The Blackwell Legacy

"Dormite male? Sentite voci che gli altri non sentono? Spiritelli maligni vi saltellano intorno senza posa? Ragazza (ex asociale) spigliata e spettromunita si offre di risolvere i vostri problemi con il paranormale. Telefonare ore pasti, citofonare Blackwell (appartamento 4E)."
Questo, più o meno, è l'annuncio che potreste trovare nel giornale del mattino se viveste nella New York immaginata da Dave Gilbert per la sua seconda avventura grafica commerciale dopo The Shivah.

The Blackwell Legacy è il primo episodio di una serie di avventure nelle quali il giocatore veste i panni di Rosangela "Rosa" Blackwell, una giovane scrttrice/giornalista newyorkese alle prese con un "dono" lasciatole in eredità da sua zia. Più che dono si dovrebbe parlare di maledizione, visto che nel pacco regalo era presente un fantasma con il brutto vizio di non saper tenere la bocca chiusa.
Ma cosa comporta avere uno spettro da compagnia? La prima cosa sensata da fare dovrebbe essere quella di vantarsene con gli amici, risorsa umana di cui però Rosa sembra essere drammaticamente sprovvista. Non resta che passare al piano B, ovvero diventare giocoforza (e dopo qualche svenimento) una paladina del Bene, a caccia di ectoplasmi poco concilianti o che semplicemente hanno perso la via verso la Luce... chi ha detto "Ghost"?

L'avventura è stata realizzata in Adventure Game Studio e non presenta particolari sorprese dal punto di vista tecnico; l'interfaccia è basata su un punta e clicca semplificato all'osso (come va di moda negli ultimi anni), tanto che non è nemmeno presente una lista di azioni con cui interagire col mondo di gioco. La grafica ha una qualità piuttosto altalenante per quel che riguarda i fondali, ma in generale si mantiene su livelli che ricordano titoli di una ventina d'anni fa (come Indiana Jones and the Last Crusade): la mancanza di guizzi artistici e la presenza di alcune sbavature, come un uso discutibile della prospettiva e una certa tirchieria nell'uso dei colori, incidono negativamente sul giudizio complessivo. Le cose vanno molto meglio con i personaggi (ben realizzati sia a figura intera sia quando viene visualizzato il loro primo piano durante i dialoghi) e con alcune immagini statiche, come le fotografie presenti nel gioco e la bella introduzione.

Un punto decisamente a favore di The Blackwell Legacy è la presenza di un doppiaggio completo. La qualità è più che buona considerando il tipo di prodotto (semi-amatoriale) e le voci sembrano ben adattate ai personaggi. Peccato solo che alcune frasi presentino un fruscio dovuto probabilmente a mezzi di registrazione non professionali. A completare il quadro audio, delle musiche di sottofondo soltanto discrete, né memorabili né fastidiose.
Molto gradita la presenza di una traccia audio contenente i commenti dell'autore e di una sezione dedicata agli "extra" che include gli errori fatti dai doppiatori durante la registrazione dei dialoghi.

Il gameplay è quello tipico di giochi di questo genere, anche se incentrato principalmente sullo sviluppo psicologico dei personaggi. I dialoghi (soprattutto nella prima parte) sono piacevoli e molto dettagliati, ma a farne le spese è la qualità degli enigmi: i puzzle sono pochi e di scarsa qualità, quasi fossero stati aggiunti controvoglia. Pochissimi anche gli oggetti con cui è possibile interagire.
Il tutto sa di occasione sprecata, perché alcuni elementi meritavano maggiore approfondimento. I dialoghi stessi sembrano fatti apposta per ospitare qualche rompicapo, dal momento che è possibile usare diverse frasi (che purtroppo portano tutte allo stesso risultato). Anche la trovata vagamente interessante del taccuino di Rosa (usato per interrogare i PNG e per arrivare ad alcune deduzioni) è sfruttato solo in maniera marginale. Similmente, i poteri spettrali trovano un'unica applicazione in tutto il gioco.
Le ragioni questo passo falso possono forse essere individuate nel fatto che TBL è di fatto un remake di Bestowers of Eternity, un'avventura free del 2003 realizzata sempre da Dave Gilbert. Il tentativo (non del tutto riuscito) di espandere la storia originale integrandola con elementi nuovi sembra aver avuto la priorità rispetto a un necessario approfondimento del gameplay. Rimane comunque l'amaro in bocca per la diffusa sciatteria con cui sono stati pensati e realizzati gli enigmi.

Per essere un'avventura venduta (ai tempi dell'uscita) a 15 dollari, The Blackwell Legacy offre troppo poco per raggiungere la sufficienza. La presenza del doppiaggio e di alcuni "extra" di certo la eleva al di sopra di molte avventure indie del periodo (2006) e la storia è piacevole da seguire, nonostante un calo di qualità nella seconda parte. Come adventure game, tuttavia, la carne al fuoco è davvero troppo poca per soddisfare un appassionato.
Trattandosi di un primo episodio, la durata non è eccezionale (seppure in linea con altri prodotti analoghi) e alcune trame vengono lasciate in sospeso per essere spiegate nei capitoli successivi. Un "male" congenito di questa modalità di distribuzione.

La storia continua in The Blackwell Unbound.

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