non se ne sarebbe sentita la mancanza (peraltro: sviluppare un minimo di trama invece di perdere tempo a doppiare dialoghi insulsi?).
Non posso consigliare questo Murder neanche agli appassionati di cyberpunk, perché sarebbe come consigliare uno slideshow su Legolas ai fan del Signore degli Anelli: ve lo potete fare a casa, gratis, e probabilmente meglio. Lo stesso vale per Murder: volete una detective story cyberpunk? Sedetevi sulla poltrona o stendetevi sul letto e immaginatela, avrete più di quanto avreste, pagando, con Murder.
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