Return of the Obra Dinn

14 ottobre 1807, il mercantile Obra Dinn rientra nel porto di Falmouth cinque anni dopo essere stato dato per disperso sulla rotta per le Indie Orientali. A bordo solo qualche cadavere e nessuno che possa raccontare cosa sia realmente accaduto. A meno che non si trovi il modo di far parlare i morti...

In Return of the Obra Dinn l'ispettore di una compagnia assicurativa riceve il compito di stilare l'elenco dei danni subiti da questo misterioso veliero riapparso dal nulla senza anima viva a bordo. Sembrerebbe la premessa per un nuovo gioco "tutto scartoffie" come quello ambientato nell'oppressiva nazione d'Arstotzka, ma grazie a uno strano orologio e a un libro non meno sospetto (tutto tradotto in italiano!) si vedrà ben presto che quella che si ha davanti è un'avventura grafica in cui la deduzione logica è l'elemento centrale di tutta la meccanica di gioco.

Tramite l'utilizzo di questo mistico "cipollone" (con un bel teschio sul coperchio, giusto per non farsi mancare nulla) sarà infatti possibile interagire con i resti umani ancora presenti sull'Obra Dinn e "riavvolgere il tempo" all'istante della loro dipartita da questa valle di lacrime. Il giocatore si ritrova così a esplorare delle vere e proprie istantanee tridimensionali legate all'ultimo attimo di vita del defunto. Ogni tanto qualcuno di questi "diorami" farà riemergere dal passato anche qualche breve frase e rumori di fondo. Tutti elementi che portano a quello che è l'obiettivo del gioco e del buon ispettore assicurativo: ricostruire gli eventi degli ultimi giorni dell'Obra Dinn, identificando i 60 membri dell'equipaggio e determinandone con precisione la causa della morte (che, come si vedrà, può avvenire nei modi più cruenti).

All'inizio, com'è intuibile, il compito sembrerà particolarmente gravoso, visto l'altissimo numero di persone presenti a bordo e per il fatto che si possono fare soltanto due cose: osservare e ascoltare. Se poi ci si mettono eventi sovrannaturali a complicare ulteriormente le cose, allora qualche cuore debole potrebbe già decidere di gettare la spugna. Ma Lucas Pope non delude mai ed ecco che di fronte agli occhi del giocatore si dipana pian piano una vicenda a incastri perfetti che non lasciano spazio al caso: dettagli e indizi sono sparsi per tutta la nave, coadiuvati dal diario di bordo (il librone misterioso cui si accennava poco sopra) che fornisce strumenti utili per non perdere mai la bussola, tra cui un bel disegno raffigurante l'intera ciurma, una lista completa dell'equipaggio, una mappa e pagine specifiche per ogni morte. Vedere questi spazi vuoti riempirsi grazie all'intuito e alle capacità deduttive è davvero uno dei più grossi piaceri videoludico-narrativi che si possano trovare negli anni recenti.

E se il gameplay è particolare e assai "soddisfacente", di sicuro non sfigura nemmeno l'aspetto tecnico, che ha impegnato Pope per ben quattro anni, da premesse molto semplici (la volontà di ricreare un look "monochrome" da schermi anni '80) che hanno portato a sviluppi sempre più complessi. Non starà a questa recensione entrare nei dettagli, che sono affidati all'interessante thread nel nostro forum (commentato dall'esperto TheRuler).

Return of the Obra Dinn è forse una delle avventure deduttive migliori di tutti i tempi, che elimina ogni tipo di distrazione (non ci sono enigmi veri e propri, né interazione con gli oggetti) per focalizzare ogni energia sull'indagine pura, basata esclusivamente su indizi visivo/uditivi e sulle capacità delle "celluline grigie" del giocatore.

Qualche difetto? Forse la trama principale è un po' debole. E forse non è un gioco particolarmente lungo.

Sicuramente è un capolavoro.

La Obra Dinn arriva sui nostri schermi

Dopo Papers, Please, Lucas Pope si è messo a lavoro su Return of the Obra Dinn e, finalmente, il gioco è stato completato e rilasciato!

Si tratta di un mystery in prima persona, ambientato nel 1807. Una nave mercantile, la Obra Dinn, partita nel 1804, è tornata nel porto di Falmouth, con le vele danneggiate e senza equipaggio. Starà, ovviamente, a noi investigare sull'accaduto risolvendo enigmi ed esplorano la nave.

Sul forum di OGI abbiamo seguito da vicino lo sviluppo del gioco, grazie alle demo e ai devblog rilasciati da Pope, che mostrano come ha costruito il fantastico stile grafico di Return of the Obra Dinn.

Il gioco è disponibile anche in italiano.

Recensione di Papers, Please

Continuamo a tenerlo d'occhio: Return of the Obra Dinn

Vi avevamo già parlato del nuovo gioco di Lucas Pope, autore dell'ormai famoso Papers, Please. Si tratta del Return of the Obra Dinn, un mistery in prima persona dalla grafica oltremodo interessante.

Continuano i progressi sul gioco, anche se lentamente e tra mille difficoltà, come descrive lo stesso Pope in questo post, e finalmente viene completata una nuova demo, in tempo per la GDC. Vi mostriamo un'immagine del livello di completamento della nave "protagonista" del gioco.

Sembra proprio che Pope stia superando gli ostacoli lungo il percorso e che Return of the Obra Dinn sarà un titolo, graficamente, almeno, spettacolare!

Rilasciata la traduzione italiana di Unsolicited!

Il caro Ragfox oggi ci regala la traduzione italiana di Unsolicited, titolo che Pope ha presentato al Ludum Dare di quest'anno.

Il gioco tradotto, in cui vestiamo i panni di un compilatore di "spam", è giocabile in browser direttamente dal nostro sito!

(update) Esce Unsolicited, il nuovo gioco di Lucas Pope

Update: aggiunto il gameplay del gioco realizzato da Leonardo Boselli

Da Lucas Pope, creatore di Papers, Please, arriva un nuovo gioco, creato in occasione del Ludum Dare 33.

Il tema del Ludum Dare era "Sei un mostro" e il gioco risultante è Unsolicited, un... simulatore di compilazione scartoffie. Nello specifico, dovremo compilare simpatici messaggi di pubblicità con cui intasare le casette della posta di tutto il paese.

Potete giocare Unsolicited, gratuitamente, a questo link!

 
 
Gameplay del gioco
Qui di seguito potete vedere il video del gameplay del gioco registrato da Leonardo Boselli sul suo canale Twitch:

Teniamolo d'occhio - Return of the Obra Dinn

Nel 1802 il veliero inglese Obra Dinn viene dato per disperso al largo del Capo di Buona Speranza. Sei anni dopo, nel 1808, l'Obra Dinn arriva finalmente a destinazione, con le vele danneggiate... e nessun membro dell'equipaggio a bordo. Un ispettore portuale viene incaricato di salire sulla nave per recuperare il diario del capitano...

Questo è l'incipit del nuovo gioco di Lucas Pope, già famoso per Papers, Please e The Democria Times. Return of the Obra Dinn sarà un'avventura mystery in prima persona con una grafica estremamente vecchio stile (1-bit rendering, la definisce l'autore).

Il gioco è nelle primissime fasi di sviluppo e Pope non ha ancora definito bene i dettagli su trama e gameplay, ma l'obiettivo è quello di sperimentare nuovi percorsi narrativi e di interazione, tra cui l'abbandono di una impostazione basata sulla semplice raccolta di oggetti e di indizi. Anche l'aspetto visivo è sperimentale, così come il motore che muoverà tutto (l'Unity prende il posto di Haxe, molto amato dall'autore).

Qui su OGI attendiamo impazienti nuovi dettagli su Return of the Obra Dinn e non mancheremo di tenerlo d'occhio!

Papers Please vince e convince

Papers Please , l'originale ed evocativo gioco di Lucas Pope, incentrato su protocolli e scelte morali di un impiegato dell'ufficio immigrazione in un immaginario paese che trasuda vecchie ambientazioni Soviet, è un titolo che è finito sotto i riflettori e che ha attirato l'attenzione di  videogiocatori e di addetti ai lavori, al punto da diventare uno dei giochi più discussi degli ultimi mesi. Oltre a convincere, questo gioco ora ha cominciato anche vincere. Nell'ambito della celebre Game Developers Conference , tenutasi a San Francisco, ha avuto luogo l'Independent Games Festival, manifestazione organizzata dall'UBM Tech Game Network e che incorona puntualmente il miglior gioco indipendente dell'anno. Come da titolo è stato proprio Papers Please a portare a casa non solo lo scettro di re dei videogiochi indie del 2014 ma anche il  Seumas McNally Grand Prize , un premio in denaro di circa 30.000 dollari , per aver raggiunto un livello di eccellenza nel design e nella componente narrativa. La redazione di Old Games Italia, che da subito ha riconosciuto il valore di questo titolo, dandogli ampio spazio e traducendone l'iniziale edizione beta, non può che fare gli auguri a Pope ed esprimere soddisfazione per questo meritato premio.

Se ancora non avete giocato a Papers Please potete trovare la recensione esattamente qui e provare la demo in italiano che trovate qui . Ovviamente ci aspettiamo che veniate a discuterne insieme a noi sul forum di OGI , nell'apposito thread .

 

Papers, Please

Papers, Please, prima fatica commerciale dello sviluppatore indie Lucas Pope, può essere descritto in poche parole come un simulatore di burocrazia. E' il 1982, voi avete vinto la lotteria annuale del lavoro, e siete diventati controllori di frontiera  nell'immaginario stato simil-sovietico di Arstotzka. Il vostro compito è decidere chi può entrare e chi no nel vostro glorioso stato controllando che i documenti di chi richiede il passaggio siano a posto. Sembra semplice e noioso, in teoria, vero? Lucas Pope riesce a rendere questo compito difficile e affascinante.

Tanto per cominciare, siete pagati per ogni persona che smistate correttamente, quindi dovete essere sia precisi che veloci nel controllare i documenti. Ma, giorno dopo giorno, i dettagli e le carte da verificare si moltiplicano. Si passa dal semplice passaporto, di cui controllare data di scadenza e nazione di appartenenza, a passaporto, carta di identità, permesso di entrata, carta del lavoro e magari anche bollettino medico. Dovrete controllare che il nome sia sempre lo stesso, che altezza, peso e tratti caratteristici siano corretti, che nessun documento sia scaduto, che il sesso riportato sulle carte sia quello giusto, che ogni carta abbia i timbri ufficiali, che durata e motivo della permanenza riportate sul permesso di entrata coincidano con quelli che il richiedente vi dirà a voce, che il bollettino medico riporti i vaccini giusti – e magari che la persona che vi sta mostrando tutti questi documenti non sia un criminale il cui identikit è apparso sul quotidiano del giorno.

Ben presto avrete un metodo persino per posizionare i documenti sul bancone, in modo da avere quanti più dati possibile sott'occhio e poter guadagnare anche pochi preziosi secondi. Inoltre, il vostro stipendio “per persona” non aumenterà mai, anche se avrete sempre più documenti da controllare, quindi dovrete comunque riuscire a smistare correttamente 8-10 persone al giorno se non volete che la vostra famiglia passi la sera affamata e al freddo. Un eventuale attentato terroristico bloccherà tutto il lavoro e naturalmente non verrete risarciti per la giornata persa.


Questo è l'aspetto che rende Papers, Please un bel gioco: scovare gli errori nei documenti a tempo di record, riuscire a smistar più di 10 persone in un giorno solo, è divertente e tiene incollati allo schermo abbastanza a lungo.


Ma quel che fa di Papers, Please una vera perla di gioco sono le storie che è capace di raccontare con pochissimi strumenti a disposizione e le scelte morali a cui vi mette di fronte.

Un uomo vi mostra i documenti: sono in regola, lo fate passare. Lui vi ringrazia e vi raccomanda sua moglie, subito dietro di lui. Lei non ha i documenti in regola, però: la fate passare lo stesso? I primi due “errori” non vi verranno pagati, dal terzo in poi ci rimetterete di tasca vostra. Oppure: se una persona non ha i documenti a posto, potrete decidere se farlo arrestare – ed è implicito dall'atmosfera del gioco che la prigione in Arstotzka non è molto “civile” - oppure rifiutargli l'entrata e basta. Ma se lo fate arrestare, vi verranno dati dei piccoli bonus. Cosa fate?

La scelta non è mai facile, specialmente perché dovrete farla più e più volte, e le conseguenze della vostra decisione sono spesso invisibili. Le prime volte magari rifiutate ogni mazzetta, vi comportate “correttamente”. Poi vostro figlio si ammala, e vi servono soldi per le medicine – e l'affitto è appena aumentato. Oppure la supplica di quella persona vi fa cambiare idea, o siete stufi dell'ennesimo tizio scortese che vi prende a male parole solo perché state facendo il vostro mestiere... e alla fine del gioco  potreste trovarvi a pensare: “Davvero ho fatto arrestare tutta quella gente come se niente fosse? Non potevo essere più comprensivo, o più corretto?”. E' estremamente realistico e molto cupo.


Sono anche presenti piccoli archi narrativi supplementari che aggiungono varietà alle giornate lavorative, e naturalmente comportano altre scelte: un'organizzazione segreta vorrà reclutarvi per far capitolare il governo; un vostro amico vorrà riunirsi con la sua fidanzata; uno strano vecchietto si presenterà con dei documenti *scritti a mano*... tutti questi personaggi e situazioni vi porteranno a voler sapere “cosa succede dopo”, e potrebbero essere più interessanti del gameplay stesso.

A questo si aggiunge l'atmosfera del gioco, magnificamente ricreata da Pope. Arstotzka è uno stato oppressivo, immerso nella miseria e sommerso dalla burocrazia, e ogni elemento del gioco è utilizzato per rafforzare questo concetto: dal gameplay e dalla storia, di cui abbiamo già detto, alla grafica statica e dall'aspetto "grezzo", in cui le persone sono anonimi omini sullo sfondo, alla palette di colori smorta, fino alla musica ripetitiva, quasi militare; ogni elemento contribuisce a calarci nei panni di questo controllore di frontiera che cerca di fare il suo mestiere senza pestare troppi piedi.

Papers, Please ha due modalità, “storia” e “infinita”, e venti diversi finali, il che aumenta di certo la rigiocabilità. Un problemuccio è il fatto che gran parte degli eventi che rendono interessante il gioco sono scriptati: accadranno sempre il giorno tale, sempre nello stesso modo. Dopo aver giocato una volta, si perde il gusto della sorpresa, perché si sa già cosa accadrà. Tali eventi sono inoltre assenti nella modalità “infinita”. Per fortuna è possibile ricominciare a giocare da un giorno qualsiasi, quindi se si vogliono solo sbloccare i diversi finali, è possibile segnarsi il giorno in cui si è compiuta una determinata scelta (cosa però non sempre facile, visto che a volte non è ovvio che un preciso evento porterà a una catastrofe una settimana dopo) e ripartire da lì.

In conclusione, Papers, Please è un ottimo gioco, e dimostra che non servono grandi strumenti o grandi capitali per creare un'esperienza originale, divertente e profonda, se si hanno un buon concept e una grande cura dei dettagli.

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