Mentre il Mondo intero si ferma per ragioni di sopravvivenza, continua la storica "console war" tra Sony e Microsoft.
Parliamone insieme nell'OGI Forum!
Con questo titolo un pizzico provocatorio, Simone Pizzi e Alex Raccuglia analizzano in questo Osservatorio, il diverso approccio di Microsoft e Sony all’ultimo E3. Chi mostra il suo arnese prossio futuro, chi mostra l’arnese che sarà…
La numerosa crew di Oldgamesitalia è stata alla Games Week, come ben sapete, e ha provato tutto quello che era disponibile sullo showfloor. In particolare, ci siamo potuti dedicare alla nuova nata di casa Microsoft, l'Xbox One.
I gentili addetti dello stand ci hanno spiegato per filo e per segno la strategia dell'azienda di Redmond per la sua nuova console. Ci hanno fatto testare il fantomatico Kinect 2.0 (che non è sembrato più preciso della prima versione) e hanno detto quanto questo voglia diventare parte integrante dei giochi hardcore grazie alle sue incredibili potenzialità. Insomma, le stesse cose che avevano detto per il primo soltanto che ora sostengono funzioni veramente (ma ci crediamo davvero?).
La console è molto voluminosa, è più grande della 360 del lancio e, con la sua mole, sembra voler escludere fisicamente gli altri device dedicati all'intrattenimento dal salotto. Il compito di accentratore di possibilità multimediali (all in one per l'appunto) non dovrebbe comunque marginalizzare la questione dei giochi. Le esclusive importanti del lancio sono ben 4 e abbiamo potuto provarle tutte in fiera.
Prima però è bene parlare del pad, che è semplicemente perfetto. È difficile trovare dei difetti in un oggetto derivato direttamente dal già ottimo joypad 360 e di cui ha rifinito i punti critici. Il peso è diminuito grazie alla rimozione del vano per le pile (finalmente lo si può ricaricare tramite usb da attaccare alla console), la croce direzionale è ora più precisa e sotto ai grilletti ci sono due ulteriori motori indipendenti per la vibrazione. L'ergonomia guadagna da questo design perfetto e un utente abituato al pad precedente si troverà immediatamente a proprio agio.
Abbiamo provato Forza Motorsport 5 con il controller e il feeling è stato ottimo. La simulazione sembra di ottimo livello, infatti Turn 10 ha inserito feature come i dati reali sulle prestazioni degli pneumatici, che, unite a un fluidissimo graficone spaccamascella, possono fare la differenza rispetto ai giochi di guida della concorrenza. Forza Motorsport 5 potrebbe convincere le masse a comprare Xbox One? Indubbiamente no, non ha il carisma di Gran Turismo, ma è evidente che gli appassionati di questo genere possono trovare in questa serie una grande alternativa sviluppata con la passione di chi è patito di auto.
Secondo gioco da citare è Dead Rising 3, che è tornato ad essere in esclusiva Xbox dai tempi del primo capitolo uscito solo per 360. Abbiamo potuto sterminare intere orde di zombie usando ogni oggetto ci venisse in mente, dalle armi da fuoco fino alle panchine. La prima cosa che salta all'occhio è la notevole quantità di nemici a schermo che fa capire cosa si possa fare con la nuova generazione di console. La sensazione è che tutti gli sviluppatori siano liberi dalle costrizioni legate all'hardware e si sbizzarriscano creando nuove iterazioni di brand storici però molto più grandi, complesse, fighe. Evoluzione non innovazione.
Terzo il mitico Killer Instinct, che da eoni era assente dalle nostre console e torna in esclusiva in forma di free to play su One. L'abbiamo potuto testare con un arcade stick di ottima fattura, con grandi risultati (un bel 2 a 0) e soddisfazione. La grafica si attesta su buoni livelli e il gioco è tecnico ma non troppo. La differenza tra i più e i meno smaliziati si vede, tuttavia ciò non si ripercuote sulla accessibilità del titolo. Unica criticità che è stato possibile riscontrare in un test così breve è un leggero input lag. Si spera non sia insito nel gioco ma sia stato una conseguenza della configurazione di prova. I dubbi permangono sul sistema di vendita. Il free to play è una grande opportunità ma rischia di trasformarsi in un grandissimo esbroso di soldi per chi vuole avere il gioco completo: staremo a vedere.
L'ultimo è Ryse: Son of Rome. Non a caso è rimasto in fondo, è infatti il meno interessante di tutti. Senza usare mezzi termini, è il God of War di Microsoft. È ambientato a Roma e non in Grecia, ma la giocabilità è molto simile e come unico pregio ha la grafica che è obbiettivamente incredibile. Il problema sorge quando, per scontrarsi ad armi pari con Kratos, servono sia un bilanciamento dei combattimenti perfetti sia una telecamera precisa: Crytek non credo possa dare certezze per il gameplay dei suoi titoli, vedi l'eternamente imperfetta serie di Crysis.
In conclusione, Xbox One al lancio avrà dei titoli che sono evoluzioni di saghe precedenti arricchite da un'unica nuova ip importante, un bilancio non male per una console che ha avuto una comunicazione pessima da parte della casa madre e pareva essere tutto quello che i gamers non volevano.
Un’alzataccia! Comincia così l’avventura degli autoinviati/imboscati del numeroso gruppo di Archeologia Videoludica e Dietrologia videoludica nel fine settimana milanese della Games Week 2013. Io e Simone Pizzi che ci ritroviamo sotto casa mia attorno alle 5.30 di mattina nella macchina guidata dalla di lui consorte che ci recapita come un pacco postale alla stazione pronti a partire per raggiungere Giuseppe Saso a Tiburtina FS.
Gli occhi sono lucidi, ma non di commozione, rossi e a malapena aperti che fissano il buio che avvolge le rotaie in lontananza. Pochi minuti e Giuseppe ci messaggia che sta già attendendo il nostro arrivo, evidentemente è stato il più mattiniero; insieme a quei pochi pendolari che salgono sulla navetta insieme a noi, lo raggiungiamo. Il tempo per un caffè, una (poco) sana esplorazione delle latrine del posto e saltiamo in groppa ad “Italo”; durante il tragitto pianifichiamo i nostri movimenti e la nostra giornata.
Cominciamo a coordinarci anche con chi è sul posto ma sicuramente non tramite il wi-fi del treno che, essendo noi poveretti stipati nello scompartimento in configurazione “pezzenti”, ha deciso di andare più lento di un modem 56k: grazie Montezemolo. Comunque tra una sonnecchiata, una partita a Candy Crush (che possiamo smettere quando vogliamo) e quattro chiacchiere sulle nuove uscite videoludiche, ci appropinquiamo alla stazione di Milano dove il nostro Stefano Paganini ci avverte che ci sono problemi alla metro, ma non su tutta la metro, solo sul tratto che interessa a noi.
Scatta il piano “taxi”. Roberto Bertoni, che nel frattempo ha deciso di farsi una scarpinata dal parcheggio alla fiera, è già arrivato e decide di darci informazioni fondamentali per raggiungerlo alla sala conferenza dove sta per entrare in scena il motivo fondamentale della nostra trasferta: Nolan Bushnell, fondatore dell’Atari, aprirà la Games Week! Un ottimo spunto per fargli qualche domanda.
Comunque torniamo a noi. Dopo esserci accreditati e ritirato i nostri pass saltiamo la fila lanciando pernacchie interiori ai poveretti costretti ai tornelli e ci dirigiamo verso la zona fiera. Roberto, come già detto, ci da le indicazioni per raggiungerlo nella sala dove Bushnell sta per “esibirsi” e lo fa talmente bene che ad un certo punto io, Simone e Giuseppe ci troviamo in una specie di loop spazio-temporale dal quale non riusciamo ad uscire. Tuttavia, tra ascensori che non vanno da nessuna parte e scale mobili che salgono solamente, alla fine troviamo dei cartelli con scritto “sala stampa”. Li seguiamo ma arriviamo ad una stanzetta dove alcuni nostri colleghi e colleghe si ingozzano si preparano al meglio alla giornata. Ovviamente non sanno minimamente dove sia la sala conferenze.
E’ solo perseverando nel proseguire nel nostro loop che alla fine giungiamo alla meta e ci sediamo nei posti che Roberto ci ha tenuto, e lì sul palco c’è lui, Nolan Bushnell. Bushnell parla, gesticola, punta il suo laser sulle slides, parla di internet, delle idee, della fantasia, di come Steve Jobs non fosse altro che un ingegnere mediocre e puzzolente ma con la passione e la capacità di scegliere bravi collaboratori come Wozniac. Insomma alla fine lo capisce anche un’idiota che non parla una parola di inglese che si sta facendo un megamarchettone, ma non importa, ce lo sorbiamo tutto. Alla fine saluta e da appuntamento a più tardi, quando risponderà alle domande. Ci saremo anche noi ovviamente.
Approfittiamo del tempo per riunirci e finalmente conoscerci dal vivo tutti quanti: io, Simone, Giuseppe, Stefano, e Carlo Santagostino; molti di noi infatti si sono “incontrati” solo via Skype. Strette di mano, baci e abbracci e la consegna a Roberto della copia di Rama che avevo messo da parte da almeno un anno. Roberto trasuda emozione bulgara da ogni poro della pelle. Un salto allo stand “gamecollection.it” e una rapida esplorazione dei vari espositori, spesso corredati da svestite fanciulle che causano notevoli difficoltà motorie ai passanti di sesso maschile costretti a gestire piedi e occhi che vanno in direzioni opposte allo stesso momento.
Alla fine viene il tempo di riempire anche i nostri protestanti stomaci che rivendicano cibo. Ovviamente essi non sanno che li attende il “panino da fiera”: 10% ingredienti semiquasi freschi, 60% ingredienti a lunga conservazione, 25% cattiva igiene, 5% essudazione varia, il tutto condito con salse di ogni sorta e ad un prezzo che in proporzione ci mangi in un ristorante da gambero rosso. Ci ingozziamo su una panca e finito il lauto pasto ci appostiamo per sorprendere Bushnell alle spalle impedendogli di sfuggire alle nostre domande. E così è!
Proprio quando si affianca allo stand di “gamescollection.it” Stefano e Carlo lo circondano, gli ficcano un microfono davanti alla bocca e gli fanno domande. Bushnell risponde mentre Simone ed io riprendiamo. Ora, malgrado entrambi fossimo a non più di 40 cm, nessuno ha capito cosa gli è stato chiesto né, tanto meno, cosa ha risposto a causa del baccano circostante, ma non importa, esistono riprese e registrazioni. Le ascolteremo insieme a voi. Ad un certo punto Stefano viene allontanato quasi a forza visto che sta monopolizzando la “star” e l’intervista finisce. Ok, il più è fatto.
Ora viene la parte in cui ci possiamo rilassare e goderci la fiera per cui, come gli attori di un film horror di serie “B”, decidiamo di dividerci; io e Giuseppe ci facciamo un giro e poi, giunti di fronte allo stand degli amici di “IGN” ci mettiamo in fila per provare “Oculus Rift”, ma ho la pancia piena… ho paura di vomitare. Eppure, malgrado i diversi capogiri accusati durante la prova, il cibo resta ben ancorato nello stomaco, è una soddisfazione! Certo che l’idea di far provare questa diavoleria in piedi non è proprio il massimo, tant’è che Simone Soletta di "IGN" mi conferma che durante la mattinata hanno dovuto recuperare un ragazzo al volo che stava precipitandosi su uno spigolo. Devo dire che l’effetto treddi è affascinante anche se, personalmente, non sento il bisogno di attrezzarmi con un casco per giocare, in particolar modo se utilizzato da diverse decine di persone sudaticce che lasciano tracce biologiche varie sul mezzo. Comunque anche Giuseppe fa la sua prova ma, essendo più avvezzo per aver già avuto esperienza con l’Oculus, non si limita ad andare in circolo per la strada presa da un livello di Half Life 2 sbattendo sui pali e irritando le guardie; riesce infatti a trovare una porta e ad infilarcisi dentro, rivelando un altro pezzo di mondo dove un tipo sta facendo la fila da solo sempre sotto l’occhio vigile di una guardia.
Una volta riunito il gruppo Giuseppe mi imbuca nello stand PS4 dove posso provare un gioco di auto; Simone ha chiesto il permesso di filmare ma, anche se il tipo all'ingresso ha dato il consenso ad eccezione dello schermo dedicato al clone di se stesso “Assassin’s Creed Black Flag”, viene intimorito da un energumeno alle sue spalle e decide di soprassedere. Il gioco “Driveclub” è il solito gioco di macchine, e francamente anche con della grafica a tratti poco next gen. In compenso posso provare anche "Knack" che subito mi fa rimpiangere Assassin’s Creed; insomma sbandierare un gioco come questo come esempio della potenza della nuova console Sony mi pare eccessivo: in fondo è un gioco “dimenare” non particolarmente attraente.
Poi passiamo davanti ad una postazione dove un ragazzo sta giocando proprio un Assassin’s Creed, dovrebbe essere l’ultimo in ordine di uscita visti gli abiti, ma le features che vediamo (assoldare prostitute per distrarre le guardie e rubare) potrebbero appartenere a qualunque altro episodio della serie; insomma novità, novità, novità. Usciamo delusi e cerchiamo di trovare nella folla Cesare Giraldi che nel frattempo è arrivato e si è intrufolato in diversi stand a fare prove. Il tempo per una foto di gruppo, un saluto a quelli che non torneranno in fiera il giorno dopo e decidiamo, vista l’ora, di dirigerci in albergo, fare finalmente il check-in e organizzarci per la cena in un locale molto particolare dove al posto dei menù ti forniscono l’I-Pad dando un nuovo senso al collezionare menù di ristoranti.
La notte passa in fretta e di buon mattino (ok erano le nove e mezza) rientriamo alla Games Week per un giro finale, un’esplorazione senza uno scopo specifico, un girovagare quasi da zombas in cerca di qualcosa di interessante che magari ci è sfuggito il giorno addietro. Va bene in realtà mi faccio un paio di foto con cosplayers standiste (che bisogna far guadagnar loro il pane) ma evito quella della Xbox one, una stangona in pantaloncini che mi intimorisce un pochino. Anche Simone decide di fare la sua prova con l’Oculus Rift e ci accorgiamo che, finalmente, hanno messo delle sedie per far accomodare le cavie.
In compenso hanno aumentato la difficoltà della tech demo in quanto hanno inserito dei nemici e la possibilità di difendersi; in effetti Simone sembra in preda a delle convulsioni quando in realtà sta cercando di muovere il personaggio, la visuale e il braccio con l’arma con tre comandi diversi con un forte rischio aneurisma. Decide di abbandonare quando, nell'impeto della sessione, si rende conto che sta cercando di abbattere un elicottero con un piede di porco. Salutiamo qualche fan, distribuiamo qualche biglietto da visita e dopo mezzogiorno ci incamminiamo verso il solito ristorante con gli I-Pad nella speranza vana di portarcene uno a casa.
Il viaggio di ritorno con “Italo” in classe pezzente è ancora peggio di quello dell’andata, con molte più persone, molto caldo e almeno quattro fermate in più; raccogliamo le idee e ci riproponiamo di organizzarci meglio per l’anno a venire nella speranza di potervi incontrare alla Games Week 2014 e intervistare la prossima “guest star” di turno.
Sebbene oldgamers non possiamo esimerci dal sederci sul fiume dell'evoluzioni videoludica e vedere le console scorrere una dopo l'altra; eccoci quindi a discutere su quella che potrebbe essere l'ultima generazione di console casalinga con i due grandy player, Xbox One e Playstation 4, ormai ai nastri di partenza.
Numerosi i dubbi che emergono per i videogiocatori di vecchia data, retrocompatibilità, blocco dell'usato e always online sono solo alcuni (e i più celebri) di questi, ma se volete discuterne con noi, l'Ogi Forum è il luogo giusto per farlo.
Il sito di OldGamesItalia è attualmente "in letargo". Nuovi contenuti saranno aggiunti con minore regolarità e con possibili lunghe pause tra un articolo e l'altro.
Il forum rimane attivo, ma meno legato al sito, e gli aggiornamenti riguarderanno principalmente le sezioni di IF Italia e della versione italiana del Digital Antiquarian e del CRPG Addict.
Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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