Flight of the Amazon Queen

Flight of the Amazon Queen è un avventura grafica classica, in pieno stile anni '90.

All'epoca si contraddistinse per essere una delle prime AG a sfruttare il CD-Rom, non facendosi mancare niente: dal doppiaggio completo (in Inglese ma con sottotitoli in Italiano), fino "all'alta" risoluzione. Senza dimenticare i primi piani tratteggiati a mano, che all'epoca destavano sempre l'attenzione di un pubblico che stava entrando nella nuova epoca multimediale.
Nei primi anni duemila FotAQ ha goduto di una seconda giovinezza, grazie alla sua liberazione e al supporto di ScummVM.
E, come una fenice, FotAQ risorge -inaspettatamente- una terza volta, a distanza di qualche anno, grazie a un porting (a pagamento, nonostate la versione PC sia ancora liberated!) per iPhone e iPad, realizzato da iPhSoft appoggiandosi per la conversione all'engine di ScummVM.


 

La struttura del gioco è quella del più classico dei punta e clicca dell'epoca d'oro, con un'interfaccia in stile SCUMM dotata di verbi, hotspot e oggetti dell'inventario da combinare insieme.
L'interfaccia è caratterizzata da qualche verbo di troppo (Sposta, Apri, Chiudi, ecc.), un po' in controdentenza rispetto ai titoli dello stesso periodo, che ormai stavano già veleggiando verso una più moderna interfaccia "one-click" (vedi Hand of Fate), e che in FotAQ sembra invece essersi fermata al glorioso SCUMM di primissima generazione (vedi: Maniac Mansion e Zak McKraken).
Un altro neo dell'interfaccia sono le icone raffiguranti gli oggetti dell'inventario: decisamente troppo grandi, costringono il giocatore a navigare in lungo e in largo un inventario che è sempre ricchissimo di oggetti.

 

Ciò che ho apprezzato più di ogni altra cosa di FotAQ è la lunghezza e la varietà dell'avventura.
Ci sono decine e decine di location, caratterizzate da una buona varietà (dalla città, alla giungla, passando per l'immancabile tempio perduto) e da un numero elevato (ma gestibile!) di hotspot. Fortunatamente il gioco non si risparmia nemmeno in quanto a oggetti nell'inventario e a personaggi con cui interagire.
Tutti elementi che si combinano in un numero elevatissimo di enigmi, tale da far impallidere le piccole e modeste avventure contemporanee. Terminare il gioco significherà aver percorso un'avventura lunga e immaginifica nella foresta Amazzonica.
Sono proprio la lunghezza e la varietà che riescono ancora oggi a gratificare l'avventuriero moderno.

Il gioco si  svolge nell'america degli anni'50. Il lavoro di ricostruzione fatto dagli sviluppatori riesce a rendere bene l'ambientazione, con vestiti e arredi abbastanza credibili.
Non è certo un segreto che trama e protagonista (il pilota a noleggio Joe King) siano ispirati a Indiana Jones; in modo fin troppo palese. Tuttavia Joe King non riesce mai a brillare, nemmeno lontanamente, quanto il celebre archeologo della Lucas. Ce ne sarebbero le premesse, ma tutto resta tremendamente piatto e stereotipato.
Peggio ancora, la trama manca di coerenza e di una scrittura univoca e convincente. Troppe influenze diverse si sussegono senza alcun filo logico! Quella che parte come una storia di gangster, diventa presto un'avventura per archelogi alle prime armi, per poi finire nell'horror, nel surreale, a tratti nel comico, a volte nella sci-fi. E non mancono nemmeno i momenti comici e quelli semplicemente incomprensibili. Un susseguirsi di situazioni diverse e di tanti personaggi troppo stereotipati.
Il villaggio indigeno ricorda i cannibali di  Monkey Island! La base segreta pare arrivare direttamente da Indy 4. Il gorilla che ti blocca la strada ricorda nella sua irrealtà la pianta carnivora di Maniac Mansion. E a dare fastidio non è il senso di deja-vu di queste situazione, ma proprio l'incoerenza con cui il tutto è tenuto insieme.

Trovo che FotAQ sia l'opposto di tanta produzione successiva.
Ha la lunghezza. Ha gli enigmi. Ha  il gameplay. C'è il gioco.
Manca totalmente la storia e il fascino, manca la "direziona artistica". Dal punto di vista della storia e dei personaggi sembra un'avventura amatoriale.

Un'occasione perduta. Un gioco che però può valere la pena recuperare, se anche voi siete fra coloro che rimpiangono gli enigmi di una volta e non gridate necessariamente al miracolo giocando a Deponia.

  

LA VERSIONE iOS:
Giusto due parole sul porting per iOS.
È stata introdotta una seconda modalità di puntamento (con zoom dinamico), per favorire gli utenti di touch screen. E la cosa è veramente apprezzabile.
Tuttavia, complici gli hotspot troppo piccoli (perché pensati per il mouse), a volte si fa un po' di fatica a impartire i comandi; specie quando si tratta di cliccare su un'uscita da una location.

Il resto funziona davvero bene e trova nei tablet la piattaforma più naturale.

Si segnala che esiste un'app specifica per ogni lingua, quindi scordatevi di passare liberamente dalla lingua originale a quella italiana.
La traduzione italiana è quella dell'epoca, curata da Andrea Minini Saldini, di livello sufficiente (seppur un dialogo -quello con i due esploratori- è bacato, ma per fortuna non blocca il gioco)

Devo ovviamente ribadire che il porting è a pagamento, a fronte del gioco originale che è stato liberato ed è scaricabile gratuitamente nella sua versione per PC.

 

Leggi l'altra recensione di Flight of the Amazon Queen presente su OGI

Flight of the Amazon Queen

La storia degli Interactive Binary Illusions non è molto lunga, eppure questo team ci ha regalato nel 1995 la loro prima, e unica, avventura grafica che riprende un pò la scia delle gloriosissime avventure della Lucas, sia per l'ironia presente in tutto il gioco, sia per la grafica colorata e dettagliata. Il gioco uscì sia per Amiga che per Pc.

Siamo alla fine degli anni '40, ed essere legati ad un palo di legno con della dinamite vicina che sta per esplodere, non è certamente un buon segno; almeno insieme a noi c'è anche una bella biondona che ci accompagnerà a miglior vita. Fortunatamente però il nostro caro amico Sparky appare su di una vasca da bagno rompendo il soffitto e ci aiuta a scappare appena in tempo! Ovviamente un boss mafioso e i suoi scagnozzi che ci sparano addosso non potevano mancare, ma i nostri eroi riescono a fuggire prima dell'esplosione della dinamite.

E’ così che inizia la storia di Joe King, pilota e proprietario della compagnia aerea privata “Amazon Queen”. 

Nel frattempo Faye Russell, diva dello spettacolo, si trova in un periodo di declino della sua carriera ma le viene offerta l'opportunità di partecipare ad un servizio fotografico in Amazzonia. Certo, arrivare da Hollywood sino in Amazzonia non è uno scherzo, e quindi si vede costretta a chiamare proprio la Amazon Queen per farsi portare fino in Brasile.

E’ da qui che le cose si complicano, perché un certo Hans Anderson, proprietario e pilota della compagnia privata “Flying Duchman Airlines”, cerca di accalappiarsi il lavoro chiudendoci in una stanza d'hotel!

Ingegnandosi non poco, Joe riesce a trovare la soluzione e ad uscire dal palazzo per inseguire Hans, che nel frattempo si è spacciato per noi ed è pronto a portare la bella Faye in Amazzonia con il nostro aereo. Arriviamo giusto in tempo per sistemare le cose da “veri uomini”, e finalmente possiamo partire per la nostra destinazione!

La sfortuna però non ci abbandona e ci ritroviamo in mezzo ad una tempesta, dove un fulmine ci colpisce e ci fa precipitare nella sconfinata foresta. Oltre ad essere sperduti qui in mezzo, Joe e Sparky dovranno affrontare svariate altre difficoltà, come incontrare le guerriere amazzoni nella loro città nascosta, fino ad arrivare all'incontro con uno scienziato pazzo che vuole unire il DNA dei dinosauri con quello delle amazzoni, allo scopo di creare un esercito invincibile! Riuscire a tornare a casa non sarà facile, come non lo sarà sopportare per tutta l'avventura l'impazienza della “diva” Faye.

 

"Flight of the amazon queen" è dunque un'avventura grafica movimentata, che non annoia mai. La storia coinvolge parecchio il giocatore e la curiosità di sapere come si sviluppa la trama fa si che staccarsi dal gioco diventi una cosa difficile. Fortunatamente la storia è abbastanza lunga e di cose da fare ce ne saranno molte, grazie anche al fatto di avere diverse location da visitare, personaggi molteplici con cui parlare e tanti oggetti da raccogliere.

Come ho accennato all'inizio, le battute ironiche accompagneranno sempre i vari personaggi principali (cosa che è sempre stato un cavallo di battaglia della Lucas) e il rifacimento per esempio ad Indiana Jones lo possiamo notare già nella copertina del gioco.

Graficamente parlando, il gioco non è molto inferiore a "The dig" (avventura uscita lo stesso anno della Lucas). La grafica è in 2D e la visuale è in terza persona. I personaggi si muovono con una certa fluidità e i dettagli non mancano, visto che si possono notare luci e ombre sui loro corpi, e una certa scelta dei vestiti e dei colori studiata, anche se il protagonista alla fine è quello creato nella maniera peggiore per quanto riguarda stile e personalità, sempre “esteticamente” parlando.

Importante parlare anche degli sfondi, che sono realizzati in maniera molto dettagliata e che in alcune visuali della foresta sono una vera gioia per gli occhi (certamente paragonandoli agli standard grafici del 1995).

La colonna sonora è anch'essa parecchio studiata e si adegua correttamente ad ogni locazione: la più orecchiabile è sicuramente quella del villaggio degli indigeni. Il doppiaggio è in inglese ed in tal senso è stato fatto un ottimo lavoro, le voci sono adeguate e usate nella giusta tonalità. Gli effetti sonori non sono affatto male, anche se le musiche rimangono superiori. L'interfaccia ricorda quella classica usata dalla Lucas nei suoi titoli.

Selezionando con il mouse i vari tasti che si possono trovare nella parte bassa dello schermo, possiamo interagire con gli oggetti e le persone che ci circondano. Nella parte sinistra appaiono sotto forma di disegni le azioni che possiamo svolgere come: "aprire", "chiudere", "guardare", "parlare"; mentre sulla parte destra abbiamo il nostro inventario. Per spostare il personaggio da una location all'altra basta selezionare con il mouse il luogo verso il quale vogliamo spostarci e cliccare. Per salvare il gioco basta usare il libro delle note, che possediamo dall'inizio dell'avventura. Insomma, questo titolo ha una giocabilità molto semplice e un’interfaccia intuibile per tutti, anche per i giocatori meno esperti.

  

Gli enigmi proposti nel gioco non sono complicatissimi anche se, a volte, può capitare di perdersi qualche passaggio e rimanere bloccati. La maggior parte degli enigmi si basano sul capire quale oggetto usare e in quale momento. Molto importante invece è la scelta dei dialoghi, perché quando vogliamo delle informazioni da qualche altro personaggio, dobbiamo scegliere la frase giusta tra quelle proposte, altrimenti se cliccheremo a caso la prima frase che appare, il personaggio con cui stiamo dialogando potrebbe anche non rispondere.

In conclusione:
“Flight of the amazon queen” è un gioco da consigliare vivamente a tutti gli appassionati di avventure grafiche, anche a chi non ha mai provato entusiasmo per le retroavventure. Di motivi ce ne sono tanti: per il fatto che la storia non sarà originalissima ma coinvolge dall'inizio alla fine, perché molte battute sono divertenti e gli enigmi da risolvere sono di difficoltà media. I colori accesi e le musiche allegre aiutano ad entrare ancora di più in sintonia con il gioco. Infine un vero amante del genere non può considerarsi un esperto se non ha provato alcuni capolavori del passato.

(Recensione a cura di: Debh)

Fate rotta sulle selvagge distese dell'Ogi Forum

Flight of the Amazon Queen

Una divertente avventura ambientata nella foresta amazzonica fra belle donne, esploratori, scienziati pazzi e pigmei, con una longevità sopra la media ed una trama che, imitando lo stile Lucas pur senza averne la stessa verve comico/surreale, prende in giro gli stilemi del genere presentando sporadicamente alcune buone idee.
Una grafica sopra la media, con ambienti ben disegnati e colorati (anche se a volte un po' monotoni) e personaggi sufficientemente caratterizzati, fa da sfondo ad enigmi ben strutturati ma a volte un pò troppo macchinosi, che rischiano di bloccare il giocatore inesperto.
L'interfaccia richiama apertamente la seconda versione dello SCUMM, con gli oggetti disegnati a fianco delle azioni nella parte bassa dello schermo, ma in più presenta la possibilità di assegnare al tasto destro del mouse le azioni più utili a discrezione del giocatore.

In sostanza un'avventura più che buona riguardo il lato tecnico e la longevità, ma che non brilla per originalità.