Samaritan Paradox è un'avventura grafica realizzata tramite l'eternamente osannato Adventure Game Studio, un portale che ci spedisce dritti agli albori degli anni 90 e della grafica in 320 per 200 pxl a 256 colori, con giusto qualche concessione sull'audio che oggi si fregia senza remore di parlato campionato.
Si tratta di un gioco prodotto dai team Faravid Interactive, team svedese di base a Goteborg ed il cui nome vuole dire "colui che ha viaggiato lontano", sono al loro debutto nel mondo dei videogiochi e nonostante le luci e le ombre, che Gianluca ci analizzerà, c'è da riconoscere loro un talento promettente.
Benvenuti su INDIEtro tutta, lo spazio di Old Games Italia dedicato ai videogiochi indipendenti e amatoriali. Questa settimana ci soffermiamo su un'avventura realizzata con il tool di sviluppo Adventure Game Studio dal titolo Cirque de Zale. Commedia demenziale del 2004 realizzata quasi totalmente dall'australiana Rebecca Clements (alias Kinoko), trattasi di un indiretto tributo alle avventure Lucas e all'universo di Monkey Island, ancora più interessante poiché ideato da una game designer all'epoca poco più che ventenne. Questo a conferma che le ipotesi di coloro che ritengono che i giochi “vecchia scuola” non possano essere apprezzati a pieno e graditi anche dalla fascia “green” dell'utenza adventure di oggi, siano decisamente infondati.
Ricordate il circo dei Fratelli Bill e Alfredo Fettuccini dove per la prima volta nella storie delle avventure grafiche il protagonista di un gioco era costretto a piantarsi una pentola in testa e a planare in modo catastrofico? Sì, proprio quel circo sul quale poi Ron Gilbert è tornato a discutere sul suo ormai celebre blog “Grumpy Gamer”, lamentandosi dell'utilizzo modesto di quell'espediente nella dinamica della storia che, ripensandoci oggi, avrebbe sfruttato maggiormente. Se non lo ricordate vi tornerà in mente giocando a questa breve avventura che non mancherà di strapparvi più di qualche risata, perché a riprendere l'idea del circo ci ha pensato la Clements presentandoci questo Alexander Zale, un sarcastico e cinico protagonista che sogna di diventare il direttore di un circo con lo stesso ardore con il quale Guybrush Threepwood desidera diventare un pirata.
Il gioco parte presentandoci il nostro scorbutico Alex mentre inizia la sua sfavillante carriera circense, partendo da mansioni particolarmente umili e non proprio edificanti. In un ufficio avrebbe debuttato facendo fotocopie, sfortunatamente per lui trovandosi in un circo, gli tocca spalare sterco di elefante. Inoltre il prestigiatore è un mostro di simpatia che lo tratta con un tatto e una delicatezza esemplari , non perdendo occasione per coprirlo di coloriti apprezzamenti. Per ricambiare questo trattamento di favore, lui decide di dar vita ad un innocente scherzo cameratesco, che però non viene preso con spirito dal ricevente, che di tutta risposta sfodera inaspettate doti magiche e lo spedisce in un'altra dimensione, in particolare su una misteriosa isola governata dal re di un mazzo di carte da poker.
L'obiettivo del nostro pragmatico Alex è ovviamente quello di esplorare l'isola e le sue non poche location, parlare con i diversi strampalati personaggi e infine, dopo aver capito che in fondo questo nuova dimensione non è poi così male, quello di diventare il direttore di un circo tutto suo, snobbando ampiamente missioni più alte, come regni da affrancare o fanciulle da salvare. Il tutto condito da una satira al vetriolo a tratti davvero brillante ( soprattutto considerando che è il lavoro amatoriale di una singola persona) e di chiara impostazione lucasiana come d'altronde la quasi totalità del gioco, dalle dinamiche del gameplay, ai dialoghi sconclusionati, all'estetica di alcuni personaggi e delle locazioni, passando per la logica di alcuni enigmi che vi lasceranno una simpatica sensazione di déjà vu.
Il gioco utilizza una pluricollaudata interfaccia SCUMM che per gli old gamer non ha davvero bisogno di presentazioni e che permette di interagire attraverso i classici verbi “osserva, parla, prendi, spingi, tira” e l'uso dell'inventario. Gran parte del divertimento è incentrato sull'esplorazione dell'universo di gioco, sugli spassosissimi dialoghi con i vari personaggi, sulla soluzione di situazioni apertamente comiche, oggetti da raccogliere e utilizzare in seguito con un po' di “lateral thinking”, come da tradizione.
Ovviamente la struttura marcatamente monkeyana ne fa gioia e dolori e in certi casi il giocatore pignolo può storcere il naso davanti ad uno scimmiottamento eccessivo non solo nella struttura ma anche nella forma (tipologia di sketch, enigmi) o ad alcuni passaggi migliorabili, ma nel complesso direi che questo titolo pur con tutta la sua leggerezza porta una ventata di ritorno alle origini che di tanto in tanto fa bene a tutti quanti, se non altro per non dimenticarci quali sono alcuni dei punti di forza di una buona avventura grafica con intenzioni umoristiche.
Cirque du Zale è un'avventura relativamente breve con un impianto enigmistico molto semplice (soprattutto nella parte finale che quasi si completa da sola, ma non disperate perché l'umorismo dissacrante che regge tutto il gioco riuscirà quasi a far passare in secondo piano questo aspetto) e che potrete portare a termine in poco più di due o tre ore.
La grafica rigorosamente pixellata è di tutto rispetto, non mancano dettagli grafici e animazioni realizzate davvero con cura,il che insieme alle musiche trasudano letteralmente passione per il genere, una passione che spesso non troviamo nei professionisti del settore (senza parlare di un umorismo all'altezza).Per concludere, direi che questo è un delizioso gioco freeware che rende omaggio ad un classico intramontabile o se preferite all'avventura per antonomasia e che vi intratterrà piacevolmente.
Grazie alla localizzazione realizzata dal nostro prode Alpobemp, questo gioco è disponibile in italiano anche per gli utenti non anglofoni. Scaricatela senza pensarci due volte, ne vale la pena.
E' con estremo piacere che tutto il gruppo di Old Games Italia annuncia la nascita di una rubrica settimanale interamente dedicata all'universo videoludico indipendente e ai suoi protagonisti, al quale da sempre il nostro gruppo riserva grande attenzione, come dimostrano le nostre localizzazioni di giochi rilasciati gratuitamente . Tale rubrica si chiamerà INDIEtro Tutta! e come la sperimentale e folle trasmissione di Arbore, che i più vecchi ricorderanno, cercherà di dare spazio alla creatività e all'estro di chi sceglie una strada alternativa rispetto alle leggi del mercato tradizionale, inoltre come da titolo avrà lo sguardo rivolto spesso anche al passato videoludico più o meno recente, tra fan game, remake amatoriali e seguiti non ufficiali di titoli storici.
La prerogativa sarà quella di informare l'utenza su tutto quello che avviene nel mondo Indie in ambito videoludico, attraverso notizie, recensioni, curiosità ed interviste. La rubrica avrà cadenza settimanale e sarà un appuntamento fisso ogni lunedì, nella speranza di rendere meno amaro il ritorno al tran tran quotidiano dopo la pausa del week end.
Questo spazio sarà gestito dallo staff di OGI e da alcuni collaboratori esterni che ringraziamo sin da ora, ma soprattutto sarà una grande opportunità per molti autori di farsi conoscere e di presentare i propri giochi. Ne approfittiamo dunque per rivolgerci a tutti coloro che fossero interessati e li invitiamo a contattarci il prima possibile. INDIEtro Tutta si soffermerà in particolar modo sulle avventure grafiche, ma il nostro interesse riguarderà ogni tipo di videogioco indipendente realizzato con qualsiasi engine e farà da apripista ad un'altra iniziativa legata al mondo Indie, che vi presenteremo prossimamente e che chiamerà a raccolta l'intera community italiana di appassionati di giochi non professionali, molto attiva e vivace. Il primo appuntamento? Lunedì 24 Febbraio, solo su Old Games Italia ovviamente!
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Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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