I Consigli del Drugo - Parte III
Raccolta libera di mini-recensioni sui videogiochi

 
E rieccoci al terzo e ultimo (per ora) appuntamento con "I Consigli del Drugo", prima di salutarci per le vacanze estive e correre a rintanarci in qualche fresco rifugio (e portate la borsa del bowling!). Stavolta troviamo alcuni titoli esclusivi per dispositivi mobile (Android e iOS), purtroppo di qualità non eccelsa e non mancheranno le avventure grafiche, genere piuttosto popolare nella tana del Drugo.
 
Non resta che immergervi nella lettura delle mie mini-recensioni e, come al solito, non dimenticate di scrivermi le vostre opinioni e impressioni se deciderete di provare qualcuno dei titoli in esame (per trovarli cliccate sempre sui titoli!).
 
Buona lettura e ... Felice Natale! (...solo un tragico espediente per invocare la frescura invernale)
 
 
Graziosa reinterpretazione in chiave fumettistica della classica avventura grafica. Non è la prima volta che si tenta di veicolare un messaggio ecologista attraverso un'avventura grafica rivolgendosi ad un pubblico giovane (ricordiamo la serie di EcoQuest della Sierra), ma stavolta la storia è spiccatamente umoristico-demenziale, irriverente, con una certa vena di cinismo. Gli enigmi sono ben costruiti e onesti, peccato non vi sia un sistema per segnalare gli hot spot, ma resta comunque un'avventura alla portata di tutti, compresi ragazzi e neofiti. Qualche citazione videoludica strapperà un sorriso al giocatore più maturo. Speriamo di non attendere troppo per il secondo episodio... e che sia ancora gratuito.
 

CONSIGLIATO

 
 
 
 
Piccolo gioco per Android, semplicissimo nel concept, ma alquanto ostico. Find Frank comprende quattro livelli (l'ultimo aggiunto con il recente aggiornamento, il cui pregio è stato anche di eliminare i molesti banner pubblicitari), tutti labirinti nei quali districarsi alla ricerca dei pinguini Willy e Nigel e riportarli tra le braccia (sudicie) del clochard Frank prima dello scadere del tempo, evitando intanto le trappole mortali disseminate lungo il percorso. All'inizio della partita potremo scegliere liberamente il livello di partenza, non c'è nessuna progressione, sempre lo stesso "maze game", cambia solo lo scenario (bosco, deserto, foresta maledetta...). In caso di successo il punteggio è calcolato in base al tempo residuo. Il problema è che lo schema del labirinto muta ad ogni partita, il che aumenta la longevità del gioco, o almeno dovrebbe... a mio avviso la frustrazione e la ripetitività stroncano il divertimento dopo alcune partite! 
La colonna sonora è carina, sebbene alla lunga risulti alienante. 
Insomma Find Frank è tutto qui, niente di più, niente di meno, un giochino senza pretese, uno scacciapensieri ad "alto tasso di bestemmie" con un comparto tecnico mediamente carino e curato.
 
Nota: sono trascorsi oltre tre anni dalla mia recensione, pubblicata in origine su Play Store, intanto pare vi siano stati ulteriori aggiornamenti, almeno sino al Febbraio 2017, con l'introduzione di nuovi personaggi. Il cuore del gioco è ovviamente lo stesso, ma non è da escludere qualche significativo miglioramento.
 

SCONSIGLIATO

 
 
 
 
Father and Son è il primo e unico videogioco prodotto e sviluppato da un Museo, per la precisione dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L'opera, distribuita gratuitamente per piattaforme iOS e Android, si rivela subito esteticamente intrigante, grazie al contributo di Sean Wenham, già autore di "The End of The World", col quale condivide le meccaniche e l'idea della narrazione tra passato e presente; purtroppo delude nettamente sul piano dei contenuti. Un'avventura interattiva con finalità principalmente promozionali, spesso stucchevole, banale, talvolta persino melensa e traboccante di luoghi comuni. L'istanza promozionale del gioco è assolutamente preponderante e si percepisce in ogni dettaglio, la storia padre-figlio non è che un mero pretesto per un continuo, ossessivo autoincensamento campanilistico. 
Dal punto di vista videoludico un titolo dimenticabile.
 

SCONSIGLIATO

 
 
 
 
I primi anni Duemila, gli amori universitari, Windows 98, le chatroom, MSN, le lunghe chiacchierate serali alla pallida luce del monitor, la tastiera suona compulsivamente "TIC-TIC-TIC", le parole piovono sullo schermo, le emoticon rimbalzano e ammiccano, le attese paiono interminabili tra un segreto sussurrato e una tenera confessione, le anime nude avvinghiate danzano in un teatro virtuale dei sentimenti, risate e lacrime, illusioni e delusioni, un mondo di bit e byte ... e poi, naturalmente, la realtà: cruda, spietata, violenta, feroce.
Emily is Away non è solo un simulatore di chat, neppure particolarmente brillante e immersivo ad essere onesti, tuttavia, per chi ha vissuto quegli anni, può rivelarsi un'esperienza epifanica: disturbante, frustrante, amara eppure, allo stesso tempo, dolce e nostalgica. Gli anni dell'università passano, le situazioni cambiano e persino le persone, ma certi sentimenti sono pressoché immuni al potere del tempo, come enormi blocchi di granito, cristallizzati nell'anima e nel cuore.
Ma Emily è andata via... Emily non c'è più.
E non tornerà.
Forse.
 

CONSIGLIATO

 
 
 
 
Sogni è una fiction interattiva, vissuta attraverso "gli occhi" di un detective cieco (!) dotato di poteri medianici, alla ricerca di qualcosa... Un mondo oscuro, di contorni, di sagome e suoni, visioni di luoghi, un misterioso faro. Nonostante le premesse potenzialmente interessanti, Sogni non mi ha impressionato e nemmeno appassionato. Tecnicamente sarebbe quasi pregevole, soprattutto il comparto grafico, tuttavia molti elementi destano qualche perplessità: i sottotitoli scorrono a volte troppo velocemente, il font lillipuziano, gli errori grammaticali (non perdonabili refusi, ma classici errori frutto di antiche lacune scolastiche), l'impossibilità di salvare o anche soltanto di mettere in pausa. L'ultimo problema, immagino, derivi da una scelta voluta - sebbene discutibile - tesa a spingere (o meglio, costringere) il giocatore a vivere un'esperienza narrativa fluida e continuativa della durata approssimativa di un'ora. Il gameplay è inesistente: un minimo di esplorazione, clicca qui, premi lì, seguendo le indicazioni a schermo spesso incoerenti. Il punto di forza di Sogni dovrebbe infatti risiedere nella sua storia. Purtroppo è proprio sul piano della storia che sono rimasto più deluso. La storia semplicemente... non cattura, non trascina, non appassiona... è terribilmente debole, ed il concept non è neanche particolarmente originale. Del resto si tratta della prima parte di una vicenda che, presa singolarmente, nella sua incompletezza, si rivela nettamente insufficiente e inconcludente: molto male per un gioco che dovrebbe reggersi quasi esclusivamente sulla narrazione. 
Una sperimentazione tecnicamente dignitosa, ma nulla di lontanamente rilevante nell'attuale panorama videoludico amatoriale.
Peccato. 
Il giovane autore ha recentemente pubblicato una nuova avventura che parte dalle premesse di Sogni per arrivare, si spera, a un'esperienza più consistente, matura e accattivante: il titolo è Amber County. Non resta che provarla.
 

SCONSIGLIATO

 

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I Consigli del Drugo - Parte II
Raccolta libera di mini-recensioni sui videogiochi

 
L'estiva arsura vi affligge e non trovate sollievo nemmeno con un plotone di ventilatori schierati ai piedi del letto, mentre il climatizzatore ha deciso di spegnersi per sempre dopo anni di orrendi abusi? Il Drugo consiglia... di prepararsi subito un white russian ghiacciato... e cambiare climatizzatore! 
E nell'attesa leggetevi la seconda parte delle mini-recensioni del Drugo: altri giochetti simpatici e interessanti, più o meno noti, talvolta curiosi, persino inquietanti (che qualche brivido ci vuole proprio!).
Come sempre cliccando sui titoli potrete scaricare (o acquistare) i relativi giochi e non dimenticate di lasciare i vostri commenti e opinioni qui sotto o nella pagina dedicata del nostro forum.
Buona lettura.
 
 
Pocket Quest unisce le classiche meccaniche dei boardgame (variopinto tabellone a caselle e lancio dei dadi) ai tipici elementi del gioco di ruolo nipponico, un titolo piuttosto atipico nel ridondante panorama dei JRPG indipendenti.
Di solito non amo le eroine, ma Nono, la protagonista, è davvero carina e buffa, i mini-giochi sono pure divertenti, soprattutto "Chi vuol esser millenario?", ma i difetti non mancano ed alcuni sono persino macroscopici. Innanzitutto i quattro livelli di gioco sono estremamente simili tra loro, le caselle sono sempre le stesse (a parte la casella speciale col mini-gioco, una per ciascun tabellone), anche le "missioni" dei personaggi sono molto ripetitive e la monotonia già al secondo livello si avverte. Il sistema di combattimento è semplice e pure piacevole, ma alcuni elementi sembrano inseriti giusto per arricchire una formula altrimenti troppo elementare, per intenderci, le abilità attive: si può benissimo giocare senza mai usarle visto che, per lo più, sono poco efficaci e non influenzano significativamente il corso del duello. Utili e divertenti, invece, sono le "limit break", piuttosto varie e con delle animazioni sempre piacevoli. 
Nei dialoghi risulta snervante il continuo uso del tasto "Z" per proseguire la conversazione incastrata in balloon lillipuziani, peccato non abbiano pensato semplicemente di ridurre le dimensioni del font o aumentare quelle dei balloon.
Infine la storia: un'intreccio semplice, piuttosto prevedibile ed essenziale, con tutti gli stereotipi del genere, del resto non è Final Fantasy!
Complessivamente il mio giudizio è buono: un colorato JRPG freeware, realizzato con risorse limitate, ideale per trascorrere qualche ora piacevole e rilassante.

CONSIGLIATO

Per saperne di più... 
 
 
 
 
 
A Bird Story è una delicata avventura dai toni fiabeschi e onirici, un'esperienza quasi puramente narrativa con una blanda interattività e una componente enigmistica irrilevante. Lo stile tipicamente grazioso di RPG Maker e le piacevoli melodie originali non salvano una storia terribilmente tediosa e, mi duole dirlo, melensa. L'avventura non si avvale dei dialoghi, un'impresa tecnicamente non banale che richiederebbe doti autoriali notevoli, a partire da un concept intrigante. Niente del genere! Il soggetto è semplice e inflazionato: un solitario bambino salva un volatile ferito, tra i due nasce presto un profondo legame. Seguiamo la vicenda, raccontata pedissequamente, tra uno sbadiglio e l'altro, in attesa di un significativo spunto di riflessione, alla ricerca di una profondità inesistente, sotto la sottile coltre di dozzinale sentimentalismo.
Un'edificante storia di amicizia, forse pensata per un pubblico giovane, ma altamente trascurabile per chi fosse abituato a esperienze più stimolanti.

SCONSIGLIATO

 
 
 
 
Un mondo in disgrazia, creature aliene soffrono gli stenti e la miseria; disperate, inviano preghiere agli Spiriti della Natura, che dimorano nel sottosuolo. Sarà nostra premura, nei panni di una "ciclopica" postina, consegnare le preghiere, trasmutate in lettere "magiche", agli spiriti sopiti, esplorando il bizzarro e intricato regno sotterraneo, popolato da entità e personaggi a dir poco insoliti. Un compito non così banale come sembrerebbe! 
Tiny Echo, degli svedesi Might and Delight, è una piccola avventura punta e clicca, senza inventario, con enigmi semplici, ma non sempre immediati. Tuttavia i virtuosi dell'enigmistica sono avvisati: non è un capolavoro di game design, infatti gli sforzi degli autori si sono concentrati principalmente sulla narrazione e sul comparto artistico. Scelta insolita - ma non inedita - il gioco è completamente muto: nemmeno una parola, pronunciata o scritta, se si esclude lo scarno menù iniziale. Talvolta sarà arduo interpretare gli eventi cui assisteremo, ma lentamente ogni pezzo del puzzle si incastrerà al proprio posto e, solo nel finale, comprenderemo veramente l'importanza del nostro compito. Il comparto grafico è particolarmente ispirato, con ottime animazioni, limitate purtroppo alla sola protagonista e a pochi altri elementi grafici, ma il disegno in stile "origami" e le colorazioni pastello sono i veri elementi distintivi, richiamando alcuni tipi di illustrazioni di libri per l'infanzia - purtroppo la mia limitata cultura in materia di letteratura per bambini non mi consente di individuare un'ipotetica fonte di ispirazione - in particolare le "pennellate" si apprezzano bene nei fondali, molto diversi tra una location e l'altra, eppure omogenei nello stile e nelle tonalità prevalentemente autunnali. La musica, composta dal finlandese Mount West, accompagna l'avventura con squisita discrezione, rivelandosi piacevole e rilassante, mentre ne descrive sapientemente l'atmosfera fiabesca e visionaria. 
In conclusione emerge un'attenta ricerca estetica e artistica in un'opera, piccola, ma significativa, tanto da meritarsi il premio di miglior gioco svedese del 2017.

CONSIGLIATO

 
 
 
 
Sara is Missing è un gioco che resta impresso nella memoria, pur nella sua semplicità ed essenzialità. L'avventura è un simulatore di smartphone, non uno qualsiasi però, quello di Sara, una giovane fanciulla asiatica, normalissima, una tra milioni di ragazze. Ma se lo smartphone di Sara, con tutto ciò che racchiude, è capitato nelle nostre mani, che ne è stato della legittima proprietaria? Per scoprirlo dovremo analizzare fotografie, e-mail, SMS e qualsiasi altro elemento a nostra disposizione. Lentamente il mondo di Sarah si dischiuderà ai nostri occhi: amori, amicizie, incomprensioni, dolori, passioni e proveremo un piacere quasi voyeuristico nell'esplorarne ogni angolo, mentre inconsapevolmente scivoleremo in un vortice di inquietudine e orrore.
Sara è scomparsa e il suo destino dipende solo dalle nostre scelte.

CONSIGLIATO

 

Parliamone insieme nell'OGI Forum

Monster Castle - Recensione e Intervista allo Sviluppatore

Ans di Portal Games analizza un titolo per il mercato mobile molto apprezzato edito da una azienda di Hong Kong la Sixjoy, famosa in soprattutto sul mercato asiatico.

Il gioco è un Tower Defence genere che prevede l'utilizzo di trappole e accorgimenti per difendere la propria torre o fortezza dagli invasori. La particolarità è che questa incarnazione ci vedrà nei panni insoliti della progenie del male, esseri mostruosi oppressi dalla mavalgità degli umani, e capiterà qualche volta di doverci difendere proprio dalla nostra razza umana.

Il gioco è caratterizzato da uno stile cartoonesco che contribuisce ad aumentare l'ilarità delle situazioni e gli dona un stile proprio che gli permette di distinguersi, inoltre è prevista anche una modalità PvP con cui potremo sfidare altri utenti da tutto il mondo.

All'interno del team di questa multinazionale asiatica lavora anche una sviluppatrice italiana, Enrica, di cui nel video trovate l'intervista nella quale ci racconta alcuni aspetti del gioco, sviluppi futuri e come sia giunta a lavorare in questa azienda di Hong Kong.

80 Days

Se a Jules Verne avessero mostrato una versione del suo Giro del mondo in 80 giorni trasformato in un libro-game e adattato per essere giocato su tablet, il grande scrittore avrebbe dapprima sorriso divertito, ma poi ne sarebbe rimasto affascinato. E ne avrebbe avuto ben d'onde, visto che si sarebbe trovato tra le mani un signor gioco! Lo stesso gioco che noi fortunati uomini e donne del futuro possiamo acquistare per pochi euro per le nostre piattaforme iOS e android (NOTA: il gioco è ora disponibile anche su PC/MAC).

80 Days è la riproposizione videoludica delle avventure del gentleman inglese Phineas Fogg e del suo devoto servitore Passepartout, impegnati nel tentativo di girare intorno al mondo e di tornare a Londra in meno di tre mesi. Lo scopo del gioco è quindi palese: aiutare i due avventurosi a raggiungere la loro destinazione in tempo utile per vincere la scommessa. Ma, come si dice, "l'importante è il viaggio e non la destinazione" e 80 Days ne è l'esempio lampante.

Strutturato come un'avventura a bivi ibridata con elementi da gioco da tavolo, il gioiellino targato inkle è basato quasi esclusivamente su un'interazione di tipo testuale. Al di là degli spostamenti sulla mappa, infatti, il giocatore può intervenire sugli eventi esclusivamente affidandosi alle generose descrizioni che il gioco gli sciorina davanti agli occhi in ogni occasione: durante un viaggio in treno, nell'intimità della propria stanza d'albergo, tra le viuzze di un suk arabo... tutti luoghi ricostruiti semplicemente con descrizioni testuali. Di tanto in tanto il testo si interrompe e al lettore (che di fatto "interpreta" Passepartout) si richiede di scegliere fra una o più opzioni, vaghe quel tanto che basta da non dare un'idea precisa di quel che accadrà poi. E le diramazioni sono innumerevoli: un tranquillo viaggio in nave si trasforma in un giallo alla maniera di Agatha Christie, la carrozza di un treno espresso fa da sfondo a un match clandestino tra il fido valletto e un campione di pugilato, una passeggiata al chiaro di luna fa sbocciare amori proibiti... Al giocatore, con un tocco di dito, è dato un grande potere. Ma anche una grande responsabilità:  l'impossibilità di salvare e ricaricare rende ogni decisione definitiva, con tutti i pro e i contro che ciò comporta.

Come si diceva, il viaggio è importante, ma non è tutto, suvvia. Anche la destinazione ha la sua rilevanza, per cui è necessario pianificare bene i propri spostamenti (considerando anche gli imprevisti che sicuramente capiteranno) al fine di portare il dinamico duo all'ombra del Big Ben in tempo per il tè delle cinque e per vincere la scommessa. Si parte da Londra con un budget di 4000 sterline e una valigia in cui disporre qualche effetto personale e qualche souvenir (da vendere a caro prezzo nei mercati all'altro capo del mondo). Esplorando le città e parlando con vari personaggi è possibile scoprire quali mezzi connettono un paese all'altro, aprendo così nuove vie verso Est (attraverso più di 100 location). E se si pianifica, bisogna pianificare bene, dato che i biglietti costano e non sempre i treni partono quando farebbe più comodo (a meno che...).

L'impianto di gioco è davvero semplice, tutto sommato, ma la miriade di differenti variabili che si possono incontrare durante le partite lo rendono un gioco dall'alto tasso di rigiocabilità. A ciò contribuisce l'innegabile fascino che trasuda da ogni dettaglio. I testi composti da Meg Jayanth sono impeccabili; forse un po' prolissi, ma capaci di illustrare scene molto evocative. Le illustrazioni, semplici ma al contempo dettagliate, ben trasmettono lo spirito dinamico di questa corsa contro il tempo. L'interfaccia è molto asciutta, in pieno stile "app", ma ben si sposa con tutto il resto. Le musiche, non moltissime, si fanno apprezzare specialmente nelle schermate di spostamento grazie al loro ritmo incalzante.

Ma la cosa che più affascina di 80 Days è che non si tratta di una mera trasposizione del romanzo di Verne in versione videogame. È, piuttosto, una rilettura in chiave steampunk di tale opera, con tanto di trame e intrighi che arricchiscono il mondo di gioco e lo rendono lontano e misterioso quasi quanto i mondi narrati da Verne dovevano apparire lontani e misteriosi agli occhi dei lettori del Giro del mondo. Macchine volanti a energia atomica, hovercraft a vapore, gilde alchemiche, sette segrete... ogni tratta del viaggio verso Londra può nascondere dei piccoli dettagli su una realtà a cui il giocatore non potrà mai avere piena conoscenza e che per tale motivo diventa tremendamente coinvolgente e appassionante.

Certo, 80 Days ha anche i suoi difetti: una generale prolissità, l'assenza di un feedback più chiaro riguardo all'evoluzione di Passepartout e un endgame poco soddisfacente causa mancanza di un bel riassuntone con tutte le imprese compiute da Mr. Fogg e compagno d'avventure (questi ultimi due davvero fastidiosi, perché basterebbe poco per dare un po' di soddisfazione in più al giocatore).

Rimane però indubbio che giochi convincenti e divertenti come questo dimostrino quanto il genere dell'Interactive Fiction abbia ancora molto da dire nell'universo videoludico odierno. Le possibilità offerte dalle nuove piattaforme non chiedono altro che essere sfruttate a dovere e la inkle, che tra i suoi fondatori ha Jon Ingold (famoso autore d'IF non commerciale), si sta ritagliando un ruolo di tutto rispetto con prodotti di prima qualità: al momento 80 Days è la sua punta di diamante, ma se queste sono le premesse non c'è dubbio che in futuro se ne vedranno ancora delle belle.

PS. La versione per computer è stata ottimamente realizzata dallo studio Cape Guy utilizzando l'engine Unity, ormai un pilastro delle produzioni indie (e non solo). Aspetto e meccaniche di gioco sono gli stessi della versione mobile (con qualche piacevole abbellimento), ma inkle ha approfittato di questa occasione per aggiungere 20 città esplorabili (assieme a mete più "esotiche") e circa 100.000 parole di testo (che danno vita, tra le altre cose, ad almeno due nuove sottotrame). Tutte le qualità dell'originale si confermano anche su desktop/laptop, anche se bisogna dire che la versione per smartphone rimane quella concettualmente più fedele allo spirito "on the road" di 80 Days. Ma si tratta solo delle considerazioni di un romantico...

Disponibile su GOG, Steam e Green Man.

 

Questa recensione fa parte del Ciclo Inkle Studios.

In arrivo il terzo episodio di Sorcery!

Superate le insidie delle infernali Shamutanti Hills e lasciatasi alle spalle la caotica città portuale di Kharé, l'eroe continua il proprio viaggio verso la fortezza di Mampang, dove l'attende l'ambita Corona dei Re e il suo custode, il crudele Arcimago. Ma prima di giungere a destinazione, il nostro paladino dovrà attraversare indenne il deserto delle Baklands, dove lo attendono, striscianti e letali, i sette serpenti inviati dal suo spietato antagonista.

Sorcery! per iOS e Android è laa riproposizione in forma digitale dell'omonima serie di libri-game scritta da Steve Jackson all'inizio degli anni '80 (e nota in Italia con il titolo Sortilegio). Così come la versione cartacea, il videogioco si articola in quattro episodi: i primi due sono già disponibili da qualche tempo e la data d'uscita del terzo capitolo è imminente: 23 aprile 2015.

Sorcery! 1 e 2 sono titoli di assoluto prestigio: grafica accattivante che richiama i giochi da tavolo fantasy, sonoro e musica ben curati, sistema di gioco impeccabile, ma soprattutto testi scritti con maestria e un'infinità di bivi e situazioni diverse che rendono ogni partita diversa dalla precedente.

E tutta questa qualità (e forse anche di più) è più che scontato attendersela anche per Sorcery! 3 - The Seven Serpents. Al timone di questa conversione c'è infatti ancora una volta la Inkle, software house recentemente salita agli onori delle cronache per l'ottimo 80 Days e specializzata nella creazione di avventure testuali "moderne".

L'attesa si fa già snervante!

Sherlock Holmes: Consulting Detective restaurato

 

Il nome di Sherlock Holmes è ormai legato ad una lunghissima lista di trasposizione videoludiche, ma ce n'è una in particolare che, per quanto poco conosciuta, è sicuramente nel cuore di tutti gli oldgamer: si tratta dei tre capitoli di Sherlock Holmes: "Consulting Detective", ideati nei primissimi anni '90 da ICOM Simulations. La serie, che si compone di 9 casi diversi, ha una sua importanza nella storia dei videogiochi per essere uno dei primi titoli a fare un uso massiccio dei filmati in full motion video e per utilizzarli come elemento centrale del gameplay.

Si parla ovviamente di uno dei primissimi usi di video con attori reali, con un'implementazione tecnica che oggi ci appare ridicola (per risoluzione, interlacciamento, numero di colori a schermo, ecc.), ma che all'epoca sbalordiva e prometteva un raggiante futuro di "film interattivi".
I tre giochi originali uscitono su FM Towns computer, DOS, Apple Macintosh, Amiga CDTV, TurboGrafx-CD e Sega CD. Furono poi ripubblicati nel 1999 su DVD.

È invece di qualche tempo fa un interessantissimo restauro del primo volume della trilogia, ad opera di Zojoi, la nuova società fondata da Karl Roelofs e Dave Marsh, due veterani dell'industria già dipendenti della ICOM Simulations.
Di loro ci siamo occupati recentemente per trattare l'interessantissimo remake di Shadowgate approdato su Kickstarter.

Il restauro comprende i tre casi del primo volume: The Case of the Mummy’s Curse, The Case of the Tin Soldier e The Case of the Mystified Murderess.
Tutti i FMV (circa 30 minuti a episodio) sono stati completamente restaurati (nei colori e nella risoluzione e non sono più interlacciati), con una resa finale assolutamente apprezzabile.
Tuttavia la novità più significativa credo sia l'introduzione dei sottotitoli in inglese che, assenti nelle edizioni originali, all'epoca hanno seriamente limitato la diffusione della trilogia qui in Italia.
La nuova edizione è disponibile per PC, iOS, Android, e MacOS.
 

Amazon presenta il nuovo Fire TV

Dopo tanti rumors alla fine è arrivato. Mi sto riferendo al set top box di Amazon, un dispositivo android orientato allo streaming di contenuti presenti su internet; con questa mossa l'azienda guidata da Jeff Bezos entra a gamba tesa nei nostri salotti con un prodotto che si pone in diretta competizione con altri dispositivi, quali il fortunato chromecast ma anche con la apple tv e roku, un player da salotto particolarmente in voga negli Stati Uniti.

Tuttavia al contrario di questi ultimi, l'Amazon fire TV (questo è il nome del dispositivo), strizza l'occhio anche al settore gaming, e quindi per quanto concerne l'ambito videoludico si aggiunge a dispositivi come gamestick e OUYA.

Fire TV  a dispetto dei concorrenti vanta però un hardware di tutto rispetto: un processore qualcomm quad-core krait 300 con una frequenza di lavoro di 1,7 Ghz ed una gpu qualcomm adreno 320 per quanto riguarda il comparto grafico, 2 GB di ram e 8GB di storage.

Tuttavia non è questa l'unica differenza che contraddistingue il nuovo set top box di amazon da OUYA: mentre quest'ultima ha infatti puntato su una libreria di giochi prevalentemente indie, Amazon invece sembra preferire un altra strada, in primis con una divisione interna per lo sviluppo di giochi dedicati, Amazon game studios, e poi stringendo accordi con attori del settore del calibro di EA, SEGA, DISNEY, GAMELOFT.

Ciò detto, il gaming non è comunque il target principale di questo dispositivo, tanto che il pad si comprerà a parte ad un prezzo di 40$, mentre il prezzo del fire invece è di 99 $ (nd al momento l'arrivo in Europa non è ancora dato per certo).

Questo conferma comunque l'interesse da parte dei produttori nel gaming su android: da una parte amazon che investe e stringe accordi per offrire ai propri clienti un catalogo di giochi che sicuramente andrà ad aumentare, OUYA che recentemente ha deciso di scorporare il proprio store dalla propria mini console in modo da poter essere installato su altri dispositivi, nonchè la sempre maggiore attenzione che google rivolge al gaming per la propria piattaforma.

Amazon e Ogi Forum

Dune II su Android

Nel Play Store Android (disponibile gratuitamente) è presente una versione non ufficiale di Dune II, RTS del 1992 sviluppato dai Westwood Studios per DOS, Amiga e Mega Drive.

Ispirato al romanzo di fantascienza Dune di Frank Herber, nel gioco, ambientato nel pianeta Arrakis, dovremmo impersonare una delle tre fazioni Atreides, Harkonnen o Ordos, alla ricerca della preziosissima Spezia. E' il momento di guidare le vostre truppe a colpi di touch!

Android Store - Dune II 
Cercate la spezia sull'Ogi Forum

Another World è più mobile che mai

Ci eravamo fatti cogliere a tal punto dall'entusiasmo per l'arrivo su iOS di The Last Express che quasi ci dimenticavamo di segnalare un'altra chicca venuta dal passato e sbarcata su dispositivi mobili (Android).

Trattasi dell'inossidabile Another World, vero "giocone" firmato Eric Chahi, che con le sue atmosfere fuori dal mondo ha catturato le attenzioni di un'intera generazione di giocatori. E adesso spera di sedurre anche i giovani smanettoni armati di telefono di ultima generazione.

Link per il download (a 3,99 dollari)
L'OGI Forum è sempre aperto alle vostre sagaci osservazioni
 

Indigestione di bundle

Dire che oramai sta diventando una piacevole abitudine potrebbe quasi essere una bugia, vista la frequenza e la ripetitivtà dell'offerta; fatto vuole che ci troviamo di fronte all'ennesimo humble indie bundle che nel pacchetto stavolta propone Anomaly, EDGE, Osmos e World of Goo (se battete l'offerta media).

Il tutto compatibile con Android, cosa che è probabilmente la novità più eclatante a questo giro; se fra un bundle e l'altro dovesse avanzarvi qualcosa, ricordatevi anche delle esangui casse di Oldgamesitalia.

Humble Indie Bundle
Amore, bugie e Ogi Forum