Flight of the Amazon Queen

Flight of the Amazon Queen è un avventura grafica classica, in pieno stile anni '90.

All'epoca si contraddistinse per essere una delle prime AG a sfruttare il CD-Rom, non facendosi mancare niente: dal doppiaggio completo (in Inglese ma con sottotitoli in Italiano), fino "all'alta" risoluzione. Senza dimenticare i primi piani tratteggiati a mano, che all'epoca destavano sempre l'attenzione di un pubblico che stava entrando nella nuova epoca multimediale.
Nei primi anni duemila FotAQ ha goduto di una seconda giovinezza, grazie alla sua liberazione e al supporto di ScummVM.
E, come una fenice, FotAQ risorge -inaspettatamente- una terza volta, a distanza di qualche anno, grazie a un porting (a pagamento, nonostate la versione PC sia ancora liberated!) per iPhone e iPad, realizzato da iPhSoft appoggiandosi per la conversione all'engine di ScummVM.


 

La struttura del gioco è quella del più classico dei punta e clicca dell'epoca d'oro, con un'interfaccia in stile SCUMM dotata di verbi, hotspot e oggetti dell'inventario da combinare insieme.
L'interfaccia è caratterizzata da qualche verbo di troppo (Sposta, Apri, Chiudi, ecc.), un po' in controdentenza rispetto ai titoli dello stesso periodo, che ormai stavano già veleggiando verso una più moderna interfaccia "one-click" (vedi Hand of Fate), e che in FotAQ sembra invece essersi fermata al glorioso SCUMM di primissima generazione (vedi: Maniac Mansion e Zak McKraken).
Un altro neo dell'interfaccia sono le icone raffiguranti gli oggetti dell'inventario: decisamente troppo grandi, costringono il giocatore a navigare in lungo e in largo un inventario che è sempre ricchissimo di oggetti.

 

Ciò che ho apprezzato più di ogni altra cosa di FotAQ è la lunghezza e la varietà dell'avventura.
Ci sono decine e decine di location, caratterizzate da una buona varietà (dalla città, alla giungla, passando per l'immancabile tempio perduto) e da un numero elevato (ma gestibile!) di hotspot. Fortunatamente il gioco non si risparmia nemmeno in quanto a oggetti nell'inventario e a personaggi con cui interagire.
Tutti elementi che si combinano in un numero elevatissimo di enigmi, tale da far impallidere le piccole e modeste avventure contemporanee. Terminare il gioco significherà aver percorso un'avventura lunga e immaginifica nella foresta Amazzonica.
Sono proprio la lunghezza e la varietà che riescono ancora oggi a gratificare l'avventuriero moderno.

Il gioco si  svolge nell'america degli anni'50. Il lavoro di ricostruzione fatto dagli sviluppatori riesce a rendere bene l'ambientazione, con vestiti e arredi abbastanza credibili.
Non è certo un segreto che trama e protagonista (il pilota a noleggio Joe King) siano ispirati a Indiana Jones; in modo fin troppo palese. Tuttavia Joe King non riesce mai a brillare, nemmeno lontanamente, quanto il celebre archeologo della Lucas. Ce ne sarebbero le premesse, ma tutto resta tremendamente piatto e stereotipato.
Peggio ancora, la trama manca di coerenza e di una scrittura univoca e convincente. Troppe influenze diverse si sussegono senza alcun filo logico! Quella che parte come una storia di gangster, diventa presto un'avventura per archelogi alle prime armi, per poi finire nell'horror, nel surreale, a tratti nel comico, a volte nella sci-fi. E non mancono nemmeno i momenti comici e quelli semplicemente incomprensibili. Un susseguirsi di situazioni diverse e di tanti personaggi troppo stereotipati.
Il villaggio indigeno ricorda i cannibali di  Monkey Island! La base segreta pare arrivare direttamente da Indy 4. Il gorilla che ti blocca la strada ricorda nella sua irrealtà la pianta carnivora di Maniac Mansion. E a dare fastidio non è il senso di deja-vu di queste situazione, ma proprio l'incoerenza con cui il tutto è tenuto insieme.

Trovo che FotAQ sia l'opposto di tanta produzione successiva.
Ha la lunghezza. Ha gli enigmi. Ha  il gameplay. C'è il gioco.
Manca totalmente la storia e il fascino, manca la "direziona artistica". Dal punto di vista della storia e dei personaggi sembra un'avventura amatoriale.

Un'occasione perduta. Un gioco che però può valere la pena recuperare, se anche voi siete fra coloro che rimpiangono gli enigmi di una volta e non gridate necessariamente al miracolo giocando a Deponia.

  

LA VERSIONE iOS:
Giusto due parole sul porting per iOS.
È stata introdotta una seconda modalità di puntamento (con zoom dinamico), per favorire gli utenti di touch screen. E la cosa è veramente apprezzabile.
Tuttavia, complici gli hotspot troppo piccoli (perché pensati per il mouse), a volte si fa un po' di fatica a impartire i comandi; specie quando si tratta di cliccare su un'uscita da una location.

Il resto funziona davvero bene e trova nei tablet la piattaforma più naturale.

Si segnala che esiste un'app specifica per ogni lingua, quindi scordatevi di passare liberamente dalla lingua originale a quella italiana.
La traduzione italiana è quella dell'epoca, curata da Andrea Minini Saldini, di livello sufficiente (seppur un dialogo -quello con i due esploratori- è bacato, ma per fortuna non blocca il gioco)

Devo ovviamente ribadire che il porting è a pagamento, a fronte del gioco originale che è stato liberato ed è scaricabile gratuitamente nella sua versione per PC.

 

Leggi l'altra recensione di Flight of the Amazon Queen presente su OGI

Edna & Harvey: The Breakout

Edna & Harvey: "The Breakout" è un'avventura grafica poco conosciuta in Italia. Nasce come progetto universitario di due studenti tedeschi, per poi diventare a tutti gli effetti un prodotto commerciale pubblicato dai Daedalic (celebre etichetta Tedesca di avventure grafiche, autrice fra gli altri della saga di Deponia).
Edna & Harvey si è guadagnato la brutta fama di essere pieno di bug, di essere pessimamente tradotto in Inglese e, più in generale, di non essere una grande avventura. Ma ci sarà anche qualcosa di buono?

TECNICAMENTE:
La prima cosa da sottolineare è che oggi il gioco è *assolutamente* privo di bug, sia l'ottimo porting per iOS, che la versione PC.
In particolare su iPad il gioco funziona alla perfezione, con un'ottima precisione dei controlli e una meravigliosa  resa dei colori pastello sul display retina.

Edna & Harvey ha uno stile grafico molto personale, con un tratto deliziosamente infantile che rispecchia perfettamente la giovane protagonista del gioco. È proprio questo disegno, infantile ma anche assai ricco di dettagli, a donare al gioco un look originale, che riesce veramente a trasmettere emozioni al giocatore. A questo si aggiungo i colori sgargianti degli ambienti, "edulcorazione" del reale che immedesima il giocatore in maniera perfetta nell'atmosfera del manicomio e nelle vicende narrate.

Come accade fin troppo spesso nelle AG, le animazioni sono molto povere, quasi da gioco in flash dei primi anni 2000, ma ciò non nuoce minimamente all'atmosfera, poiché ogni sprite (per quanto mal animato) è davvero ben caratterizzato.


 

IL GAMEPLAY:
In molti lo hanno trovato lento e "verboso".
E, effettivamente, Edna & Harvey è decisamente... lento e "verboso".
È un gioco "all'antica": fatto per durare, richiede impegno, costanza e attenzione da parte del giocatore.

Strutturalmente è un'avventura che più classica non si può.
Classica nell'interfaccia one-click, classica negli enigmi e nei meccanismi interni.
Ogni elemento è presente in copiosa quantità:
- un numero di oggetti come non si vedeva dai tempi di Discworld 2.
- un numero di location da far impallidire King's Quest 6;
- tanti personaggi strampalati con cui interagire, ognuno con *decine e decine* di linee di dialogo strampalato;
- un numero di hotspot per ogni location veramente, *veramente* elevato.

Ma ciò che impressiona di più è proprio la combinazione di tutti questi fattori.
E qui sta la novità e, probabilmente, l'elemento più interessante (ma difficile da digerire) del gioco. Ogni singola combinazione possibile di tipo "oggetto-oggetto" o "oggetto-hotspot" restituisce (anche quando non produce alcun risultato concreto) una risposta unica del gioco. E ognuna di queste risposte è una battuta umoristica/demenziale.
IL risultato è che il numero di linee di testo e di battute umoristiche scritte per questo gioco non ha forse uguali in tutta la storia delle avventure grafiche.  

L'idea di gratificare il giocatore che sperimenta le possibili interazioni del gioco con delle frasi umoristiche, che lo ripaghino anche quando non ha fatto un'azione utile al proseguimento del gioco, non è certo nuova. Anzi, si può dire che sia il marchio di fabbrica della Sierra.
Ma anche rispetto ai giochi Sierra che hanno un'impostazione simile (per esempio Leisure Suit Larry 6), in Edna & Harvey il tutto è esasperato e amplificato al massimo, diventando un vero elemento cardine del gameplay.
Giocare a Edna & Harvey significa necessariamente provare sistematicamente "tutto con tutto", andando a leggere e a sorridere di tutte le migliaia di battute che contiene.
Certo non tutte sono all'altezza di quelle di Al Lowe, ma dalla loro quantità (prima ancora che dalla loro qualità) emerge una certa soddisfazione per il giocatore.

LA TRAMA:
La trama ci racconta, a piccole gocce diluite dentro il mare di enigmi del gioco, la tragica storia di Edna e del suo coniglio di pezza, Harvey.
Edna è chiusa in un manicomio. Ma non si sa se è veramente pazza. Né si sa se è veramente colpevole del crimine di cui è accusata. Di certo il dottore che la cura non è per lei un estraneo. Altrettanto certo è che il suo caro Harvey il coniglio di pezza è solito... parlarle. E, per essere un coniglio di pezza, è anche spiccatamente sadico e pazzo.

La storia ci porterà a dissotterrare il passato dei Edna, scoprendo i retroscena della sua (presunta?) pazzia.
E alla fine sarà proprio solo il giocatore stesso a poter intuire, dentro di sé, se è Edna è davvero pazza o no.

Il gioco è un sapiente mix di ambientazione realistica e enigmi surreali, fra dialogi ironici/demenziali e quella che è invece una tematica di fondo di tragica realtà.
Una combinazione vincente, che ci racconta una storia vera attraverso la realtà ovattata di un pazzo sotto sedativi.

La violenza a cui assisteremo si mischia a spensierate battute da ragazzini nerd.
Il sangue si mischia ai colori brillanti dei background, forse accentuati dagli psicofarmaci assunti dalla protagonista.
Il ricordo di un passato spensierato si alterna costantemente ad un eterno presente agghiacciante, tragicamente  privo di ogni futuro.

Edna ha forse una sola speranza di salvarsi: il suo coniglio Harvey (e chi può dire cosa sia?!? La sua coscienza? La sua fantasia? La sua innocenza perduta?).
Peccato solo che Harvey, lui sì, sia sicuramente folle, cinico e spietato. Al di là di ogni dubbio.
A mio  modo di vedere, Edna e Harvey sono una delle coppie di protagonisti più originali e interessanti prodotti in questi ultimi anni dall'industria delle avventure grafiche.

DA GIOCARE?
Per me sì.

Ed è anche una delle avventure grafiche più interessanti attualmente presenti sull'AppStore.

È un titolo interessante, insieme anche al suo seguito Enda & Harvey 2: "Harvey's New Eyes" (molto più accessibile e mainstream), purché ne possiate accettare la difficoltà e la "verbosità". Se ci riuscite, vivrete una storia non banale, che vi imprimerà per sempre nella mente la figura di Edna e del suo cinico coniglio di pezza.

Humble Weekly Sale: Daedalic Entertainment

Questa volta riusciamo ad arrivare per tempo per annunciarvi il nuovo Humble Weekly Sale, tutto dedicato all'avventura con un'offerta ricca di titoli della teutonica Daedalic Entertainment, uno dei più importanti baluardi per i titoli punta e clicca in questi anni.

Con un'offerta libera potrete prendervi Edna and Harvey: Harvey’s New Eyes, A New Beginning - Final Cut, The Whispered World, The Chronicles of Shakespeare: Romeo & Juliet e The Chronicles of Shakespeare: A Midsummer Night's Dream; con più di 6 dollari riceverete anche Deponia, Journey of a Roach e The Dark Eye: Chains of Satinav. Voglia di avventura???

Humble Weekly Sale
Cercate nell'inventario sull'Ogi Forum

Deponia: la recensione

Amici delle avventure grafiche mettetevi comodi perchè LargoLagrande vi sta per proporre la recensione del recente Deponia, nuova avventura della "LucasArts" tedesca, la Daedalic Entertainment; sarà piaciuta al nostro censore tornato or ora da una gita di piacere dall'isola dalla scimmia a tre teste?

La risposta la troverete solo leggendo, nel frattempo vi invitiamo a continuare a seguirci e di darci i vostri feedback: per il mondo delle avventure si stanno profilando giorni interessanti qui su oldgamesitalia..

La recensione di Deponia
Sempre sull'Ogi Forum, dove l'avventura è di casa.

Deponia

Ho acquistato questo titolo con molta curiosità, affascinato probabilmente dall'ambientazione inusuale e dal concept abbastanza originale. Deponia è infatti un “junk game", non nel senso letterale del termine, ma parliamo di un'avventura grafica dal taglio fantasy-umoristico di fatto ambientata su un pianeta dove abbondano rifiuti e spazzatura di ogni tipo, in un panorama post-apocalittico alla Mad Max arricchito da un pizzico di steampunk. “Deponie” in tedesco significa “discarica” e se volessimo per puro divertimento dare un nome italiano, potremmo usare “Pattumia” per indicare il luogo dove vive e vegeta Rufus, il protagonista del nostro gioco e che funge infatti da enorme pianeta-discarica per un attiguo e ben più ricco corpo celeste, conosciuto come Elysium.

Il plot in se è abbastanza banalotto, ma presenta anche alcuni spunti interessanti e un retrogusto particolare, qualcosa che ricorda vagamente i giochi classici della Lucas, ovviamente con le dovute proporzioni. Il pianeta in questione è abitato da personaggi strani, indaffarati in qualche modo nel business dei rifiuti, tutti tranne Rufus, che è una sorta di outcast, un antieroe emarginato e denigrato dalla comunità deponiana per la sua inaffidabilità, il suo cinismo e la sua inettitudine, oltre che per la sua scarsa voglia di lavorare e per il fatto di essere il figlio di un ex sindaco che non si è affatto distinto positivamente durante il proprio mandato e che in più è scappato via abbandonandolo al suo destino.

Non mancano dunque battute al vetriolo nei confronti di questo giovane protagonista, soprattutto da parte di Toni, la sua ex fidanzata, proprietaria di un negozio di cianfrusaglie nonché sua coinquilina, che non fa che rinfacciargli la sua inadeguatezza in ogni circostanza. In un contesto del genere, Rufus cova neanche tanto segretamente un odio represso verso Deponia ed i suoi abitanti, il che lo porta a pianificare strampalati metodi per abbandonare il pianeta e per raggiungere Elysium, che come i “Campi Elisi” della mitologia greca, rappresenta appunto una sorta di paradiso destinato ad alcuni “eletti”.

L'occasione del riscatto gli si presenta su un piatto d'argento, il gioco ha infatti inizio con Rufus alle prese con il suo ultimo tentativo di fuga, mentre appare in cielo una nave proveniente da Elysium. In seguito ad un nostro maldestro tentativo di raggiungere la nave, una onorevole cittadina di Elysium, una ragazza di nome “Goal” (ed è tutto dire) precipita su Deponia e perde i sensi, così il nostro obiettivo diventerà di vincere la concorrenza degli altri abitanti tra mille difficoltà e di trovare un modo per farle riprendere conoscenza, naturalmente non per amore, ma per trarne un profitto del tutto personale.Il tutto condito da un umorismo per certi tratti divertente, per altri abbastanza prevedibile.

Graficamente, Deponia è un gioco apprezzabile, presenta infatti deliziosi sfondi in un caldo stile cartoon disegnati a mano, originali e probabilmente valorizzati da una impostazione puramente 2D. A mio parere (ci tengo a sottolinearlo), leggermente meno riuscita la realizzazione dei personaggi, i cui movimenti non sono sempre fluidi (soprattutto quello delle guardie nel finale) e ricordano alcuni manga e cartoni giapponesi, soprattutto nell'espressività facciale (mi riferisco al volto di Rufus o di Toni che in alcuni momenti sembra quello un personaggio di “Pollon”, o a quello di Goal che rimanda un po' a quello di Lamù).

Le animazioni non sono sempre eccellenti, ma il gioco in sé è esteticamente gradevole, la musica di sottofondo risulta piuttosto noiosa, più divertenti invece le canzoncine folk “epico-demenziali” che fungono da intermezzo in alcune parti del gioco. Il doppiaggio in inglese è discreto, la voce di Rufus mi sembra efficace, qualche dialogo è eccessivamente prolisso e in alcuni casi noioso, soprattutto quando non si dice nulla di importante per il proseguo del gioco e l'ironia di fondo diventa un po' ripetitiva e stucchevole.

Il gameplay è tradizionale, con una interfaccia tipicamente “punta e clicca”, ricca di interazione con l'ambiente e con gli oggetti in inventario, al quale si accede questa volta muovendo la rotellina di scorrimento del mouse (premendola visualizzerete anche tutti gli hotspot di una locazione), non so quanto utile, non credo siano queste le innovazioni di cui noi giocatori abbiamo bisogno.

Inizialmente il gioco non parte benissimo, il ritmo non è dei più elevati, le locazioni sono abbastanza limitate e questo trasmette una sensazione leggermente claustrofobica, inoltre ci sono momenti di stanca nel quale non è proprio chiarissimo cosa fare, o qualche soluzione un po' forzata (snobbando qualche alternativa più semplice sempre con gli oggetti a disposizione in inventario), però ad onor del vero il gioco cresce, soprattutto quando si abbandona l'ambientazione iniziale. Anche se la struttura narrativa è piuttosto lineare, il gioco presenta anche dei punti di non-linearità, e questo tradotto in soldoni significa che spesso c'è qualcosa di nuovo da provare quando sei bloccato, il che è assolutamente positivo per un videogiocatore.

Inoltre Deponia sa anche offrire una ottima quantità di puzzle, alcuni decisamente accessibili (surrogati più complessi e cugini alla lontana del gioco del filetto e affini) un paio abbastanza illogici e altri più leali, cervellotici e interessanti (per i più pigri c'è anche un pulsante che permette di “saltare” qualche mini-game). Nonostante possa sembrare il classico stupidotto da avventura grafica demenziale, Rufus ha un accenno di profondità, ricorda in alcuni momenti il primo Guybrush di The Secret of Monkey Island, nel suo essere un po' spaesato e sradicato, alla ricerca spasmodica di Elaine, ma purtroppo per lui non risulta altrettanto brillante, è un personaggio meno affascinante, le sue motivazioni non sono altrettanto nobili, ma soprattutto i suo commenti diventano a lungo andare leggermente noiosi nella banalità della sua comicità sempliciotta e non sempre divertente.

Tuttavia, sebbene non sia proprio un eroe positivo, anch'egli riesce a nascondere, sotto questa maschera di guascone egoista e cinico, un animo da sognatore che si riscatta nel finale, ricoprendo addirittura per un attimo un ruolo drammatico in un dialogo ricco di pathos (per un gioco comico) con il suo nemico Cletus, forse tra i più interessanti in assoluto.

Gli altri personaggi sono più che altro macchiette dal ruolo molto circoscritto, poco approfonditi e che non si contraddistinguono in alcun modo particolare (tranne forse l'anziano rivenditore di pezzi meccanici, della stazione ferroviaria) e rimangono fondamentalmente utili quel tanto che basta per risolvere il riddle di turno. Persino quello che dovrebbe essere il migliore amico di Rufus, non si conferma affatto come tale (anzi gli fa anche un bel regalino) ed è appena accennato, dimenticabile in un paio di minuti. Non mancheranno i cattivi che però appariranno solo nel finale, risultando più efficaci rispetto al resto della compagnia, anche se il compito non era dei più difficili. Il panorama dei personaggi è dunque numericamente vario ma piuttosto piatto e povero dal punto di vista qualitativo.

A rovinare un giudizio non certo esaltante ma fino a quel momento tutto sommato positivo, arriva però come un macigno un finale davvero mediocre. Deponia si conclude infatti dopo circa una decina di ore di gioco ed in modo davvero deludente e frettoloso, non solo per alcune soluzioni narrative abbastanza superficiali, ma sopratutto per la scelta di chiudere il sipario con un cliffhanger grande come una villa vittoriana, che lascia davvero l'amaro in bocca e va ad influire negativamente in modo abbastanza incisivo sul gradimento di questa avventura grafica. Lasciare qualcosina in sospeso per i vari sequel, prequel e tutto quello che viene dopo un titolo di successo (o meno) va più che bene, ma a mio modesto parere un gioco deve essere auto-conclusivo nel suo percorso, lasciare le cose in sospeso in un modo talmente sfacciato mi sembra irrispettoso e scorretto nei confronti di chi acquista oggi un prodotto già di per se di nicchia come un'avventura grafica.

Qualche riflessione finale....

Deponia è un gioco con un briciolo di identità, di coraggio e ambizione, al quale manca però un po' di pathos, un'animazione di qualità, un umorismo brillante e un finale degno di tale nome. Per il resto è un'avventura affascinante dal gusto un po' retro, che ammicca seducente a coloro che hanno amato i grandi classici della Lucas, un'avventura nata da un'idea estremamente interessante, anche se ad onor del vero il risultato complessivo non mi ha particolarmente colpito, e tutto sommato il gioco non risulta in definitiva migliore di molti altri titoli recenti.

In poche parole, bella l'idea ma...forse non sviluppata nel modo migliore, ho avuto come l'impressione che il colpo sia rimasto in canna rispetto alle potenzialità. Nonostante i vari difetti di questa avventura, credo sia però il caso di fare i complimenti ai ragazzi della Daedalic per la loro prolificità, sembra che ultimamente buona parte delle avventure grafiche sul mercato siano frutto del loro lavoro, a loro va un plauso particolare perché contribuiscono non poco a tenere in vita il genere con competenza e passione, purtroppo non sempre con originalità, ma questa volta hanno fatto uno piccolo sforzo anche in questo senso. 

La qualità complessiva dei loro giochi è sempre apprezzabile, se solo avessero la verve comica di Tim Schafer e Ron Gilbert, potrebbero fare grandi cose , non avendola però non capisco perché si incaponiscano a sfornare vagonate di giochi umoristici, simpatici ma forse addirittura penalizzati da una satira un po' “telefonata” e non sempre arguta (che però evidentemente piace), senza dimenticare che passando da una traduzione ad un'altra spesso si perde qualcosa in termini di incisività e tempi comici (come denunciato anche da alcuni giocatori). Questa è una considerazione del tutto personale, ma onestamente mi sembra che riescano a dare il meglio e a fare quel salto di qualità che noi tutti aspettiamo nei giochi con un'impostazione meno apertamente satireggiante (come in The Whispered World e The Dark Eye- Chains of Satinav). Siamo dunque al solito bivio, gioco evitabile o da non farsi scappare ?

Probabilmente né l'uno né l'altro. Non parliamo infatti di un titolo memorabile o che definiresti imperdibile, ma tutto sommato Deponia sa anche essere un'avventura divertente, in alcuni rari momenti appassionante, svagata, godibile esteticamente, frutto di un artwork davvero apprezzabile, a suo modo anche originale. In conclusione ci ritroviamo davanti al solito gioco che intrattiene piacevolmente (forse anche di più rispetto al solito) ma di sicuro non infiamma gli animi e lascia un pizzico di amarezza e disappunto per quello che avrebbe potuto essere con qualche scelta più ardita..

Ad ogni modo per adesso restiamo in attesa dei seguiti di Deponia, che a quanto pare, dovrebbero far parte addirittura di una trilogia, ai quali si potrebbe dare senza problemi un'altra chance, a patto però che non si ripetano alcuni errori, su tutti quel finale fantasma che a noi giocatori proprio non piace.

Deponia vorrebbe andare a Vapore

Scopriamo oggi che anche le avventure grafiche possono avere un sogno, e quello di Deponia è di essere distribuita da Steam. Nei forum della piattaforma creata da Gabe Newell è presente una petizione per convincere i capoccia a inserire l'avventura creata da Daedalic Entertainment (quelli di The Whispered World e A New Beginning) nella lista dei giochi acquistabili.

Se vi stuzzica l'idea di avere questo promettente punta e clicca a portata di mouse e siete accesi militanti del partito "lo comprerò appena lo metteranno in sconto su Steam", allora fate un salto qui e apponete la vostra firma.

Thread della petizione nel forum di Steam
Sito ufficiale del gioco

 

Teniamolo d'occhio: Deponia

Da Daedalic Entertainment, software house tedesca già creatrice di avventure grafiche molto apprezzate, sta per arrivare Deponia, un punta e clicca molto tradizionale ma che promette di essere divertente al pari dei racconti di Douglas Adams e Terry Pratchett. Un obiettivo mica da ridere!

La storia si svolge sul pianeta che dà nome al titolo, un ammasso di rifiuti dove le differenze di classe sono più evidenti che mai: i poveracci vivono nella monnezza che ricopre la superficie, mentre i ricchi se la spassano nel lusso delle loro città volanti, lontani dal fetore dei bassifondi.