Prima che Cesare Giraldi e Simone Gusella ci raccontino i risultati della loro incursione annuale alla Games Week, Marco Gualdi ci introduce un nuoco Eccesso anticipato dal titolo “The Long Dark” un simulatore di freddo e lupi, o qualcosa del genere. Scendiamo poi nel nucleo della puntata ne “l’Osservatorio videoludico”:
Introduciamo per la prima volta la nuova rubrica di Carlo Burigana dal titolo univoco “Passione Sound Design” dove si farà una disamina sull’audio del gioco “L’ombra di Mordor”. In questa rubrica sono state usate le seguenti musiche:
Per “Nonsolocapre”, la rubrica rivolta ai giochi di simulazione, Giuseppe Saso ci parla di Hatoful Boyfriend.
E dalla Games week 2014 è tutto. Buon ascolto.
Dopo tanti rumors alla fine è arrivato. Mi sto riferendo al set top box di Amazon, un dispositivo android orientato allo streaming di contenuti presenti su internet; con questa mossa l'azienda guidata da Jeff Bezos entra a gamba tesa nei nostri salotti con un prodotto che si pone in diretta competizione con altri dispositivi, quali il fortunato chromecast ma anche con la apple tv e roku, un player da salotto particolarmente in voga negli Stati Uniti.
Tuttavia al contrario di questi ultimi, l'Amazon fire TV (questo è il nome del dispositivo), strizza l'occhio anche al settore gaming, e quindi per quanto concerne l'ambito videoludico si aggiunge a dispositivi come gamestick e OUYA.
Fire TV a dispetto dei concorrenti vanta però un hardware di tutto rispetto: un processore qualcomm quad-core krait 300 con una frequenza di lavoro di 1,7 Ghz ed una gpu qualcomm adreno 320 per quanto riguarda il comparto grafico, 2 GB di ram e 8GB di storage.
Tuttavia non è questa l'unica differenza che contraddistingue il nuovo set top box di amazon da OUYA: mentre quest'ultima ha infatti puntato su una libreria di giochi prevalentemente indie, Amazon invece sembra preferire un altra strada, in primis con una divisione interna per lo sviluppo di giochi dedicati, Amazon game studios, e poi stringendo accordi con attori del settore del calibro di EA, SEGA, DISNEY, GAMELOFT.
Ciò detto, il gaming non è comunque il target principale di questo dispositivo, tanto che il pad si comprerà a parte ad un prezzo di 40$, mentre il prezzo del fire invece è di 99 $ (nd al momento l'arrivo in Europa non è ancora dato per certo).
Questo conferma comunque l'interesse da parte dei produttori nel gaming su android: da una parte amazon che investe e stringe accordi per offrire ai propri clienti un catalogo di giochi che sicuramente andrà ad aumentare, OUYA che recentemente ha deciso di scorporare il proprio store dalla propria mini console in modo da poter essere installato su altri dispositivi, nonchè la sempre maggiore attenzione che google rivolge al gaming per la propria piattaforma.
Quanti appassionati di sparatutto bellici conoscono la serie Battlefield? Per festeggiare i 10 anni dall'uscita del primo capitolo, Electronic Arts ha così ben pensato di rendere freeware Battlefield 1942, in un'edizione liberamente scaricabile da Origin, lo store digitale della casa americana.
Se volete lancianarvi nelle trincee multiplayer e sfidarvi in emozionanti battaglia alle insegne dell'oldgaming, questa potrebbe essere l'occasione che stavate aspettando.
Recuperate la vostra copia qui
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Ci sono notizie che a volte non vorremmo sentire; o meglio, magari qualcuno spera anche che qualcosa di buono possa nascere dal recupero di brand noti (Ultima?) ma quando arrivano sui nostri monitor voci riguardanti un nuovo Ultima Online e poi si scopre che il vostro compito sarà quello di salvare Lady (!!!!!) British, allora si è praticamente certi che la tristezza regna sovrana.
Stiamo parlando ovviamente di Ultima Forever, mmorpg che dovrebbe recuperare i fasti del mitico Ultima Online, ma che ad una prima impressione sembra essere solamente un lontano parente adottato da una coppia di etnia diversa. Per intenderci, da mettersi le mani nei capelli.
Se e come avremo torto, lo saprete nei prossimi mesi...
Il sito che non dovreste visitare
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Mentre molti di voi staranno già pensando al weekend concluso e al fatto che alcuni più sfortunati anche domani si dovranno svegiare all'alba, abbiamo pensato di proporvi la traduzione di un gioco che potrebbe contribuire a rendere le vostre notti ancora insonni.
Stiamo parlando di quel particolare gioco nato dalla mente di Clive Barker, chiamato Clive Barker's Undying, tradotto per voi in maniera mirabile dal GIT (Game Italian Translation); cosa aspettare a recuperare la vostra copia?
La traduzione del GIT di Clive Barker's Undying
La nostra pagina della traduzioni
Il polo di riferimento per il movimento delle traduzioni amatoriali e non, sull'Ogi Forum
Il gioco inizia quando Anne (la protagonista dell'avventura), si risveglia sulla spiaggia (di questa isola) in seguito ad un incidente aereo (in viaggio per i tropici); da qui, si procederà all'esplorazione dell'isola, e si verrà a scoprire che ci si trova nel "Sito B" (una delle isole della storia di Jurassic Park, in particolare quella del film The lost world, ma ciò che capita alla ragazza non centra nulla con la storia del parco). Quindi, la nostra Anne dovrà sopravvivere affrontando i dinosauri che vagano liberamente sull'isola avventurandosi anche tra le varie costruzioni e complessi abbandonati dalla inGen.
Ciò che rendeva questo videogioco diverso (e forse più complicato) dagli altri sparatutto, è il sistema di utilizzo degli oggetti: dallo spostare un'ostacolo (cassa, trave, porta chiusa ecc...), il premere i pulsanti su una tastiera o l'impugnare un'arma viene tutto eseguito con il braccio destro, il quale è comandato direttamente dal mouse. Ad esempio non si utilizza il solito mirino, al centro dello schermo, come nei normali sparatutto.... ma l'arma può essere puntata tranquillamente senza muovere tutta l'inquadratura (visuale del giocatore): semplicemente tenendo premuto il tasto sinistro del mouse e muovendo lo stesso si può controllare la linea d'azione del braccio e quindi la linea di fuoco.
Il numero di munizioni delle armi è comunicato, dalla protagonista, a voce (conta a voce i colpi che vengono sparati e quanti colpi sono rimasti nell'arma quando la si raccoglie).
Naturalmente non ci sono solo armi da fuoco, ma qualunque oggetto di dimensioni "consone" (dalla mazza da baseball, alla pietra raccolta per terra, all'arma scarica) può essere usato come oggetto contundente per la difesa.
C'è da sottolineare che gli oggetti in mano, possono essere ruotati in tutte le direzioni. Molto singolare è anche il sistema di controllo della salute: abbassando totalmente la visuale (guardandosi i piedi in sostanza), si inquadrerà il petto della protagonista: il tatuaggio a forma di cuore è il nostro indicatore della salute; vuoto, significa salute massima e si riempirà di rosso via via che si subiranno danni (la salute viene recuperata automaticamente lasciando passare un po' di tempo).
A parere mio il gioco è molto bello, è un po' diverso dai soliti sparatutto in prima persona e questo lo rende un po' più intrigante. Inoltre c'è da considare che: gli spazi possono essere esplorati totalmente, l'interazione fisica tra gli oggeti è ottima, i modelli dei dinosauri sono buoni e ben dettagliati.
Devo dare un giudizio non molto buono per quanto riguarda le risoluzioni disponibili: solo fino 800x600. Ma a questo link (consigliatomi da The Ruler che ringrazio moltissimo ), si può trovare la patch per avere risoluzioni maggiori, e molte altre. Inoltre, durante il gioco potete cambiare anche il driver video oltre che la risoluzione.
Il gioco consente di essere installato con tre modalità: minima 121.0 MB, normale 194.0 e Massima 374.0; il gioco fornisce anche la DirectX-06 nel caso vi servisse.
Un autunno davvero infuocato quello proposto da GOG, tanto che è difficile stare al passo con la quantità di uscite che si susseguono di settimana in settimana.
Gli archivi di EA sono stati letteralmente saccheggiati dai nostri polacchi preferiti, che non si sono accontentati di tirar fuori dall'oblio titoli come Popolous e i primi Ultima, ma sono andati oltre. Adesso sono arrivati anche Nox (un titolo "minore" della Westwood, ma con una schiera infinita di fan) e la seconda trilogia di Ultima. E non finisce qui...
Riassumendo, nelle ultime 3 settimane sono usciti:
Manca ancora l'ultima sorpresa... di cosa si tratterà?
Link a Good Old Games
Link alla discussione nell'OGI Forum
Qualcuno li fermi! Anzi, no.
Dopo aver appena pubblicato Dungeon Keeper 2 e i primi due episodi di Wing Commander, quelli di GOG continuano nel loro saccheggio degli archivi EA (o meglio, Origin e Bullfrog). Pare infatti che tra pochi giorni, il 30 agosto, arriverà un'altra infornata di classici. E che classici! Si parla dei primi tre capitoli della serie Ultima (molto cara a noi di OGI) e del primo Popolous; come bonus ci sarà anche Ultima IV, che sarà reso disponibile in forma gratuita (com'è giusto che sia, dato che è stato liberato definitivamente giusto un paio di mesi fa).
Si tratta indubbiamente di pietre miliari che tutti noi attendevamo di rivedere alla luce del sole e lontane dagli antri bui dell'abandonware, anche se bisogna ammettere che sotto il profilo della giocabilità risultano essere piuttosto carenti agli occhi di un giocatore odierno (e anche di parecchi retrogamer incalliti). L'aspetto migliore di queste uscite è che ci danno la speranza che in futuro arriverà qualcosa di ancor più succulento (nel caso specifico, Ultima VI e VII insieme ai World of Adventures e Popolous 2).
Link a GOG
Discussione nell'OGI Forum
Novità di fine agosto su Good Old Games. I nostri rivenditori polacchi preferiti hanno rimesso le mani nei polverosi cassettoni della EA e hanno tirato fuori due offerte davvero succulente.
Wing Commander 1+2 ci porta alle origini (capita la battuta?) dell'epopea del Comandante Blair quando ancora non aveva un nome. Un'appassionante space opera con diversi bivi narrativi e un sistema di combattimento arcade accessibile a tutti i giocatori (dotati di joystick).
L'unica nota stonata è la mancanza delle 4 espansioni che avrebbero dovuto accompagnare i due giochi.
Dungeon Keeper 2 è il seguito dell'omonimo titolo partorito dalle menti della Bullfrog e che ci mette nei panni di un crudele signore del male alle prese con sotterranei pieni di mostri da gestire, tesori da proteggere e fastidiosi eroi da debellare con trappole e trabocchetti.
Entrambi i giochi sono venduti a 5,99 dollari.
In questa epoca di grandi ritorni vedere comparire nuovamente il nome di Origin è un qualcosa che non può non far battere il cuore veloce agli appassionati di videogame; peccato però che dietro ad un nome storico ci sia unicamente lo sfruttamento del marchio dell'attuale possessore (Electronic Arts) desideroso di lanciare il suo nuovo servizio di digital delivery con cui distribuire i suoi prodotti.
Link alla discussione sul forum
Link al sito di Origin
Un mese e mezzo fa avevano promesso di portare sulla loro piattaforma un grande publisher e ora i ragazzi polacchi di GOG hanno mantenuto la promessa... con il botto! Arriva infatti sul sito caro a noi OldGamer una prima parte del catalogo di Electronic Arts, il pantagruelico publisher che si è pappato una gran quantità di licenze storiche e che, fino ad oggi, si è sempre negato a chiunque volesse distribuire nuovamente quei titoli. Da stasera è possibile acquistare Ultima Underworld 1/2, Dungeon Keeper e Wing Commander Privateer e presto giungeranno Crusader: No Remorse, Alpha Centauri e Magic Carpet...
C'è mancato davvero poco. Nel 2008 Electronic Arts stava per resuscitare il marchio Ultima, dopo la cancellazione del mai pubblicato Ultima X Odyssey. Il problema? Era un gioco per Nintendo DS (e fin qui niente da dire, visto il bel lavoro fatto con la serie Age of Empires), ma soprattutto... dagli screenshot si vede chiaramente (oltre all'abbondare di donnine discinte) che il gioco non aveva nulla a che fare con la serie originale. Presa senza pregiudizi, la grafica sembrava anche piuttosto curata, ma crediamo siano in pochi a piangere la scomparsa di questo Ultima Reborn.
Ora non ci resta che vedere come sarà l'ancor nebuloso remake in chiave MMORPG (per Facebook) di Ultima IV, ancora non ufficialmente annunciato.
Un rumor si aggira per la rete e colpisce i cuori degli appassionati della saga di Ultima, creata da quell'astronauta di Richard Garriott alias Lord British. Pare che la Bioware, passata da poco sotto l'egida di EA, abbia messo gli occhi su questa gloriosa serie e abbia intenzione di riportare in vita un episodio "classico". Niente esperimenti di dubbio gusto come Lord of Ultima (il clone di Travian apparso qualche mese fa), ma un remake vero e proprio di Ultima IV, quello che è considerato da molti il capitolo più affascinante delle avventure dell'Avatar. Le notizie sono ancora vaghe e confuse, ma l'idea di tornare nel mondo di Britannia è sufficiente a farci stare incollati al sito Bioware e EA in attesa di ulteriori sviluppi. E magari tutta l'operazione potrebbe essere una testa di ponte per un bel "reboot" della serie (no Ultima X lasciatelo nel cassetto, per carità).
Storia e ambientazione. La protagonista è la piratessa Katarina De Leon che deve vendicare il padre, governatore di Buccaneer Island da parte di un pirata rivale che intende assoggettare al suo dominio tutte le isole dei conque mari. Per compiere la sua missione Katarina (o Black Kat, dal colore del suo vessillo e delle vele della sua nave), dovrà riconquistare i forti presenti sulle varie isole, recuperare tutto il bottino nascosto su di esse e completare varie sotto-quest che di volta in volta le verranno assegnate da png cruciali presenti su esse. L'ambientazione varia in base al gruppo di isole anche se generalmente abbiamo uno stile tropicale, anche se non mancano le isole che sembrano uscire dall'oltretomba o quelle ghiacciate. Molto ben fatto graficamente il mare su cui ci troveremo a navigare, in cui si deve sottolineare la trasparenza sotto la quale si possono individuare gruppi di pesci o relitti affondati. Non siamo invece in presenza di effetti meteorologici (tranne per le varie fasi del giorno, assegnate tuttavia ciascuna ad un gruppo di isole e non dinamiche) né delle conseguenze degli stessi sul mare: onde, tempeste, ecc..
Analisi tecnica e del gameplay. Pirates è uscito quando Ps2 e Xbox erano console nuove e nonostante questo, anche a distanza di 4 anni, quando ormai entrambe sono o stanno per essere sostituite, dimostra di avere una grafica tutt'ora piacevole e soprattutto di avere un gameplay “addictive”. In realtà pur non eccellendo in nessun campo particolare, il gioco è sì mirabilmente equilibrato da trovare una sorta di stato di grazia tra tutti i componenti. In particolare i due elementi più macroscopici del gameplay sono: la modalità “capitano” in cui controlliamo Kat a terra nei combattimenti contro altri pirati o mostri e alla ricerca di tesori ed elementi per sbloccare nuove isole e la modalità “nave” in cui controlliamo la nave capitanata da Kat, in particolare negli scontri contro le altre navi del corsaro nostro avversario e contro i forti a lui fedeli.
Nella modalità “capitano” sostanzialmente abbiamo un solo bottone per il combattimento, al quale si aggiungono un bottone per la parata ed un'altro per una combo automatica per eseguire la quale dobbiamo attendere il caricamento dell'apposito indice che si ottiene dopo un certo numero di normali colpi a segno. Oltre al normale combattimento con la spada Kat può anche lanciare oggetti come pugnali o bombe, ma anche oggetti incantati che la fanno diventare invisibile, provocano un terremoto, una pioggia di blocchi di ghiaccio, ecc. Nella modalità “nave” il tasto assegnato precedentemente al combattimento diventa quello di sparo coi cannoni anche qui con la possibilità di uno sparo “speciale” dopo il riempimento di un'indice. Anche nella modalità “nave” ci sono oggetti utilizzabili come bombe galleggianti, catene per stracciare le vele, bombe fumogene, ma anche fasciami per aggiustare la nave durante il combattimento senza dover fare ritorno in un forte. Mentre l'upgrade di Kat è automatico una volta raccolti gli oggetti (cuori di cristallo che aumentano permanentemente la salute o spade speciali) che lo consentano, per l'upgrade della nave occorre recarci presso un forte amico dove potremo riparare la nave, acquistare munizioni e rifornimenti, ma anche – ogni volta che ci viene aperto l'accesso ad un nuovo gruppo di isole – una nuova e più grande nave.
Il meccanismo del gioco si rivela dunque estremamente lineare e semplice, ma la facilità di approccio è compensata dal respawn sia di navi che di nemici a terra (tranne le torrette fisse) e dalla vastità degli ambienti da esplorare, rendendo necessario – per la risoluzione delle varie quest – anche il ritorno in isole già visitate, magari per aprire con una nuova chiave ottenuta forzieri che avevamo lasciati indietro. I nemici poi sono molti e diversi e richiedono – in modo particolare i boss, ma vale anche per gli altri – approcci differenti, che contemplino in alcuni casi anche il tenere gli stessi a debita distanza mediante coltelli e bombe. È presente anche una modalità multiplayer “battaglia navale” per due giocatori in locale. In più occorre non dimenticare la piacevole trovata di far cercare a Kat i tesori sepolti: mentre infatti alcune casse sono appoggiate al terreno e possono essere aperte mediante svariate chiavi, altre sono invece sotterratte e nulla indica esteriormente la loro presenza. Kat può capire di trovarsi vicino ad un tesoro sotterrato solo dalla vibrazione del pad (perlomeno nella versione per Ps2) che diventa progressivamente più intensa man mano che ci si avvicina ad esso. Trovata apparentemente banale, che invece in realtà riesce a rendere maggiormente avvincente la fase esplorativa.
Le innovazioni apportate. Non si può in realtà parlare per Pirates di innovazione, quanto di un sapiente bilanciamento di tutti i vari elementi a costituire un gioco prettamente arcade ed estremamente coinvolgente.
Il valore del gioco. Una storia di pirati che si sfidano l'un l'altro con tanto di elementi soprannaturali, di battaglie navali e la nave del protagonista ha le vele nere? Se Pirates non fosse uscito l'anno prima di Pirati dei Caraibi, forse non sarebbe stato uno degli ultimi titoli sviluppati dagli storici Westwood Studios, ma un successo di portata mondiale. Nei fatti è stato un titolo che ha scosso ben poco il mondo videoludico, pur avendo tutte le potenzialità per diventare un blockbuster.
Confronti con altri videogiochi. Il giudizio del recensore di Gamespot è: «Pirates is essentially a sprawling 3D adventure that's like a Zelda-meets-Tomb Raider» (http://www.gamespot.com/xbox/action/pirate...kat/review.html). In realtà un altro gioco da mettergli idealmente a fianco potrebbe essere Diablo: a differenziare i due sta la grafica (isometrica vs. 3D) e la mancanza di elementi ruolistici anche minimi in Pirates, ma entrambi sono una continua e appassionante ricerca in dungeon popolati da scheletri, mostri (e in Pirates pure pirati, schimmioni, granchi, ecc.), con l'avventura della fulva piratessa Kat che in più ci offre pure la possibilità di giocare a battaglia navale.
A chi piacerà il gioco. A tutti gli appassionati di action-adventure che più che salti millimetrici cercano una varietà di ambienti esplorabili, un pizzico d'esotismo, ed un gioco immediato e ben calibrato.
Commento del recensore. Ho ripreso dopo quasi cinque anni questo gioco in mano per motivi personali e quando ho iniziato a rigiocarlo ho provato le stesse identice sensazioni positive che mi aveva offerto la prima volta. E la consapevolezza che non si tratta meramente di nostalgia, ma piuttosto della capacità degli sviluppatori (un vero e proprio canto del cigno videoludico) di proporre meccanica e situazioni di gioco perfettamente calibrate ai fini dell'esperienza videoludica. Ma nulla in Pirates è frustrante, non perché non ci sia nulla di difficile, ma perché è sempre chiaro quello che dobbiamo di volta in volta fare. L'espediente di far sì che il nemico ucciso lasci cadere un cuore (una porzione d'energia vitale) se la nostra salute è in “zona rischio” ci dice che l'obbiettivo non è porci di fronte a sfide impossibili, ma di spingerci ad essere curiosi di vedere ancora un po' più in là con il risultato che ci troveremo di fronte a non riuscire a staccarci da quello che teoricamente/tecnicamente non sarebbe sembrato all'inizio un gioco eccezionale.
Il sito di OldGamesItalia è attualmente "in letargo". Nuovi contenuti saranno aggiunti con minore regolarità e con possibili lunghe pause tra un articolo e l'altro.
Il forum rimane attivo, ma meno legato al sito, e gli aggiornamenti riguarderanno principalmente le sezioni di IF Italia e della versione italiana del Digital Antiquarian e del CRPG Addict.
Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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