Le Orme del Chisciano

Sono nel nulla, e questo è tutto.
La cosa non mi spaventa, qua non è buio. Al contrario...

(Il Chisciano)

Fra i tanti personaggi della lettura classica, ce ne sono alcuni che da sempre ispirano altri autori e che sono diventati (anche a distanza di decenni) protagonisti di nuove storie e di altri generi. Fra questi un posto d'onore lo merita sicuramente il don Quijote de la Mancha di Cervantes, che ha ispirato anche "Le Orme del Chisciano", la seconda avventura testuale de Lo Smarrito.
Per questa sua nuova fatica, Giancarlo Personeni abbandona i toni cupi della crime story, che caratterizzavano La volontà dei morti, e ci delizia con una storia leggera, dolcemente a cavallo fra realtà e finzione.

L'AMBIENTAZIONE
A cavallo fra realtà e finzione, Le Orme del Chisciano alterna scene ambientate nell'Italia dei giorni nostri, a scene ambientate in un vasto mondo immaginario ("il Caleidomondo"), creato dal protagonista stesso a uso e consumo della sua strabordante fantasia.
Il giocatore entrerà nella vita vera di questo ragazzo con una tale profondità introspettiva da risultare a tratti quasi imbarazzante, vista l'intimità dei pensieri di cui veniamo a conoscenza. Da questo punto di vista, Le Orme del Chisciano ci ricorda certi passaggi di La Vita? Non Venitemi A Parlare Della Vita.
Il Caleidomondo mette in scena invece un'ambientazione fantasiosa, quasi fiabesca, dotata di una delicatezza invidiabile e di un immaginario molto variopinto.

Colpisce la maturità della trama, che rispecchia bene la maturità che l'interactive fiction sta lentamente guadagnando.
Lo Smarrito non ha bisogno di draghi e di piani di distruzione di massa nel suo Caleidomondo. Non c'è il nemico, non c'è Il MaleTM e non ci sono per una volta nemmeno gli stereotipi di genere. Il nostro Chisciano non fugge da chissà quale realtà tremenda, non è l'eroe senza macchia e senza paura, e non mette nemmeno in scena l'ennesimo abusato remake della Terra di Mezzo.
Quella del nostro Chisciano è una vita normale, senza problemi e senza patimenti particolari. E in un certo senso perfino le sue debordanti fantasie sono... normali. Piacevolmente normali.
Attraversare questa normalità si rivela gradevole, abituati come siamo a un mercato mainstream che si tiene sempre più distante dalla vita vera. Le Orme del Chisciano ci parla di noi stessi, proprio come ci aspetteremo che facesse un buon libro, e per questo noi lo accogliamo a braccia aperte.

IL GAMEPLAY
L'impostazione è quella classica di un'avventura testuale a parser, programmata in Inform. Tuttavia alcuni elementi lo distinguono da altre produzioni simili, nel bene e nel male.

Vi è un alto livello di interattività, dettato da numerosissimi bivi e da una notevole quantità di enigmi facoltativi e di piccoli segreti da scoprire, che si innestano su una storia principale di per sé abbastanza lineare.
Questo è sicuramente un must, considerando che alcuni di questi bivi sbloccano intere scene facoltative. Tuttavia il gioco non sempre mette a frutto al meglio questa grande quantità di contenuti che mette in campo. Non tutti questi bivi sono palesi, e capita di imboccare una strada senza aver compreso di essere passati per un bivio. Altre volte capita invece di non aver intuito la presenza di contenuti aggiuntivi facoltativi da "sbloccare" o, ancora, di averli sbloccati a caso.
Il Chisciano abbonda di materiale, molto di più che nella maggior parte dei titoli simili, ma non tutti i giocatori riusciranno a scoprirlo o ad apprezzare fino in fondo l'ampia varietà di opzioni a loro disposizione.

Un discorso simile vale anche per la struttura enigmistica.
I puzzle classici abbondano e non mancano nemmeno quelli di stampo più enigmistico. Sono ben inseriti nell'ambientazione e in continuità con la trama; alcuni oltretutto intrecciano elegantemente i piani della realtà e della fantasia, il ché offre ancora più profondità all'esperienza.
Le Orme del Chisciano non è un gioco che risolverete in pochi minuti. E potrà essere apprezzato al meglio solo da chi vorrà dedicarcisi con impegno. Tanti gli enigmi, tantissime le location (oltre 50!) e -soprattutto- tantissimi gli hot spot presenti in ogni locazione.
Da questo punto di vista il gioco contraddice quindi in parte i canoni del genere. Se già nei giochi Inform ogni location ha un'unica funzione, nel Chisciano ogni location può contenere moltissimi oggetti diversi. E, per di più, questi sono spesso nascosti nello scenario e non sempre è immediato trovarli, imponendo quindi lunghe fasi di esplorazione degli ambienti. In cambio di questo il gioco ci ricompensa offrendo centinaia di descrizioni dettagliate  e riempiendo ogni nostro passo di dettagli interessanti, che magari non manderanno avanti la trama, ma che certamente arricchiscono l'ambientazione e vanno a costituire una parte fondamentale dell'esperienza di gioco.

CONSIDERAZIONI FINALI
Chisciano non è un gioco usa e getta. Richiede tempo e dedizione, ma in cambio regala un'esperienza originale e mai banale, che sarebbe difficile immaginare scritta in un altro modo o con un altro mezzo.
Qualitativamente e quantitativamente è un salto avanti notevolissimo rispetto a La volontà dei morti (che pure vantava una storia di tutto rispetto).
A differenza di tante altre avventure testuali, ne Le Orme del Chisciano la narrazione prevale sul (e forse surclassa il) comparto enigmistico; ed è cosa rara e apprezzabile. Poteva forse essere ancora più user-friendly e forse si poteva "fare di più con meno", ma la complessità non deve essere considerata un difetto, quanto piuttosto una caratteristica di questo titolo e della sua storia.

NOTA:
Le immagini che trovate in questa recensione sono opera di NanoMortis e con l'occasione vi consigliamo di visitare la sua splendida galleria. Alcune delle sue immagini arricchiscono la versione FULL de Le Orme di Chisciano.

DISCLOSURE:
Chi scrive questa recensione ha avuto il piacere di fare da betatester per la prima parte del gioco, giocando alla versione solo testo.

Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

(Francesco Guccini - Don Chisciotte)

Leggi la recensione de La Volontà dei morti (il primo gioco de Lo Smarrito)

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Manca Solo Un Verso A Quella Poesia - Capitolo 1

Titolo:
Manca Solo Un Verso A Quella Poesia - Capitolo 1
Autore:
Mariano Sassi
Genere:
Fantasy / medievale, Fiabesca
Anno:
2014
Sviluppato:
Inform6 - formato Z-Code
Piattaforma:
Windows, Linux, OS X, iPhone/iPad

Come si può evincere dal sottotitolo, questo è il primo capitolo di una trilogia di impianto fantasy nella quale il giocatore si troverà catapultato in un mondo incantato, popolato da creature mitiche ed immaginarie.

Ad accompagnarlo una guida molto speciale a cui potersi rivolgere proprio come se fosse realmente al suo fianco. Anche la sua magia è a disposizione e nel corso dell’avventura potrà essere sfruttata per esplorare le varie locazioni, per interagire coi personaggi e per sfuggire alle forze elementali che cercheranno di ostacolalo.

Ma ben presto si scoprirà che "incantato" non significa solamente "roseo": comparirà la presenza di un pericolo incombente che tallonerà il giocatore in modo incalzante e, forse, quella non sarà neppure la minaccia minore...

Un'altra interessante innovazione di questo titolo è la possibilità nel corso del gioco di testare il proprio livello di "avventurosità", conquistando sia un rango (che indicherà l'abilità del giocatore) che un punteggio (che indica la progressione nel gioco). Senza tralasciare che i più bravi sapranno trovare un’area segreta in grado di anticipare qualcosa degli altri capitoli di questa saga.

Che la fantasia abbia inizio!

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