Nuvie è un engine open source amatoriale creato per far girare Ultima VI: "The False Prophet" sui moderni sistemi operativi. Nelle intenzioni dei programmatoi dovrà presto essere in grado di gestire anche i due spinoff della serie "Worlds of Ultima": Martian Dreams e Savage Empire.
Un po' come Exult per Ultima VII e Pentagram per Ultima VIII.
Nuvie ha recentemente rilasciato, in occasione del ventennale di Pagan, una nuova versione. Ora Ultima Vi è completabile al 100% godendo anche di importanti migliorie, fra cui la possibilità di attivare la visuale a schermo intero (in stile Ultima VII) e di godere di nuovi sprite personalizzati per certi PNG.
Potrebbe essere l'occasione giusta per (ri)giocare a questo intramontabile classico del passato!
Con colpevole ritardo e una sincera tristezza, diamo la triste notizia della scomparsa avvenuta il 27 Febbraio 2014 di Aaron Allston, poliedrico autore di fantasy e sci-fi.
Nella sua lunga e prolifica carriera ha scritto romanzi, fumetti, giochi di ruolo cartacei e videogiochi di ruolo.
Aaron Allston è stato l'ennesimo di tanti Texani che hanno arricchito i nostri hobby preferiti.
Con la sua opera ha arricchito l'universo di Star Wars, il fantastico mondo di Mystara (l'ambientazione originale del Original Dungeons & Dragons) e le celebri saghe di Ultima e di Wing Commander.
Chi scrive però non smetterà mai di ringraziarlo per due sue opere in particolare: il leggendario atlante di Mystara intitolato "Il Granducato di Karameikos" e il bellissimo gioco "The Savage Empire".
Addio, Aaron!
Come si fa a non amare GOG? Uno non fa in tempo a domandarsi quando i Worlds of Ultima andranno ad aggiungersi alla già nutrita selezione dello shop polacco, che BAM!, eccoli comparire nella homepage del sito... e completamente gratis!
Savage Empire e Martian Dreams sono due gioiellini usciti a cavallo tra Ultima VI (da cui, ahimè, ereditano l'interfaccia) e Ultima VII e piazzano il sempiterno Avatar in mezzo ad avventure sbucate fuori direttamente da romanzi di fine Ottocento. Savage Empire ricorda il Mondo Perduto raccontatoci da Arthur Conan Doyle, mentre Martian Dreams ci spedisce direttamente su Marte tramite un cannone, in maniera non dissimile da quanto avviene in Dalla Terra alla Luna di Jules Verne.
Tra storie d'amore e personaggi famosi con cui confrontarci, qui le ore rischiano davvero di volare via. E mi raccomando: non lasciatevi scoraggiare da un'interfaccia antidiluviana; fate finta che l'abituarvi ad essa sia il prezzo da pagare per godervi questi gioconi (che, giusto nel caso ve ne foste dimenticati, son GRATIS!)
Sito di GOG.com
La traduzione dell'articolo "Wild Basin Expedition Returns" che compare nel manuale del gioco
Discutetene nell'OGI Forum
Siamo giunti alla conclusione delle vicende della troupe Origin dispersa nella misteriosa jungla del Wild Basin. I nostri eroi torneranno a casa sani e salvi? O il loro destino sarà quello di vagare per sempre tra le liane e le mangrovie?
dire addio ai nativi del Wild Basin non dev'esser stato facile...
Terza e ultima parte del reportage
La pericolosità della fauna dev'essere stata una delle maggiori fonti di preoccupazione per i membri della spedizione. Lo stesso non si può dire del rischio di morire di fame. Il motivo ce lo spiega The Fat Man (pseudonimo dell'autore delle musiche di The Savage Empire), un uomo enorme, pelato, con un sigaro acceso sempre in bocca, una malcelata aggressività e una testa curiosamente minuscola: "La qualità del cibo è stata la parte migliore della spedizione. Quei nativi sapevano bene come trattare gli ospiti: ogni giorno ci organizzavano banchetti, grigliate, barbecue. Una vera goduria!". A questo punto si interrompe per emettere un potente rutto, dopo di che reclina leggermente la testa, sorridendo, come se stesse assaporando la purezza di quel suono. "Comunque - continua - il cibo è l'unico motivo per cui mi imbarcherei nuovamente in un'avventura simile. Il cibo... e le donne. Solo una donna sarebbe in grado di convincere un uomo a prender parte ad un safari in un posto dimenticato da dio come questo. La mia vacanza ideale? Una bella gita in barca". Dopo un attimo di pausa, The Fat Man riprende a parlare: "E così ho detto allo stregone: 'Che emicrania! Ho la testa che sembra un pallone!' E lui mi ha curato... a modo suo..."
Seconda parte delle avventure vissute dalla Origin nelle misteriose oscurità del Wild Basin. È la volta delle interviste a Dan Bourbonnais, 'Manda Dee, Jason Templemann, Keith Berdak.
Continua il reportage della straordinaria avventura vissuta da alcuni membri della Origin nei meandri del Wild Basin.
L'incontro con i nativi
Dan Bourbonnais, 36 anni, è il supervisore del set di The Savage Empire, nonché uno degli autori dello storyboard del film. Dall'alto della sua enorme esperienza artistica e tecnica, Dan si era autoproclamato fotografo ufficiale della spedizione... cullando in segreto il sogno di incontrare i semileggendari abitanti della Hill Country. Ciò che ha trovato è andato ben oltre le sue più rosee aspettative.
'Ci eravamo persi - spiega laconicamente - e giravamo in tondo come degli idioti. Aaron continuava a dire 'Ehi, quello mi pare di riconoscerlo!' e ci guidava nuovamente per la strada sbagliata. Johann accentuava ogni suo passo e non faceva altro che urlare 'Perfetto, davvero perfetto!' mentre consultava il regolamento interno della compagnia per capire cosa fare. Steve camminava dietro a Johann e lo prendeva in giro".
"Ad un certo punto - contiuna Dan - girammo seguendo l'ansa di un fiume in secca e... eccoli lì, i nativi! Erano circa una dozzina, tra uomini e donne. Erano riuniti intorno a un fuoco sul quale avevano posto una griglia primitiva che usavano per cuocere un qualche tipo di carne. Io cominciai a fare delle foto, i selvaggi mi videro, si alzarono e... mi salutarono! Fu subito chiaro che non erano ostili.
Come promesso, ecco la prima parte della traduzione dell'articolo "Wild Basin Expedition Returns" che compare nel manuale di gioco di Worlds of Ultima - The Savage Empire. In questa puntata troverete una breve descrizione delle misteriose vicende avvenute in quella spedizione e le prime interviste ai "sopravvissuti".
Pubblichiamo qui la prima parte della traduzione dell'articolo "Wild Basin Expeditions Returns", il falso reportage che compare nel manuale di Worlds of Ultima - The Savage Empire.
di Jimmy Malone
Quando l'imprenditore Richard Garriott decise di omaggiare l'intera troupe del suo nuovo film The Savage Empire con una vacanza-safari nell'esotica Hill Country per esaminare la location dove sarebbero state girate gran parte delle scene del film, non sapeva che quello rischiava di diventare un viaggio senza ritorno.
La spedizione partì il primo giorno di giugno dal quartier generale dell'impero del divertimento guidato da Garriott nella ridente Austin, Texas. Il sopralluogo preliminare non durò molto; le comunicazioni radio della troupe erano rilassate e non evidenziavano problemi di sorta. Tuttavia, dopo il 15 giugno le comunicazioni con la truppe si interruppero improvvisamente. Nei dieci giorni seguenti, Garriott e il suo staff rimasero incollati alla radio, mordendosi le mani per la preoccupazione e sollecitando le autorità a organizzare una missione di salvataggio nella regione del Wild Basin all'interno della Hill Country. La missione, cui si unì lo stesso Richard Garriott, partì il 27 giugno.
La spedizione al completo: (da dx in senso antiorario) Keith Berdak, Jeff Johannigman,
Jeff Dee, Marc Schaefgen, Denis Loubet (dietro), Aaron Allston, 'Manda Dee, Philip Brogden,
John Watson, Jason Templeman (dietro), Bob Quinlan, George Sanger, Glen Johnson,
Mike Romero, Richard Garriott, Stephen Beeman
Il sito Ultima Aiera ha recentemente pubblicato le scansioni a colori delle fotografie che comparivano nel manuale di World of Ultima - The Savage Empire e che accompagnavano il (finto) reportage di una (finta) spedizione del team Origin nei pericolosissimi meandri del Wild Basin (nient'altro che il giardino interno della sede della software house di Lord British). Potremmo pubblicare tutte le foto qui sotto, ma noi di OGI amiamo complicarci la vita, per cui stiamo preparando la traduzione dell'articolo originale che vi proporremo a puntate insieme alle preziose fotografie. Nell'attesa, beccatevi questa immagine che ritrae, da sinistra, Stephen Beeman, Richard Garriott, Jeff Johannigman e Aaron Allston mentre consultano l'antica mappa del Wild Basin.
Sito dell'Origin Museum, cui le foto sono state donate da Origin nel 2004
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